Bari, 30 aprile 2024 – Simbolo e funzione. Su questo dualismo complementare, si è incentrato il progetto “La Porta delle Cave”, con l’intento di coniugare, attraverso l’architettura, tracce identitarie di una comunità, quella di Apricena (FG), con quelle della sicurezza stradale. Il centro dauno (circa 13 mila abitanti) a nord di Foggia, è il secondo bacino estrattivo d’Italia dopo Carrara e la pietra, la pietra di Apricena appunto, è il suo simbolo, la sua economia.
L’amministrazione comunale, da qualche tempo, ha attivato una serie di lavori per la sicurezza stradale attraverso la realizzazione di rotatorie cittadine in sostituzione di alcuni semafori. Di particolare importanza, è quella sorta ai bordi dell’abitato, tra viale Papa Giovanni XXIII e la Strada Provinciale, 37. Detta circolarità, invita a proseguire per la via delle cave e/o la rinomata Chiesa di Maria SS. dell’Incoronata, patrona della città, ubicata all’esterno del centro abitato. Anticamente quel percorso, frequentato dai cava-monti, lavoratori che quotidianamente si recavano nel sito estrattivo, riveste particolare importanza storica e religiosa.
Un gruppo di giovani architetti del Poliba: Sara D’Adamo, Teresa Lanzetta, Clara Rosa Romano, Clelia Santovito, Andrea Sgherza, Giuseppe Tota con il coordinamento del prof. Giuseppe Fallacara, docente di Progettazione architettonica e di stereotomia presso il Dipartimento di Architettura, Costruzioni, Design dell’ateneo pugliese, su richiesta dell’ente comunale, hanno inteso interpretare quello spazio, attraverso un progetto che mettesse in evidenza, come in vetrina, la bellezza di un’opera in pietra locale attraverso un simbolismo architettonico.
L’attività di ricerca e di progetto che ne è seguita, ha tratto linfa da un accordo quadro di collaborazione sottoscritto nel 2023 dal Politecnico con il Comune apricenese.
L’idea progettuale del Poliba, approvata dall’amministrazione comunale e stata finanziata dal “Gruppo Stilmarmo srl” che ha contribuito a trasformare il progetto in realtà.
Ed ecco al centro della rotatoria la Porta Trilitica: possenti, rari e preziosi blocchi unici di calcarenite da 20 tonnellate, alti 4 metri, con base 1,5m x 1m, si erigono verso l’alto, protesi al sostegno del primitivo architrave posto al di sopra, orizzontalmente. Per sostenere l’intera struttura così composta, è stata appositamente realizzata una fondazione (acciaio-calcestruzzo) di alta qualità, profonda oltre 1 metro, capace si sostenere 500kg/cmq! A lato, un blocco isolato, simboleggia, l’inizio, la materia grezza, che si trasforma nell’opera trilitica e che prosegue con altri tre blocchi addossati, di dimensioni differenti, come antica memoria di un asse murario.
L’opera, di grandi dimensioni, oltre ad impreziosire la nuova rotatoria della città, propone proprio attraverso dal porta trilitica un importante effetto visivo prospettico in direzione della Chiesa di Maria SS. dell’Incoronata.
L’intero progetto e il manufatto è stato dedicato al professor Claudio D’Amato Guerrieri, fondatore e preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari. Proprio D’Amato vide nella pietra l’identità delle ricerche della scuola di architettura del Politecnico. Intese così, concepire una sintesi tra arte, scienza e tecnica del costruire. Ciò ha dato vita alla formazione di generazioni di architetti e alla promozione di quelle realtà territoriali come Apricena che sulla risorsa lapidea ha costruito la sua storia, la sua identità.
Per ricordare e intitolare al prof. D’Amato “La Porta delle Cave” sabato, 27 aprile, una apposita cerimonia, organizzata dal Comune di Apricena, ha accolto sul luogo i progettisti del Politecnico, i cittadini.
Parole di elogio al contributo scientifico del Politecnico e al suo Rettore, sono state espresse, nell’intervento d’apertura, dal Sindaco della città, Antonio Potenza che a ricordato l’accordo quadro sottoscritto proprio con il Poliba. “L’iniziativa realizzata arricchisce la nostra città” – ha detto il sindaco. “La Porta delle Cave” dedicata al fondatore della Facoltà di Architettura, Claudio D’Amato Guerrieri, intende simbolicamente unire il nostro passato con il futuro”. Il Rettore, Francesco Cupertino è stato rappresentato dal prof. Francesco Defilippis, delegato all’Internazionalizzazione, che ha ritirato la targa commemorativa dedicata al Poliba. Il prof. Giuseppe Fallacara, allievo del prof. D’Amato, ha ricordato, con un velo di commozione, la figura dell’illustre docente e dell’impronta scientifico-didattica che intese proporre al territorio della Puglia attraverso la neonata facoltà di architettura. Una esperienza, ha ricordato il docente, vissuta in prima persona e in continuità: dapprima come studente, oggi come docente dello stesso ateneo. Targa ricordo anche al prof. Fallacara e a tre dei sei giovani architetti presenti: Sara D’Adamo di Brindisi, Clelia Santovito di Andria e Clara Rosa Romano di Bari.
Un accorato plauso al Politecnico di Bari e a quello che fa per il territorio, è giunto infine da Alfonso Maselli del “Gruppo Maselli srl”, intervenuto in chiusura, prima del taglio del nastro e di un corale applauso finale.