Questa scheda è spoiler-free: nel rispetto del lettore vergine della visione del film verranno isolate, nell’arco della recensione, eventuali rivelazioni critiche di trama (spoiler) su note a piè pagina, oltre a essere suggerito, a fine articolo, un indice della presenza di punti sensibili nell’opera il cui svelamento accidentale possa incidere su una sua corretta fruizione
Titolo originale: You’re Next
Nazione: Stati Uniti
Genere: thriller
BUTTATO in una manciata di copie e dopo due anni dalla sua realizzazione, è nelle sale You’re Next, thriller del giovane Adam Wingard, autore di breve esperienza che tenta di seguire la linea a cavallo tra lo slasher, il cinema d’assedio con l’aggiunta di sparute briciole di autoironia.
Sinossi: una coppia di anziani signori celebra il proprio anniversario invitando figli e rispettivi consorti in una villa defilata. L’armonia verrà disturbata da assalitori armati e mascherati con volti di animali.
Cominciano già ad udirsi fan ancora non troppo integralisti esaltare questa pellicola poco considerata dalla distribuzione, e sembra che la storia si ripeta. Una grossa fetta di pubblico horrorofilo, da un lato stanco/sazio del torture-porn con poche novità, dall’altro ormai arresosi nella speranza di vedere cinema terrificante alla Carpenter (il vecchio Carpenter, s’intende), sta mutando per adattamento e, come un affamato di carne che si piega a nutrirsi di hamburger vegetariani, immagina e sogna una nuova frontiera in terre che poco gli appartengono. Senza denigrare il rispettabilissimo cinema horror che gioca coi cliché prendendosi poco sul serio, l’impressione generale è che laddove qualcuno provi a produrre in questo ambito ancora poco battuto, ci sia da parte del pubblico un’indulgenza e un surplus di ovazione gratis solo per la “novità e audacia”, come se il semplice cambio di sapore bastasse per raggiungere l’eccellenza nel sapore di destinazione. L’aumentare di tentativi del genere lascia sospettare che ben più di un regista abbia annusato l’aria e Wingard pare tra costoro.
Non siamo dalle parti di Quella casa nel bosco, forse uno dei più furbetti risultati che ha cavalcato la recente moda sopra descritta, giacché You’re Next non punta sull’autoironia e fortunatamente. La pellicola di Wingard è principalmente un film d’assedio (vincente evergreen) che si concede nella seconda parte derive gore; è quando queste mutano verso lo splatter poco realistico che denunciano le intenzioni sotterranee del regista, quelle trattenute e giocate come asso nella manica nelle fasi finali dell’operetta. Ecco che You’re Next prende la piega dell’horror iperbolico e a sprazzi (in)volontariamente ridicolo con l’inaspettata eroina di turno che fa “fumettisticamente” a brandelli gli antagonisti. La puzza (o profumo) di questa linea è già in piccoli frangenti della prima parte, come antipasto di quel che Wingard crede essere la mossa vincente da servire come dolce.
Ma vince?
Non vince perché non convince e perché Wingard è in fondo ancora un dilettante. Le dosi funzionano, ma la sceneggiatura è mal calibrata, a tratti bucata, i dialoghi senza sale e gli attori lasciano il tempo che trovano. Tanti i momenti in cui il film perde di credibilità quando cerca di conquistarla, con risultati involontariamente comici da distinguere rigorosamente da quelli costruiti ad hoc nella seconda parte per sortire o ammiccare l’effetto autoironico. Sembra evidente, in sintesi, un’ingenuità che si chiama errore e non può essere perdonata con il pretesto che “si scherzava”. Troppo facile.
Eppure pare che questo giochetto funzioni, diffondendo un pericoloso virus tra il pubblico, quello che agevola imperizia travestita da idea originale.
You’re Next intrattiene e a scampoli fa a anche simpatia, ma resti alta l’attenzione a furbi e dilettanti.
Sempre che non vogliamo trovarne pieni gli scaffali.
Valutazione: 5/10
Spoiler: 10/10
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