Un riconoscimento che celebra la regione per la sua straordinaria combinazione di bellezze naturali, storia antica e delizie gastronomiche.
Le acque cristalline e le spiagge incontaminate del Salento, i pittoreschi borghi della Valle d’Itria con i loro iconici trulli, e l’eccezionale patrimonio culinario pugliese hanno conquistato la giuria internazionale. Alberobello, con i suoi trulli dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è solo una delle tante gemme che la Puglia offre.
Ma non è solo la bellezza dei paesaggi a rendere unica questa regione. La Puglia offre un’esperienza di viaggio completa che coinvolge tutti i sensi. Partecipare a corsi di cucina tradizionale, degustare vini pregiati nelle cantine di famiglia, esplorare le grotte marine del Gargano o passeggiare tra gli uliveti secolari sono solo alcune delle attività che attendono i visitatori.
La Puglia è una terra che sorprende e affascina, un mosaico di esperienze diverse che si intrecciano in un viaggio indimenticabile. Un viaggio che vale la pena intraprendere per scoprire un tesoro tutto italiano.
Lo riporta Radiolina.it
Questi riconoscimenti onorano, ma ad Alberobello noi abitanti abbiamo perso la pace…
Il flusso turistico è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, il problema di “over turism” è evidente, ma le amministrazioni che si avvicendano e i numerosi esercenti, sono tutti contenti…
Andrebbe quantomeno organizzato meglio il sistema parcheggi con relativi collegamenti e servizi.
Il turismo porta anche ricchezza e benessere, che ha consentito il recupero di ruderi abbandonati da decenni, diventate splendide residenze, ma non c’è dubbio che i luoghi vengano del tutto snaturati, ad uso e consumo dei visitatori, perdendo la vera essenza per cui sono nati e che hanno consentito il riconoscimento UNESCO. Grazie alla lungimiranza di alcuni operatori turistici, alcuni complessi a trullo sono stati lasciati intatti, salvati da ristrutturazioni che, seppur effettuate a regola d’arte, cancellano la vera e “povera” identità del popolo contadino dei selvesi. In parte è anche giusto così, poiché dubito che i turisti dormirebbero volentieri sui materassi di paglia! 🙂
I ristoranti nel frattempo si sono decuplicati, non sempre a vantaggio di una proposta qualitativa, a meno che non ci si sveni.
Ad Alberobello costa tutto di più, dal pane ai parcheggi, passando per bar, ristoranti e panzerotterie varie. Fino a poco tempo fa, qualche esercente riconosceva ancora “i paesani”, con relativo riguardo, ora manco quello, tranne rari casi.
Comunque, sarà sempre meglio vivere ad Alberobello che a Taranto Tamburi (ex Ilva); non me ne vogliano gli amici tarantini per il paragone vagamente macabro…