Con atto di recente pubblicazione, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna nei confronti di F.M., autotrasportatore ritenuto responsabile di omicidio colposo plurimo e lesioni personali in seguito a un grave incidente avvenuto lungo l’autostrada A14, nel giugno 2012.
Il sinistro, causato dall’attraversamento di una densa nube di fumo provocata da un incendio nei campi adiacenti, ha sollevato rilevanti interrogativi su sicurezza stradale e responsabilità individuale.
Secondo quanto stabilito dai giudici, l’imputato si è inoltrato nel banco di fumo senza adottare adeguate misure di sicurezza, diventando un ostacolo invisibile per i veicoli sopraggiungenti. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, ha chiarito che l’imputato aveva percepito il pericolo e avrebbe dovuto fermarsi in corsia di emergenza, segnalando la situazione ai conducenti che seguivano.
Nonostante i tentativi di difesa, che hanno sottolineato le circostanze imprevedibili e il comportamento simile degli altri conducenti coinvolti, la Cassazione ha ritenuto ineccepibile la ricostruzione del giudizio di merito. La condotta dell’imputato è stata giudicata colposa, poiché l’omessa adozione di un comportamento alternativo sicuro ha avuto un nesso causale diretto con la tragedia.
La vicenda sottolinea la centralità delle norme di prudenza nella guida e la loro funzione di prevenzione del rischio. Inoltre, evidenzia l’importanza del principio di prevedibilità del danno, anche in situazioni eccezionali.