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FOGGIA “Se anche la Polizia passa con il rosso” | Foggia, tra indisciplina e legalità: chi vigila sui controllori?

A Foggia, come in molte altre città italiane, il problema dell'indisciplina stradale non accenna a diminuire

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
25 Ottobre 2024
Cronaca // Foggia //

Riceviamo e pubblichiamo da un lettore (Foggia, 25.10.2024)

A Foggia, come in molte altre città italiane, il problema dell’indisciplina stradale non accenna a diminuire. Gli automobilisti foggiani, sempre più incuranti del Codice della strada, sembrano infatti lasciarsi andare a comportamenti sempre meno regolamentati e, in alcuni casi, perfino pericolosi. Chi rispetta le regole stradali sembra essere una minoranza, che però si assottiglia man mano che cresce la rassegnazione verso chi, con superficialità o scarso senso civico, continua a comportarsi da irresponsabile.

Si potrebbe facilmente attribuire questa situazione alla semplice mancanza di senso civico, un difetto che talvolta, purtroppo, viene considerato “congenito” nelle città del Sud. Tuttavia, proprio la questione del pregiudizio merita un’analisi più profonda, poiché la realtà dimostra che il senso civico è più una questione di esempio e vigilanza che di attitudini “innate”.

Prendiamo l’esempio di Napoli, una città dove, storicamente, la disattenzione alle regole stradali è stata protagonista di stereotipi negativi. Fino a qualche tempo fa, chiunque avrebbe potuto osservare scene come quella dei motorini che, carichi di passeggeri oltre i limiti di sicurezza e privi di protezioni, sfrecciavano per le strade. Tuttavia, oggi, qualcosa è cambiato. Un episodio personale, risalente a dicembre scorso, dimostra come la presenza delle pattuglie della Polizia e i controlli serrati abbiano avuto un impatto: nel tragitto dal centro di Napoli all’autostrada non si è visto un solo motorino con più di due persone a bordo e, sorprendentemente, tutti i passeggeri indossavano il casco. Evidentemente, quando la vigilanza è capillare, i cittadini rispondono con senso di responsabilità.

Tornando a Foggia, la situazione sembra decisamente diversa. Lo scorso mercoledì, per esempio, un episodio è risultato emblematico di un problema che va oltre la semplice indisciplina individuale. Verso le 15:30, lungo viale Ofanto, un veicolo della Polizia di Stato – nello specifico, una Subaru Forester – ha attraversato un semaforo rosso senza sirene o lampeggianti attivati e a bassa velocità, dunque in assenza di una situazione d’emergenza. Un’infrazione “gratuita”, senza apparente necessità, che colpisce ancor più quando a commetterla è chi dovrebbe garantire il rispetto delle norme.

Non è stato, però, l’unico caso: solo qualche giorno dopo, percorrendo viale Fortore, verso le 10:50, si è potuto osservare un furgone blu della Polizia Penitenziaria procedere in modo altrettanto discutibile. Dopo aver zigzagato tra le corsie per superare la fila, il mezzo si è fermato sulla corsia di sinistra, riservata a chi deve svoltare. Al verde per le corsie centrali e di destra, il furgone ha deciso di proseguire dritto con il rosso. Un comportamento, si dirà, comune tra i cittadini indisciplinati, ma che appare paradossale quando a metterlo in atto è un mezzo delle forze dell’ordine, per di più con i dispositivi di emergenza spenti.

E allora, se i primi a ignorare le norme del Codice della strada sono proprio coloro che dovrebbero essere d’esempio, che speranza hanno i cittadini di maturare quel senso di responsabilità collettiva di cui si avverte sempre più il bisogno? Questi episodi mostrano una realtà paradossale, che rischia di minare, alla radice, i valori di legalità e rispetto civico di cui spesso si parla nelle scuole e in tanti contesti educativi. Gli adulti, specie quelli con ruoli istituzionali, dovrebbero essere i primi a trasmettere ai giovani il rispetto delle norme, consapevoli che, come ricorda un antico motto latino, Verba exortant, exempla trahunt (le parole incitano, ma sono gli esempi a trascinare).

Di fronte a questo scenario, sorge spontanea una domanda: “Ma queste cose le vedo solo io?”. Si potrebbe pensare a una sorta di abitudine alla “tolleranza” diffusa, o, per usare una parola più forte, di rassegnazione. Dopotutto, anche il sottoscritto potrebbe aver interpretato male, forse aver visto un’azione più con tolleranza che con occhio critico. Ma forse è proprio da questo sguardo attento, ancora capace di indignarsi, che può nascere la speranza di un futuro dove la legalità e il rispetto siano valori condivisi.

Dunque, cosa serve davvero? Serve vigilanza, serve responsabilità, serve l’impegno collettivo affinché ognuno faccia la propria parte, per restituire a Foggia e alle nostre città quel senso di comunità fondato sulla legalità.

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“L'assassinio è l'ultima risorsa dei vigliacchi.” Edward Gibbon

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