BARI – Nuova tegola giudiziaria, nuovo processo per l’oncologo Vito Lorusso, coinvolto nella vicenda dei farmaci rubati dall’istituto oncologico di Bari.
L’ex primario, accusato di peculato e ricettazione, è stato rinviato a giudizio dalla gip Ilaria Casu.
Lorusso è attualmente già in carcere dopo aver patteggiato una pena di 5 anni (per peculato e concussione per i soldi chiesti ai pazienti oncologici per visite, ricoveri e per velocizzare delle pratiche burocratiche), e le infermiere Lidia Scarabaggio e Donata Acquaviva.
Il processo inizierà il prossimo 5 ottobre. La gip – nonostante il doppio parere favorevole dei pm – ha rigettato la richiesta di patteggiare a tre mesi e di convertire la detenzione con una pena pecuniaria.
L’udienza preliminare di ieri al tribunale di Bari ha registrato anche una condanna, un’assoluzione, sette patteggiamenti e altri due rinvii a giudizio.
In 12 – tra medici, infermieri e operatori sanitari – erano imputati per peculato e autoriciclaggio per essersi impossessati di farmaci e dispositivi medici di proprietà dell’Istituto tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari.
In sette (Onofrio Costanzo, Maria Longo, Maria Elizabeth Pompilio, Michele Antonacci, Carlo Romito, Basilio Damiani e Vincenzo Senese) hanno invece patteggiato a pene da un anno e quattro mesi a due anni, dopo aver precedentemente risarcito la struttura che compare come parte offesa.
La pena è stata sospesa per sei imputati tranne che per l’operatore socio-sanitario Costanzo (un anno e quattro mesi) dati i suoi precedenti penali.
Tutti sono stati interdetti dai pubblici uffici e dichiarati incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni.
L’infermiere Vito Novielli, che aveva scelto il rito abbreviato, è invece stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di peculato, Emanuele Fino è stato condannato (pena sospesa) a un anno e quattro mesi per peculato.
A incastrare i sei dipendenti erano state, non solo le dichiarazioni di una ex collega, ma soprattutto le intercettazioni telefoniche e ambientali e le immagini immortalate delle sei telecamere installate dagli investigatori dal 9 aprile al 7 giugno 2021.
Le indagini, partite nel 2020, portarono al sequestro – nel giugno 2021 – di grandi quantità di dispositivi medico-ospedalieri appartenenti all’istituto, quindi di proprietà pubblica.
Quotidianamente, le persone sottoposte a misura (anche medici in pensione) avrebbero rubato dagli armadi dell’infermeria e dai depositi del reparto di oncologia medica farmaci, siringhe, flebo, cateteri, port-a-cath, garze, pannoloni e dispositivi medico-chirurgici di ogni tipo, “con la complicità e collaborazione del personale in servizio”.
Lo riporta quotidianodipuglia.it