FOGGIA – Tutti in classe dal 16 settembre, ma molte scuole apriranno prima, per scelta, così da recuperare qualche giorno in più durante l’anno. Saranno 516.808 gli studenti pugliesi chiamati in classe.
Di questi 166.515 a Bari e provincia, 51mila circa nella Bat, 48mila a Brindisi e dintorni, 79mila nel Foggiano, 97mila in provincia di Lecce e 73mila nel Tarantino.
La quota dei ragazzi con disabilità riconosciuta (e quindi con il diritto a un insegnante di sostegno, anche se in alcuni casi soltanto per poche ore) è di 23.175 unità.
Il calo demografico
In un anno la Puglia ha perso 13mila studenti. Colpa del calo demografico, che continua a falcidiare le scuole. Sono gli effetti della prima contrazione delle nascite, avvenuta dai sei ai dieci anni fa.
Negli anni seguenti la situazione sarà ancora peggiore. Basti pensare che nell’anno scolastico finito nello scorso luglio con gli esami di maturità e di terza media gli studenti pugliesi erano 529.044. In aumento, invece, il numero di alunni e ragazzi con disabilità, che un anno fa si fermava a 21.909.
Quest’ultimo fenomeno, con la quota in continuo aumento negli ultimi anni scolastici, è dovuto a una maggiore propensione da parte delle famiglie a chiedere aiuto in caso di difficoltà.
Il calo demografico, in ogni caso, riduce e di molto il numero dei ragazzi. Tredicimila i banchi persi in un anno, quasi 60mila quelli invece rimasti vuoti negli ultimi cinque anni, dal 2019/20 a oggi.
In quel caso gli studenti pugliesi erano 572.772.
Da capire, poi, quanto e come varierà il numero delle classi. Di certo la denatalità ha contribuito a sconfiggere un fenomeno che invece era preoccupante: le classi pollaio.
Meno studenti, meno affollamento. L’equazione è semplice.
I dati del ministero
Il dato complessivo, per capire a quale livello scolastico vi sia una maggiore contrazione di alunni, sarà reso noto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito soltanto tra un paio di settimane.
Le prime proiezioni, però (ancora tutte da ufficializzare), vedono un calo significativo, anche maggiore, in percentuale, rispetto a quello nazionale.
Anche qui in attesa di numeri ufficiali, il ministro Giuseppe Valditara ha spiegato che vi saranno circa 112mila ragazzi in meno nelle classi di tutta Italia.
E ha ribadito che l’organico amministrativo, tecnico e il personale docente non subirà alcuna variazione.
Gli studi sugli effetti del calo demografico sulla scuola italiana sono molteplici: il rischio è che nel giro di 5-10 anni si perdano via via autonomie scolastiche – ed è quello che già dal prossimo anno avverrà ovunque, Puglia compresa, con le nuove linee di dimensionamento scolastico – e che soprattutto nei piccoli Comuni alcune scuole possano essere addirittura a rischio. Discorsi per ora prematuri, ma il trend è chiaro.
Se fino all’anno scorso la Puglia perdeva 10mila ragazzi all’anno, in questo caso la contrazione è ancora maggiore. E le classi restano più vuote, un po’ come le culle.