FOGGIA – Il caro prezzi si abbatte sul turismo e secondo le rilevazioni di Demoskopika, che l’ANSA pubblica in anteprima, l’Italia è più colpita rispetto a Francia, Grecia e Spagna. A giugno dell’anno in corso, Il Belpaese fa registrare un incremento dei prezzi strettamente legato al sistema turistico maggiore rispetto ai suoi tradizionali concorrenti europei. In particolare, la crescita su base tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) si registra prevalentemente per le voci di spesa incluse nei servizi di trasporto, con un +9,9% rispetto ad un meno significativo incremento della stessa voce per Francia (+6%), Grecia (+1,4%) e, addirittura ad una rilevante flessione della Spagna (-16,1%).
Più che significativa, inoltre, anche l’accelerazione dei prezzi nei servizi ricettivi e della ristorazione (+7,5%), con un differenziale inflazionistico del sistema turistico italiano di +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia (+5,6%), di +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia (+5,7%) e di +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna (+6%).
A fare eccezione, infine, la classe di prodotto comprendente i servizi ricreativi e culturali (musei, parchi divertimento, eventi culturali, etc.) con l’Italia che registra un incremento del 3,6% superiore alla Grecia (+3,3%) ma minore a Francia (+4,8%) e Spagna (+4%).
L’aumento dei prezzi nel turismo coinvolge tutte le regioni ma sono cinque i sistemi “più colpiti” in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro.
Sul versante opposto, nelle posizioni più basse per incremento minore rispetto all’inflazione acquisita italiana per il mese di giugno dell’anno in corso si collocano altre cinque aree regionali: Valle d’Aosta (+7,9%) con un impatto pari 20 milioni di euro, Trentino Alto Adige (+8%) con un impatto pari a 197 milioni di euro, Basilicata (+8,2%) con un impatto pari a 20 milioni di euro, Marche (+8,3%) con un impatto pari a 79 milioni di euro e, infine, Abruzzo (+8,4%) con un impatto pari a 51 milioni di euro.