Statoquotidiano.it, 22 settembre 2024. Stornarella – T.A.R.I., tassa sui rifiuti croce e non delizia per molti contribuenti.
In questi giorni, sta arrivando nelle case degli italiani l’avviso relativo alla seconda rata del pagamento di tale tributo e non stanno mancando lamentele legate agli aumenti rilevati in bolletta da parte dei cittadini, anche in quel di Stornarella.
A tal riguardo, come ha fatto notare il primo cittadino Massimo Colia in un suo post su Facebook del 20 settembre: “Come al solito, c’è chi si diverte a parlare a sproposito”.
In realtà, gli aumenti registrati, ha così tenuto a evidenziare il sindaco di Stornarella, “sono in linea con quelli della maggior parte dei comuni italiani” e, per di più, sembrerebbero non generalizzati: in alcuni casi, infatti, dice Colia “ci sono state riduzioni”.
La nuova tariffazione, in effetti, ha comportato un incremento dei costi, principalmente a causa dell’aumento delle spese nel biennio precedente.
E, per di più, il nuovo sistema di calcolo, informa Colia “esautora i comuni da ogni potere di intervento sui piani finanziari del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
Ragion per cui mentre in passato il costo del servizio era stabilito tramite una negoziazione tra Comune e gestore, consentendo agli enti locali di influenzare le tariffe, oggi, invece, il costo è determinato a consuntivo, basandosi sui costi effettivi sostenuti dal gestore stesso, secondo i parametri stabiliti da Arera, ossia l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che svolge appunto attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore.
Conseguentemente, negli ultimi tempi i Comuni hanno solo il compito di riscuotere le tariffe dai cittadini, secondo decisioni già prese dall’Autorità.
“Non c’è spazio per interventi” ha tenuto dunque a chiarire Massimo Colia nel suo post “gli enti comunali sono semmai obbligati ad approvare i piani finanziari in Consiglio per evitare disavanzi, di cui sarebbero personalmente responsabili il sindaco e l’amministrazione”.
Disponibilità piena ha tuttavia espresso il primo cittadino nei confronti di chi necessitasse di chiarimenti, invitando i suoi concittadini “a recarsi presso gli uffici competenti, poiché non è possibile fornire spiegazioni individuali sui social media, come qualcuno potrebbe pensare. Infatti, alcune informazioni relative al sistema di calcolo toccano aspetti di privacy”.
A emergere, in risposta da parte di alcuni compaesani, non sono mancate comunque rimostranze rispetto alla gestione del servizio di raccolta rifiuti, che: “in alcune vie del paese non è adeguatamente effettuato” come nelle parole del post di uno stornarellese che ha aggiunto: “in via De Curtis, sul marciapiede, lato in prossimità della zona coltivata, ci sono numerose bottiglie di vetro già da diverso tempo. Nessun operatore ecologico percorre quella arteria urbana”.
E non sono mancati i cittadini per i quali “l’aumento è stato di molto e non credo sia normale”.
Anche a questo proposito, il sindaco comunque ha tenuto a precisare che gli aumenti “non sono elevati a meno che le variazioni non dipendano da modifiche della composizione del nucleo familiare in aumento, come è capitato in alcuni casi. In questi giorni è venuto un cittadino in Comune che aveva dimenticato questo particolare e quando l’operatore glielo ha fatto notare ha compreso le ragioni dell’aumento”.
L’interlocutore ha però prontamente incalzato, informando il sindaco del fatto che “il mio nucleo familiare non è aumentato, siamo sempre io e mamma, ed ho avuto un aumento di 23€. Una famiglia composta da quattro persone ha ricevuto una bolletta con 70€ in meno rispetto a noi che siamo in due, come è possibile?”.
Sicuramente, ai fini di una definizione obiettiva del tributo in questione, come ha affermato il sindaco “i singoli casi sono da verificare recandosi direttamente presso l’ufficio comunale competente”, come anche “serve la collaborazione della cittadinanza, infatti le segnalazioni come questa sono utili a migliorare il servizio”.
Sta di fatto che la Tari, o Tassa sui Rifiuti, è un’imposta comunale che ogni cittadino deve pagare per finanziare i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, introdotta con la Legge di Stabilità 2014 che ha sostituito le precedenti imposte sui rifiuti, ovvero la TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi), la TIA (Tariffa di igiene ambientale) e la TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), semplificando l’intero iter con un unico sistema di tassazione.
La tassazione sui rifiuti è di competenza per tutti i proprietari o detentori a qualsiasi titolo di locali e aree scoperte che producono rifiuti urbani. Questo include sia le abitazioni private che gli esercizi commerciali, le attività produttive, e qualsiasi altra struttura che si supponga possa produrre rifiuti. Questa tassa è dovuta anche per chi utilizza temporaneamente un immobile, come affittuari o comodatari.
È tenuto al pagamento della Tari chiunque occupi l’immobile, sia esso inquilino in affitto o proprietario. Nel dettaglio, deve pagare la Tari:
- Il proprietario dell’immobile che vi risiede
- L’affittuario di un immobile con un contratto di locazione superiore a 6 mesi.
Se l’inquilino ha un contratto di locazione inferiore a 6 mesi, l’obbligo di pagamento della Tari ricade sul proprietario dell’immobile. In pratica, chi utilizza l’immobile per un periodo pari o inferiore a 6 mesi non è tenuto a versare la Tari, poiché la responsabilità del pagamento rimane interamente al proprietario di casa. [fonte Forbes, del 24.07.24].
Chi è proprietario di un immobile in cui non è residente è comunque tenuto a pagare la Tari, ma può richiedere uno sconto.
La riduzione della Tari per non residenti è applicabile a immobili utilizzati solo stagionalmente o per brevi periodi. Questa agevolazione, concessa secondo approvazione degli enti locali in cui è registrato l’immobile, prevede una riduzione percentuale della tariffa ordinaria. Per ottenerla, il proprietario deve presentare un’apposita richiesta al Comune, dimostrando l’uso discontinuo dell’immobile tramite documentazione adeguata, come bollette energetiche ridotte o dichiarazioni sostitutive.
Il pagamento della Tari in ritardo comporta l’applicazione di sanzioni e interessi di mora. Nel 2024, la sanzione per ritardato pagamento della TARI varia dal 1% al 30% dell’importo dovuto, in base ai giorni di ritardo.
Le sanzioni applicabili all’importo dovuto in caso di ritardato pagamento della Tari sono le seguenti [fonte Forbes, del 24.07.24]:
VERSAMENTO TARI SCADUTA |
IMPORTO SANZIONE |
Entro 15 giorni dalla scadenza |
0,1% per ogni giorno di ritardo |
Tra il 16° e il 30° giorno successivo alla scadenza |
1,5% della tassa non pagata |
Tra il 31° e il 90° giorno successivo alla scadenza |
1,67% della tassa non pagata |
Entro un anno dalla scadenza |
3,75% della tassa non pagata |
Da 1 a 2 anni dalla scadenza |
4,29% della tassa non pagata |
Oltre due anni dalla scadenza |
5% della tassa non pagat |
Previsto un cosiddetto bonus Tari, un’agevolazione riservata alle famiglie con difficoltà economiche, finalizzata a ridurre l’importo della tassa sui rifiuti.
Nel 2024, per beneficiare del bonus, i nuclei familiari devono avere un ISEE pari o inferiore a 9.530 euro. Se il nucleo familiare ha almeno quattro figli a carico, il limite ISEE sale a 20.000 euro.
Il bonus si può richiedere presso il Comune di residenza, presentando la dichiarazione ISEE e la documentazione richiesta. L’agevolazione consiste in una riduzione percentuale della tassa, che varia in base alle risorse disponibili del comune.
Le domande devono essere presentate entro le scadenze stabilite dal comune stesso. [fonte Forbes, del 24.07.24].