Tutti gli strumenti messi in campo negli ultimi mesi nel tentativo di scavallare la crisi idrica, si sono infranti contro la perdurante mancanza di piogge. La siccità continua a mordere i territori pugliesi e lucani tanto da spingere gli enti per la gestione delle acque ad una prima stretta dei rubinetti.
«Nonostante la tecnologia messa in campo negli ultimi anni e le azioni di risparmio – si legge infatti in una nota diffusa da AQP – le scarse piogge e le temperature oltre la media nei territori dove sono situate le fonti interregionali da cui si approvvigiona la Puglia, continuano a ridurre la disponibilità di acqua. E l’Osservatorio permanente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale ha aumentato il livello di severità idrica per il potabile in Puglia da basso a medio, rendendo necessari nuovi interventi.
Se la siccità dovesse continuare, entro poche settimane la quantità di risorsa idrica potrebbe essere insufficiente a soddisfare appieno la domanda».
Le «riduzioni di pressione su tutta la rete» dureranno fino a quando ci sarà difficoltà collegata agli invasi lucani, ovvero fino a quando le piogge non riporteranno i livelli oltre quelli considerati sicuri per il periodo. «Le manovre – viene spiegato da Aqp – sono funzionali a ottimizzare l’acqua distribuita nel rispetto degli standard di qualità. Eventuali disagi potranno essere avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo. Acquedotto Pugliese ricorda inoltre l’importanza di razionalizzare i consumi, evitando gli usi non prioritari dell’acqua».
In questo complesso sistema, le dighe lucane si scoprono negli ultimi giorni di ottobre ai minimi storici per metri cubi invasati. Dal 17 ottobre l’erogazione di acqua è stata interrotta nei 29 comuni serviti dalla Camastra, compreso Potenza città: ogni giorno, dalle 18.30, rubinetti asciutti fino alle 6.30 del mattino successivo. Il regime adottato sarà oggetto di una nuova valutazione oggi – si legge sul sito della Regione Basilicata – «dopo aver verificato la portata della perturbazione attesa in questi giorni, sperando in una “generosità” di Giove pluvio rispetto all’andamento avaro del mese di ottobre (10 millimetri di pioggia a fronte di una media di 80 registrata lo stesso periodo nello scorso anno)».
La Regione Basilicata spera dunque almeno nel maltempo. «La situazione è difficile, al limite del catastrofico – il commento di Nino Altomonte, dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture -. Siamo di fronte ad un’emergenza maturata giorno per giorno, ma che va affrontata come un cataclisma. Occorre capire, al netto di manovre, quante giornate abbiamo davanti per soddisfare il fabbisogno idrico alle condizioni attuali». Per Giovanni Di Bello, dirigente dell’Ufficio Protezione civile della Regione Basilicata, «lo scenario resta preoccupante e accanto a ulteriori restrizioni, senza apporti pluviometrici, appare sempre più concreta la prospettiva di una messa in moto della macchina dei soccorsi, con il coinvolgimento di mezzi e volontari tra buste da distribuire e autobotti».
fonte lagazzettadelmezzogiorno.it