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OMICIDIO Foggia, nuovo appello per l’omicidio di Francesco Traiano: 4 imputati

L'accoltellato al volto nel suo bar-tabaccheria “Gocce di caffè” di via Guido Dorso a Foggia durante una rapina

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
31 Agosto 2024
Cronaca // Foggia //

FOGGIA – Ci sono le loro mani macchiate dal sangue di Francesco Traiano, accoltellato al volto nel suo bar-tabaccheria “Gocce di caffè” di via Guido Dorso a Foggia durante una rapina il 17 settembre 2020 e deceduto a 38 anni il successivo 9 ottobre dopo 22 giorni di coma;

ma quali devono essere le condanne da infliggere ai 4 imputati con eventuali sconti di pena?

E’ la risposta che la seconda sezione della corte d’assise d’appello di Bari dovrà dare il 25 novembre nel processo-quater a 4 giovani foggiani accusati a vario titolo di concorso in omicidio, rapina, incendio e ricettazione d’auto. La Cassazione lo scorso 21 maggio ha confermato la responsabilità dei 4 imputati e disposto la celebrazione di un nuovo processo d’appello soltanto per valutare se ridurre o confermare le pene inflitte dalla corte d’assise d’appello di Bari il 23 settembre 2023.

Fonte: today

I 4 imputati – Alla sbarra Antonio Bernardo, 27 anni, nei precedenti gradi di giudizio condannato a 30 anni per omicidio, rapina, ricettazione e incendio dell’auto usata per il colpo;

Antonio Pio Tufo, 24 anni, condannato a 25 anni per omicidio, rapina e ricettazione; il coetaneo Christian Consalvo, condannato a 27 anni per omicidio e rapina con assoluzione dall’accusa di furto dell’auto per mancata querela del derubato; Simone Pio Amorico, 25 anni, estraneo all’omicidio, gli furono inflitti 7 anni per concorso nella progettazione della rapina e incendio della macchina.

Furono arrestati il 25 febbraio 2021 insieme a un quinto complice, che all’epoca del delitto era minore: lui accoltellò Traiano e sconta 16 anni per omicidio, rapina, furto dell’auto e spaccio.

Rapina da 100 euro – L’allora minore, Tufo, Bernardo e Consalvo arrivarono con una “Fiat Punto” alle 14.10 del 17 settembre davanti al bar; i primi 3 a volto coperto e con l’ex minore armato di coltello fecero irruzione nel locale dove c’erano Traiano e 2 dipendenti, mentre Consalvo rimase alla guida dell’auto.

Francesco Traiano – Fonte: FoggiaToday.it

Tufo si fermò sulla soglia e scagliò un posacenere contro i 2 dipendenti; il minore e Bernardo si diressero verso Traiano accoltellato all’occhio dal ragazzo: i 2 aggressori colpirono poi il commerciante con calci e pugni anche quand’era esanime a terra. La rapina durò meno di un minuto, fruttò 100 euro e una manciata di biglietti del “gratta e vinci”. Seguì la fuga in auto abbandonata in campagna e bruciata qualche ora più tardi. Amorico intervenne nei giorni precedenti nella fase preparatoria della rapina; e subito dopo, prelevando in campagna con la propria auto Consalvo e il minore per riportarli in città.

La Cassazione – A maggio la Cassazione confermò la colpevolezza dei 4 imputati, ma annullò la sentenza d’appello e ordinò la celebrazione di un nuovo processo limitatamente a Consalvo per il diniego dei giudici a riconoscergli l’attenuante del concorso anomalo, ossia reato diverso da quello voluto e che comporta una sensibile riduzione di pena; e annullò la sentenza per i 4 imputati per verificare nel nuovo processo se l’aggravante della minore età del complice sia applicabile ai maggiorenni, se cioè emerge dagli atti che sapessero che aveva meno di 18 anni: si si dovesse escludere questa aggravante, si porrà il problema di bilanciare le altre aggravanti con le attenuanti, ed eventualmente ridurre la pena.

L’autista della banda – Secondo la difesa Bernardo, Tufo e Consalvo non sapevano che il complice minorenne fosse armato, quindi non potevano prevedere che avrebbe accoltellato Traiano, per cui il loro fu concorso anomalo in omicidio.

ph enzo maizzi, Foggia
ph enzo maizzi, Foggia

Per i giudici di primo e secondo grado invece i 3 maggiorenni sapevano che il minore avesse un coltello, perché uscì dall’auto impugnandolo. Per la Cassazione “Consalvo ebbe modo di vedere che il minore usciva dall’auto brandendo il coltello, ma a differenza di Benardo e Tufo non fece ingresso all’interno del locale rimanendo alla guida dell’auto.

Con riferimento quindi alle posizioni di Bernardo e Tufo, pare dotata di ferrea logica la deduzione della sussistenza del concorso ordinario in omicidio per essere entrati nel bar col minore visibilmente armato; e per aver non solo assistito alla fase nodali dell’aggressione, bensì anche validamente spalleggiato il minore.

Quanto a Consalvo, invece, la deduzione in termini di prevedibilità dello sviluppo degli avvenimenti” (la rapina finita tragicamente) “muove dal dato esclusivo costituito dall’aver visto il coltello brandito dal minore.

Gli elementi da quali desumere la prevedibilità del successivo sviluppo omicidiario, allora si arrestano al mero dato della visione del coltello impugnato dal minore prima di fare irruzione.

I giudici di secondo grado hanno quindi impropriamente accomunato posizioni tra loro distinte” (quelle di Bernardo e Tufo a quella di Consalvo) “senza chiarire col dovuto dettaglio da quali elementi specifici e puntuali, che vadano oltre alla sola visione del coltello nelle mani del minore all’esterno del bar, siano state raggiunte le conclusioni per condannare Consalvo per concorso ordinario in omicidio e non riconoscere il concorso anomalo”.

Lo riporta lagazzettadelmezzogiorno.it

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