Roma .”C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero 45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l’anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi di una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola. L’impegno del governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro. E per farlo occorrerà lavorare tutti insieme, senza proclami, senza annunci, senza effetti speciali, ma con l’impegno rigoroso di tutti. La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l’Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976, certo. Ma anche l’Umbria di vent’anni fa. E soprattutto penso al modello emiliano del 2012. Quel territorio ha “tenuto botta”, come si dice da quelle parti, ricostruendo subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. E la coesione mostrata è stata cruciale per raggiungere l’obiettivo. Dovremo prendere esempio da queste pagine positive. E fare del nostro meglio – senza annunci roboanti – per restituire un tetto a queste famiglie e restituire un futuro a queste comunità”.
Matteo Renzi detta l’agenda agli uomini della Protezione Civile come primo atto del piano del governo per dare una sistemazione adeguata agli sfollati e passare poi alla ricostruzione. “Emergenza, ricostruzione, prevenzione”, scrive il premier nella sua enews.
Casa Italia
”Quello che invece in passato non sempre è stato fatto è andare oltre l’emergenza, oltre la ricostruzione. Perché sull’emergenza l’Italia è forte. Sulla ricostruzione ci sono pagine di assoluta efficienza e pagine che invece andrebbero cancellate, lo sappiamo. Ma quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità.
Lasciatemi essere chiaro, da padre prima che da premier. L’idea iper razionalistica di chi in queste ore dice “rischio zero” è inattuabile. Da un lato l’Italia è troppo articolata per risolvere in partenza ogni problema legato alle calamità naturali. Dall’altro, io dico soprattutto, la pretesa di tenere sotto controllo la natura è miope e persino assurda. Ovunque nel mondo la Natura miete vittime per alluvioni, uragani, terremoti. E questo riguarda anche Paesi che noi giudichiamo più preparati del nostro: in tutto il mondo i lutti legati a calamità naturali sono numerosi.
Ma se mandiamo in soffitta la pretesa ideologica di chi vorrebbe tenere sotto controllo la natura, dall’altro è anche vero che non possono vincere i fatalisti che nel nome del destino continuano a costruire senza visione e strategia o impediscono di creare una cultura della prevenzione. Perché rincorrere quando potremmo anticipare?
Nessuno di noi potrà bloccare la natura, ma perché non cambiare mentalità e lavorare – tutti insieme – a un progetto che tenga più al riparo la nostra famiglia, la nostra casa?
Questo è il senso del progetto Casa Italia che nei prossimi giorni presenterò a tutti i soggetti interessati, ai professionisti, ai rappresentanti di comuni e regioni, ai sindacati e alle associazioni di categoria, agli ambientalisti e ai costruttori. Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Ma il fatto che sia una sfida difficile, non è un buon motivo per non provarci.
È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito. In Casa Italia immagino di inserire non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità.
Un progetto che coinvolga concretamente – non a chiacchiere – tutti i cittadini interessati a dare una mano alla comunità del nostro Paese. Abbiamo decine di argomenti su cui possiamo dividerci e litigare; su questo lavoriamo insieme. Nella mia responsabilità di capo del governo proporrò a tutte le forze politiche di collaborare su questi temi. Con Casa Italia in ballo c’è il futuro dei nostri figli, non di qualche ministero. E proporrò a tutti i partiti, anche a quelli di opposizione, di dare una mano perché la politica italiana offra una dimostrazione di strategia e non solo una rissa dopo l’altra. Noi lo faremo. Senza annunci a effetto, ma con il passo del maratoneta. Cioè con l’impegno di chi sa che la sfida è lunga, difficile e richiede la testa, non solo le gambe. Ma sa anche che passo dopo passo il traguardo diventa ogni istante più probabileìì.
”Dunque tre fasi. L’emergenza, la ricostruzione, la prevenzione. Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse. Ma l’impegno comune di far vedere il volto migliore dell’Italia. Lo dobbiamo a chi è stato ucciso dal terremoto e ai loro cari. Lo dobbiamo ai superstiti che hanno il diritto di tornare a vivere. Lo dobbiamo ai nostri figli perché l’immenso patrimonio italiano non è nostro. Non ce lo hanno dato in eredità i nostri genitori, ma ci è consegnato in prestito per i nostri figli. Dobbiamo essere all’altezza di questa responsabilità”.
Bilancio a 290 morti, si temono almeno 10 dispersi. Oltre 2.000 le repliche
Sono 2925 le persone assistite nei campi e nelle strutture allestite dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia. Secondo i dati forniti dalla Protezione civile, sono 970 le persone che hanno trovano alloggio nelle strutture messe a disposizione nella Regione Lazio, 1200 hanno trovano posto nelle Marche e 755 persone sono assistite nelle aree e strutture predisposte in Umbria. La disponibilità complessiva è di oltre 5400 posti, a cui si aggiunge la possibilità di allestire ulteriori moduli secondo necessità. (FONTE ANSA)
Sequenza sismica tra le province di Rieti, Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo: aggiornamento del 29/08/2016 ore 09.00
Questa notte sono state registrati numerosi eventi sismici nell’area della sequenza. Dopo il terremoto di magnitudo 6.0 avvenuto alle ore 03:36 italiane del 24 agosto, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha localizzato complessivamente 2220 eventi: 125 i terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0; 12 quelli localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 e uno di magnitudo maggiore di 5.0 (quello di magnitudo 5.4 (Mw 5.3) avvenuto il 24 agosto con alle ore 04:33 italiane nella zona di Norcia (PG).
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La mappa della sequenza sismica aggiornata al 29 agosto alle ore 9:00.
Dalle 18.00 di ieri sera (ora dell’ultimo aggiornamento) gli eventi di magnitudo maggiore di 3.0 sono stati 3, riportati nella tabella sottostante; il più forte è stato quello di questa mattina di magnitudo M 3.6 alle ore 08:20 (italiane) nella provincia di Rieti a pochi chilometri da Accumoli.
Data e Ora (UTC)
Magnitudo
Provincia/Zona
Profondità
Latitudine
Longitudine
2016-08-29 06:20:10
3.6
Rieti
9
42.75
13.19
2016-08-29 01:44:25
3.5
Ascoli Piceno
10
42.76
13.20
2016-08-28 20:22:30
3.1
Rieti
9
42.74
13.20
Link al Blog INGVterremoti
Sisma. Anche in Puglia solidarietà da parte dei migranti
I dirigenti delle Sezioni politiche per le migrazioni e protezione civile della Regione Puglia, Stefano Fumarulo e Lucia Di Lauro, sottolineano come anche in Puglia, subito dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia, siano arrivate numerose manifestazioni di solidarietà concreta da parte di migranti: “quanto accaduto dimostra, laddove ve ne fosse bisogno, che la spinta solidale che ha attraversato la nostra regione ha coinvolto anche chi vive in una condizione di precarietà. Dai richiedenti protezione internazionale ospiti dei C.A.R.A. di Bari e Foggia che si sono proposti per partire immediatamente come volontari sui luoghi del disastro ai 50 migranti ospiti della Cooperativa Sociale “Costruiamo Insieme” che hanno scelto di donare il sangue in favore delle vittime del terremoto, dai 20 migranti ospiti dello Sprar di Martina Franca che hanno deciso di devolvere parte dello stipendio derivante da alcune borse lavoro ai minori stranieri ospiti dello Sprar di Bari “La casa dei ragazzi del mondo” che hanno donato i loro pocket money che avevano messo da parte per acquistare i biglietti per la partita Italia-Francia che si giocherà il prossimo primo settembre. Quest’ultimo gesto simbolico è stato oggetto di una segnalazione alla FIGC considerata anche la giovane età dei protagonisti di questa scelta. Piccoli grandi gesti che, al di là di ogni retorica, provano una straordinaria umanità”.
Ha fatto bene Direttore a ricordarlo. Anche ad Amatrice i migranti hanno contribuito senza sosta a rimuovere le macerie.
Loro sanno che significa soffrire. Siamo noi che avvitati nel consumismo e nel vivere senza obiettivi li temiamo e vorremmo che andassero via.
Questo dovrebbero capire i caproni. Non tuttibi migranti sono terroristi come non tutti gli Italiani sono persone per bene.