FOGGIA – Sempre più decisa la protesta degli Agricoltori di Capitanata nelle prossime ore. Domani mattina, lunedì 29 gennaio 2024, a Foggia un corteo itinerante, che coinvolgerà circa 200 mezzi agricoli e circa 300 partecipanti (e qualcuno sostiene anche 4/500) provenienti da tutti i presidi della Provincia dauna, attraverserà con loro le strade del capoluogo.
Il corteo di protesta prenderà il via alle 9 dal Green Park sulla SS16 e attraverserà via San Severo, via Sant’Alfonso de Liguori, via Manfredi, piazzale Vittorio Veneto, viale XXIV Maggio, piazza Cavour, via Torelli, via Conte Appiano, piazza Pavoncelli, via Onorato, via Sant’Alfonso de Liguori, e via San Severo, dirigendosi verso la SS673 con termine presso i rispettivi presidi di provenienza.
Continua, intanto, h24 il presidio in zona Centro Commerciale GrandApulia, organizzato dai coltivatori, una cinquantina provenienti dai Cinque Reali Siti ed altri comuni di Capitanata, del movimento spontaneo libero degli “Agricoltori di Capitanata” che “non fa parte del C.R.A – Comitati Riuniti Agricoli”, come tengono a precisare, con l’intento di portare all’attenzione di un sempre maggior numero di persone le loro richieste e le loro difficoltà “che poi sono di tutti” fa notare, ai microfoni di Statoquotidiano, Matteo Facchino, coltivatore di Borgo Incoronata con terreni in zona Carapelle, fra le voci guida del movimento nato all’incirca intorno all’8 dicembre scorso, e che aggiunge: “Basti guardare la spesa nei carrelli che oggi costa molto di più”.
Abbiamo quindi ascoltato Felice Morea, di Orta Nova, altra voce guida all’interno del gruppo, per la seguente intervista.
Come vi siete organizzati per il presidio in corso?
Non come fanno sapere dal C.R.A. di zona, ossia solo con dei comunicati. In realtà, abbiamo fatto un sit-in presso la Questura di Foggia, da cui abbiamo ottenuto l’autorizzazione ufficiale a procedere.
Perchè state continuando la mobilitazione?
Vogliamo ottenere delle risposte concrete. Il 26 gennaio scorso, come è noto, ha avuto luogo un tavolo tecnico presso il Palazzo di Governo di Foggia, al quale erano presenti il prefetto Maurizio Valiante e la senatrice Annamaria Fallucchi, membro della Commissione Parlamentare Agricoltura e Produzione Agroalimentare, oltre ad altre autorità.
In tale occasione, ci è stato detto che è necessario attendere dei tempi tecnici per sistemare quanto da noi richiesto e che sarebbe stato fissato un altro tavolo tecnico da tenersi tra una ventina di giorni circa. Così noi abbiamo deciso di continuare il nostro presidio nel frattempo.
Domani si terrà a Foggia un corteo al quale parteciperete e, con voi, vi parteciperanno anche altre delegazioni di agricoltori. Cosa chiedete in particolare alle autorità?
Innanzitutto, che venga tutelato il Made in Italy, ossia la nostra produzione. Inoltre, noi chiediamo che venga riorganizzata la PAC, ossia politica agricola comune, che solitamente consiste in agevolazioni che l’Unione Europea accorda ai paesi in difficoltà in tale settore, e che però ci sembra dettino condizioni sfavorevoli per gli agricoltori. Questo perché, per esempio, la PAC 2023-2027 proporrebbe aiuti economici a condizione che non si semini grano e si produca farina con locuste o insetti vari.
Un’altra nostra richiesta riguarda l’Irpef, perché i tagli su tale imposta non sono stati rinnovati e noi invece vorremmo piuttosto che essa fosse abolita.
In più, chiediamo un freno alle importazioni selvagge dai paesi esteri, perché questi propongono prezzi più bassi rispetto ai nostri e non rispettano i nostri disciplinari, mentre noi agricoltori italiani dobbiamo sostenere costi di produzione molto più alti, per esempio a causa delle accise sui carburanti e dei prezzi esosi dei fitofarmaci.
Si parla nel vostro settore anche di problemi legati alla GDO, ossia la grande distribuzione organizzata, sistema di vendita al dettaglio attraverso una rete di supermercati e di altre catene di intermediari.
Noi denunciamo anche questo, anche per tale ragione il nostro presidio sta avendo luogo nei pressi del GrandApulia. La GDO impone prezzi a nostro sfavore vendendo però con i propri marchi, e non quelli del produttore, diversi prodotti tipici, locali e biologici.