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LUTTO È morto Popoff, addio a Valter Brugiolo simbolo dello Zecchino d’oro

È morto a 63 anni il simbolo dello Zecchino d’oro, interprete della canzone “Popoff”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Settembre 2024
Hot motori // Primo piano //

ROMA – È morto Valter Brugiolo, indimenticabile interprete della canzone Popoff, simbolo dello Zecchino d’oro. La canzone, pubblicata nel 1967, è una delle più note della storia della kermesse canora per bambini.

È stato anche attore, proprio da bambino, lavorando accanto a Nino Terzo, Lino Banfi, Stelvio Rosi e Enzo Cannavale.

Aveva 63 anni, lascia moglie e cinque figli.

È morto, secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, dopo una malattia molto aggressiva. Venti anni fa, subì un trapianto di rene (donatogli proprio dalla moglie).

La carriera di Valter Brugiolo

Valter Brugiolo nasce il 6 giugno 1961 a San Venanzio, provincia di Bologna. Dopo il successo con lo Zecchino d’oro, partecipa a diverse pubblicità di Carosello e lavora per un breve periodo, sempre da bambino, nel mondo del cinema.

È in numerosi musicarelli accanto a cantanti famosi come Al Bano e Romina, Little Tony e Mario Tessuto.

Ritorna allo Zecchino d’oro nel 2008 in una edizione speciale nella quale ogni concorrente del passato reinterpreta la propria canzone con un ospite.

Nello stesso anno si candida in Emilia-Romagna nelle liste dell’Unione di Centro per la Camera dei deputati. Era un testimonial a sostegno della donazione di organi, avendo lui stesso ricevuto un rene in seguito a una complicazione nel 2002.

Il testo e il significato di Popoff

Popoff è un brano musicale del 1967, vincitore della nona edizione dello Zecchino d’Oro. Il brano racconta la storia di un cosacco al servizio dello zar, chiamato Popoff, grasso e goffo che non riesce a marciare insieme agli cosacchi verso il fiume Don.

Il testo di Popoff

Nella steppa sconfinata,
A quaranta sotto zero,
Se ne infischiano del gelo
I cosacchi dello Zar.

Col colbacco e gli stivali,
Camminando tutti in fila,
Con la neve a mezza gamba,
Vanno verso il fiume Don.

Ma Popoff
Sbuffa sbuffa e dopo un po’
Gli si affonda lo stivale
Nella neve e resta lì.

Ma Popoff
Del cosacco che cos’ha?
Ha il colbacco e gli stivali,
Ma non possono bastar.

La la la la, la la la la
La la la la, la la la…
La la la la, la la la la
La la la la, la la la…

I cosacchi lunghi e fieri,
Con i baffi volti in su,
Nella neve vanno alteri,
Ma Popoff non c’è più.

È rimasto senza fiato,
Sulla pancia accovacciato,
Che cosacco sfortunato
Questo povero Popoff.

Ma Popoff
Non si arrende e dopo un po’
Scivolando sulla pancia
Fila verso il fiume Don.

Hei Popoff,
Così proprio non si può,
Non cammina in questo modo
Un cosacco dello Zar.

La la la la, la la la la
La la la la, la la la…
La la la la, la la la la
La la la la, la la la…

I cosacchi sono stanchi,
Non si vede il fiume Don,
Con i baffi congelati
Più non vogliono marciar.

Nella steppa sconfinata
A quaranta sotto zero
Sono fermi in mezzo al gelo
I cosacchi dello Zar.

Ma Popoff
Così tondo che farà?
Rotolando nella neve
Fino al fiume arriverà.

Ma Popoff
Così tondo che farà?
Rotolando nella neve
Fino al fiume arriverà.

La la la la, la la la la
La la la la, la la la…
La la la la, la la la la
La la la la, la la la…

Lo riporta fanpage.it

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La violenza è una malattia, una malattia che danneggia tutti coloro che lo usano, indipendentemente dalla causa. (Chris Hedges)

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