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INCHIESTA Bari, dopo 8 mesi torna libera Mari Lorusso e anche Olivieri spera di lasciare il carcere

L’inchiesta, condotta dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, punta a smantellare i rapporti illeciti tra la politica e i clan mafiosi baresi

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
25 Ottobre 2024
Bari // Cronaca //

Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale eletta a Bari nel maggio del 2019, è stata recentemente rilasciata dagli arresti domiciliari. Il Tribunale di Bari ha accolto l’istanza avanzata dai suoi legali, Gaetano e Luca Castellaneta, che sostenevano l’assenza di legami attuali tra la Lorusso e le persone accusate di aver procurato voti in suo favore, in particolare su impulso del marito Giacomo Olivieri. Quest’ultimo, ex consigliere regionale, è attualmente in carcere a Lanciano, in regime di alta sicurezza, in attesa di giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno”, che indaga le presunte interferenze mafiose nella politica locale.

Lo riporta La Gazzetta del Mezzogiorno.it

Il pronunciamento dei giudici si allinea con le recenti interpretazioni della Corte di Cassazione sulla necessità delle misure cautelari, che suggeriscono una rivalutazione della situazione per gli incensurati accusati di reati associativi di stampo mafioso. In particolare, la Suprema Corte ha ribadito che in assenza di precedenti giudiziari e comportamenti illeciti recenti, è necessario accertare l’attualità del pericolo rappresentato dalla persona coinvolta. Poiché i fatti risalgono a cinque anni fa, il tribunale barese ha stabilito che nel caso di Maria Carmen Lorusso le esigenze cautelari non sono più presenti.

L’inchiesta, condotta dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, punta a smantellare i rapporti illeciti tra la politica e i clan mafiosi baresi, ipotizzando un sistema di scambio di favori elettorali in cambio di voti procurati dalla criminalità organizzata. In questo contesto, Lorusso è accusata di essere stata la destinataria finale dei voti, mentre il marito, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il mediatore con esponenti di clan locali, facilitando l’accordo per la raccolta dei consensi.

Un esempio della posizione della Cassazione, ora adottata anche dal Tribunale di Bari, riguarda Michele De Tullio, un ex dipendente dell’azienda di trasporti Amtab, il quale avrebbe procacciato voti per Lorusso finanziato da Olivieri. De Tullio, incensurato e finito in carcere nel febbraio scorso, è stato recentemente scarcerato a seguito di un riesame che, su rinvio della Cassazione, ha rilevato la non attualità delle esigenze di custodia cautelare.

In aggiunta a Maria Carmen Lorusso, altre figure implicate nella “Codice Interno” sono tornate in libertà. Tra loro figura Toni Petroni, imprenditore che gli inquirenti indicano come socio occulto di Gaetano Strisciuglio, membro di una nota consorteria criminale. Petroni, candidato al Municipio nelle stesse elezioni comunali del 2019, è stato liberato per motivi di salute su decisione del gup.

Intanto, il processo entra nel vivo, con 13 imputati, inclusa Maria Carmen Lorusso e suo padre, che hanno scelto il rito ordinario, mentre altri 108, tra cui lo stesso Olivieri, hanno optato per il rito abbreviato. La possibilità di ulteriori revoche cautelari resta aperta per Olivieri, incensurato e già giudicato non influente ai fini delle prove residue. Quest’ultimo, detenuto, ha chiesto di essere interrogato dal gup, decisione che potrebbe rivelarsi decisiva per valutare una misura alternativa alla detenzione.

L’inchiesta “Codice Interno”, oltre alle implicazioni politiche, ha portato alla luce possibili infiltrazioni criminali anche nel sistema di trasporto pubblico barese, settore che secondo gli inquirenti risentirebbe dell’influenza di soggetti legati alla criminalità organizzata.

Lo riporta La Gazzetta del Mezzogiorno.it

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“L'assassinio è l'ultima risorsa dei vigliacchi.” Edward Gibbon

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