Foggia – PRESENTATO stamane il nuovo comandante dell’arma di Foggia, il colonnello Antonio Diomeda. Il neo comandante è di origine leccese, di Galatina, classe 1962, ed ha assunto l’incarico al comando provinciale di Foggia dopo un ruolo svolto nei carabinieri del Senato della Repubblica a Roma, ma anche nel nucleo operativo dell’arma di Milano e Monza.
Al comandante Diomeda sono state rivolte, naturalmente, delle domande sul recente caso che ha funestato la “sicurezza civica” del territorio garganico, e della Capitanata: l’omicidio del presunto esponente di una delle famiglie della Faida garganica (la trentennale lotta nel territorio che oppone da un lato i Romito-Libergolis e da un’altra gli Alfieri-Primosa), il 67enne Francesco Libergolis, meglio conosciuto come “Ciccile u Calcarùle”.
Come confermato ieri a Stato anche dal Maggiore Rocco Italiano, l’intenzione delle forze dell’ordine locali sarà quella di «operare sinergicamente con le istituzioni del territorio» (stessa richiesta del procuratore di Bari e procuratore antimafia del distretto Bari-Foggia, Antonio Laudati, che ha richiesto infatti la «la presenza di un pool di magistrati della Procura di Foggia e della Procura distrettuale antimafia che si occupi a tempo pieno della criminalità organizzata del territorio», per garantire «qualità di intervento, coordinamento e sinergie istituzionali».
Nessuna novità invece dalle indagini dopo l’omicidio di Libergolis. Ieri sono state ascoltate una quindicina di persone nel territorio «vicine all’ambiente delle famiglie».
Intanto, da Monte Sant’Angelo, le associazioni Legambiente, Arci Nuova gestione e Obiettivo Gargano di Monte Sant’angelo, in provincia di Foggia, hanno chiesto in una nota le dimissioni del sindaco della cittadina garganica, Andrea Ciliberti, ”per manifesta inadeguatezza istituzionale per le sue affermazioni dopo l’omicidio di Francesco Li Bergolis’.
”Sbigottiti per quanto sta avvenendo nella nostra citta’, coinvolta, con l’omicidio Libergolis, in un’altra tappa dell’odissea mafiosa che terrorizza, ammutolisce e sconvolge questa parte del Gargano tra Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Mattinata – scrivono – ci chiediamo come mai non si riesca ad arginare un fenomeno sociale come quello mafioso. Leggiamo i giornali di oggi e troviamo le dichiarazioni del Procuratore antimafia per il distretto Bari-Foggia Antonio Laudati che interpreta gli omicidi di Franco Romito e Ciccillo Li Bergolis come ‘una chiara sfida alle istituzioni’, intendendo, con una affermazione cosi’ forte e inequivocabile che le istituzioni devono dare una decisa risposta. E Laudati traccia un profilo convincente di questa risposta – proseguono – con l’annunzio dell’arrivo di un pool di magistrati”.