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POLITICA “Stop all’Art 143”. Sindaci colpiti invocano la revisione e la politica si divide

La vicenda di Bari ha scatenato la lotta tra revisionisti e garantisti. Ma per tutti la legge ora diventa improvvisamente modificabile

AUTORE:
Claudia Ferrante
PUBBLICATO IL:
28 Marzo 2024
5 Reali Siti // Bari //
Il concetto di “eterogenesi dei fini” in politica, a proposito della vicenda di Bari espresso da Elena Gentile su un articolo di stampa locale é quantomai calzante.
Certo, appare chiaro ormai come evidenziato da politologi, e anche da qualche giurista che la revisione dell’Art. 143 del Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) sia necessaria per evitare derive in un provvedimento che dovrebbe avere una finalità esclusivamente giudiziaria.
Ma d’altro canto non ci si può appellare al garantismo a correnti alterne.
La lotta al crimine è, o dovrebbe essere, una cosa seria. La politica e il tifo da bar non devono avere colori, è quanto sostengono diversi Sindaci ed amministratori dopo i recenti fatti di Bari. Quanto accaduto nel capoluogo pugliese ha avuto, com’era prevedibile, un’eco incredibile, il tema è trascinante ed il risentimento per un provvedimento ritenuto ingiusto da chi lo ha subito è altrettanto forte.
La politica si divide oggi, tra garantisti, in massima parte esponenti che sono espressione del centro sinistra e garantisti pro Antonio De Caro ma favorevoli alla commissione di accesso agli atti del Ministero dell’Interno, specie tra coloro i quali hanno subito la medesima sorte.
Antonio Decaro ph. Telebari.it
In provincia di Foggia i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose sono stati diversi, dalla parabola della città del Golfo, durante l’amministrazione retta da Angelo Riccardi, a quello di Monte Sant’Angelo e di Mattinata, per giungere al caso eclatante di Foggia, passando per Trinitapoli,  centro facente parte del basso Tavoliere della Capitanata.

 

Per Stato Quotidiano, l’ex Sindaco di Trinitapoli, Emanuele Losapio analizza lucidamente quanto accaduto, invocando, tuttavia una seria revisione dell’Art 141.

“Credo che ormai sia chiaro a molti che la legge debba subire una modifica importante -riferisce -. Attraverso la nostra associazione ‘Giù le mani dai Sindaci’, chiediamo che la legge venga modificata. Vogliamo una rettifica dell’articolo da parte del Governo mediante una legge delega. Non si può distruggere la credibilità di persone, messe alla gogna dentro un trita carne anche mediatico, oltre che giudiziario senza sapere il perché e il per come.

LOSAPIO, TRINITAPOLI

La mia vicenda personale parla per da sola, sono una persona per bene, un giornalista che non ha mai avuto procedimenti penali. mio era un caso borderline così come quello che ha coinvolto il sindaco di Ostuni. Quanto a Bari gli elementi per un accesso agli atti ci sono tutti, si tratta di un caso molto diverso da quello che ha riguardato la mia città. Ritengo che Antonio De caro sia una persona integerrima, non ho nulla contro di lui, anzi, penso che sia una figura che tanto ha fatto per la sua città, ma non capisco come mai tanti amministratori ed esponenti politici che non hanno minimamente conoscenza di questo articolo di legge parlino in politichese, facendo menzione di partiti, di maggioranze e di minoranze. Lo scioglimento di un Consiglio comunale, riguarda indistintamente tutta l’assise, poco importa se ad essere coinvolta sia la maggioranza o l’opposizione. Non si può essere favorevoli o contrari a giorni alterni”.

Dello stesso avviso è Gianni Rotice, già Sindaco di Manfredonia, oggi di nuovo in corsa per le prossime amministrative, ammesso che la città del Golfo possa tornare al voto il prossimo giugno.

“Il tema delle commissioni di accesso, nonché scioglimento per mafia è complesso, Bari ne è la dimostrazione come già accaduto in passato per altri comuni. Decaro è un ottimo Sindaco, ma a volte le tecnostrutture e le partecipate diventano elementi di criticità, indipendentemente dalla volontà politica. Pertanto un amministratore non deve preoccuparsi se ha operato bene ed accettare con serenità anche il lavoro della commissione di accesso”.

ANGELO RICCARDI, MANFREDONIA

 

Più tranchant il giudizio di Angelo Riccardi, a capo dell’associazione “Giù le mani dai Sindaci”.

“Come associazione a breve ci riuniremo per un congresso mirante alla definizione degli organi interni, proporremo la revisione della norma – spiega a SQ Angelo Riccardi – Abbiamo bisogno di procedure chiare, di capire da cosa difenderci e come farlo, così come in uno Stato di diritto si presuppone avvenga.
La vicenda legata all’applicazione dell’art 143 è trasversale, nessuno può chiamarsi fuori.
Ogni amministratore rischia di venire colpito. Questa norma liberticida colpisce tutti e non produce effetti, anzi essi sono anche inutili. Inoltre una delle tante debolezze di questa norma riguarda la responsabilità che resta in capo solo alla politica, lasciando che la Tecnostruttura resti al suo posto, anzi, essa come è accaduto a Manfredonia, viene addirittura promossa”.

1 commenti su "“Stop all’Art 143”. Sindaci colpiti invocano la revisione e la politica si divide"

  1. Quindi bisogna aspettare che la mafia prenda il controllo totale dei comuni, regioni e stato. Meritate un applausi

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