Un giro di fatture false e contratti in subappalto scambiati tra società che si sono rivelate cartiere, ovvero prive di capacità produttiva, e due Srl del settore edilizio di Barletta.
Così, secondo quanto accertato dai finanzieri del comando provinciale di Barletta-Andria-Trani, le due imprese più grandi sarebbero riuscite ad “abbattere l’utile e le relative imposte”.
I sigilli riguardano beni di lusso, conti correnti, quote societarie e una trentina di immobili per cui è stata chiesta la confisca. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, sono iniziate quando i finanzieri hanno riscontrato anomalie nel corso di verifiche fiscali. Analizzando nel dettaglio le fatture, gli investigatori si sono resi conto che alcune erano state emesse da imprese cartiere in favore di una delle Srl per “generare credito d’imposta e compensare il debito fiscale dei lavoratori assunti”.
Inoltre, con “simulati contratti di sub appalto, venivano fatturati e creati costi alla società madre, risultata l’unica attiva, con conseguente abbattimento dell’utile di esercizio e delle imposte dovute”. Alle società è stata contestata “l’ipotesi di responsabilità amministrativa che prevede sia sanzioni pecuniarie sia interdittive e di confisca per il profitto illecito ottenuto”.
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