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"PECORE" Post shock di Riondino su Facebook, foto di La Russa a testa in giù

L'attore e regista: "Non ci sono più i fascisti di una volta, solo pecore"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Aprile 2024
Politica // Politica Nazionale //

L’attore e regista tarantino Michele Riondino ha pubblicato su Facebook una vecchia foto a testa in giù del presidente del Senato Ignazio La Russa, ritratto accanto ad un’immagine di Benito Mussolini, davanti alla quale c’è un mazzo di fiori.

Il post è del 25 aprile, giorno della festa della Liberazione.

“Non ci sono più i fascisti di una volta. Solo pecore. Ecco – scrive Riondino – cosa sono i fascisti di ieri che sono diventati i governanti di oggi. Meglio una vita da pecora che un giorno da leoni. Viva la resistenza”. Riondino, che è anche direttore artistico del concertone del Primo maggio Libero e Pensante di Taranto, annota: “La cosa veramente divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più spavaldi, erano leoni, anche se solo per un giorno. Rivendicavano la loro identità senza paura di essere accusati di essere traditori e assassini della patria”.

Oggi invece, aggiunge Riondino, che stasera sarà presente alla proiezione del film Palazzina Laf, sua prima opera da regista, al parco archeologico delle mura greche di Taranto, “hanno paura di definirsi, di rivendicare la loro fede. Tradiscono la loro identità giurando sulla costituzione antifascista e poi per stare seduti sulla poltrona diventano campioni della supercazzola, cintura nera di arrampicata sugli specchi. Lo dico sinceramente”, conclude.

Lo riporta l’ANSA.

2 commenti su "Post shock di Riondino su Facebook, foto di La Russa a testa in giù"

  1. Profumi e balocchi

    L’11 dicembre del 1926, partendo di notte da Savona, Filippo Turati fugge dalla persecuzione fascista con il motoscafo Oriens; al timone si alternano Italo Oxilia e Lorenzo Dabove, accompagnati da Sandro Pertini, Adriano Olivetti e Carlo Rosselli. Dopo dodici ore di navigazione sbarcheranno nel porto di Calvi, in Corsica, dove vengono arrestati, prima di riconoscere l’identità degli uomini a cui viene offerta accoglienza e sostegno.

    Fiumicino, lunedì 15 aprile 2024, terminal 1. Al duty free del reparto profumeria, con sprezzo del pericolo ma indubbio gusto olfattivo, Piero Fassino viene scoperto dagli addetti alla sicurezza con in tasca un profumo Chanel; stava cercando di allontanarsi senza pagare, sostengono.

    Non è importante che l’episodio venga accertato penalmente – Fassino si difende dicendo che l’avrebbe pagato in seguito, mentre, filmati alla mano, il personale del negozio rincara affermando una disposizione recidiva –, non è importante ai nostri occhi ma solo a quelli della magistratura e dello stesso Fassino, che nella peggiore delle ipotesi rischia poche centinaia di euro di ammenda.

    Per noi è più che sufficiente la narrazione, ossia la verosimiglianza, non la verità sull’accaduto, ponendolo quale simbolo della metamorfosi politica avvenuta nei cent’anni che separano i due episodi. Nemmeno il più grande tra gli scrittori avrebbe saputo scovare una metafora altrettanto efficace per mostrare lo stato attuale della Sinistra italiana.

    Nella canzone Profumi e balocchi, composta nel 1928 da Giovanni Ermete Gaeta, in arte E. A. Mario, un celebre verso intona:

    “Mamma, mormora la bambina
    Mentre pieni di pianto ha gli occhi,
    Per la tua piccolina
    Non compri mai i balocchi
    Mamma, tu compri soltanto i profumi per te.”

    L’unica differenza è che la Sinistra istituzionale (chiamiamola pure PD) non solo ha smesso di occuparsi dei “balocchi” destinati agli umili, agli emarginati, ai sottopagati e agli offesi, ma i profumi per sé nemmeno li compra più. Li ruba.
    Guido Hauser

    Stiamo messi molto male perché bisognerebbe mettere a testa in giù anche i rappresentanti della sinistra.

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