FOGGIA – L’interdizione dai pubblici uffici decisa dal gip nei confronti dell’ex commissario al dissesto idrogeologico ed ex direttore generale dell’Asset Sannicandro è proporzionata rispetto agli elementi emersi nell’indagine condotta dalla Finanza con i pm Claudio Pinto e Savina Toscani.
È quanto ha ritenuto il Tribunale del Riesame (presidente Mastrorilli), rigettando l’appello presentato a gennaio dal manager barese (difeso dall’avvocato Michele Laforgia) che aveva chiesto la revoca del provvedimento adottato il 21 novembre.
Sannicandro è accusato di concorso in corruzione e turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta «Ossigeno» (recentemente chiusa) sugli appalti del dissesto idrogeologico che avrebbero favorito le imprese riconducibili ad Antonio e Carmelisa Di Carlo, padre e figlia, imprenditori di Lucera.
Sannicandro ha sempre respinto tutte le accuse.