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RIVOLTA Foggia, il caso rinnovabili: “La Daunia svenduta alle multinazionali dell’energia”

Associazioni e comitati in rivolta: "Speculazione senza controllo, la politica prenda posizione"

AUTORE:
Giovanna Tambo
PUBBLICATO IL:
8 Marzo 2025
Cronaca // Foggia //

Foggia, il caso rinnovabili: “La Daunia svenduta alle multinazionali dell’energia”
Associazioni e comitati in rivolta: “Speculazione senza controllo, la politica prenda posizione”

Foggia, 7 marzo 2025 – La provincia di Foggia è al centro di quella che le associazioni ambientaliste definiscono “la più grave speculazione territoriale di sempre”. Il rischio? Che la Daunia venga trasformata in un’immensa distesa di pale eoliche, pannelli fotovoltaici, elettrodotti e infrastrutture collegate, a discapito del paesaggio, della biodiversità e delle attività economiche tradizionali.

Mentre i progetti di nuovi impianti si moltiplicano, il sistema di autorizzazioni – affidato all’Ufficio Ambiente della Provincia di Foggia, delegato dalla Regione – è finito nell’occhio del ciclone. Secondo i comitati locali, le valutazioni ambientali vengono effettuate in modo “disinvolto”, senza un adeguato controllo politico e senza un reale coinvolgimento della comunità.

Un territorio già saturo, ma gli impianti continuano a crescere

L’iter autorizzativo, suddiviso tra Provincia, Ministero e Comuni, procede in modo scoordinato, mentre la Regione Puglia si limita a osservare, senza opporsi a decisioni imposte dal Governo centrale.

Le associazioni ambientaliste denunciano quello che definiscono un “tradimento” da parte dell’ente provinciale, accusato di non difendere il territorio ma di favorire, invece, l’espansione incontrollata delle rinnovabili.

A rischio paesaggio, biodiversità e identità storica.
L’impatto di questa proliferazione di impianti è devastante:

La biodiversità è compromessa e gli ecosistemi locali vengono alterati.
Il paesaggio, un tempo fiore all’occhiello della Daunia, viene deturpato e reso irriconoscibile.
Il turismo rurale, legato a masserie storiche e percorsi antichi come i Tratturi regi, rischia di essere soffocato da distese industriali di pale e pannelli.
Le terre agricole della Capitanata, un tempo considerate il “granaio d’Italia”, sono sempre più vulnerabili, mentre il settore agricolo si trova in crisi e senza tutele.
A essere minacciata è anche l’identità culturale del territorio: siti storici come la Torre di Tertiveri, Castelpagano, il castello di Lucera e Castelfiorentino, dove morì Federico II, sono oggi senza protezione, con la possibilità che nuovi impianti ne compromettano irrimediabilmente il contesto.

“Mo Avast”: la protesta cresce, la politica deve rispondere
Di fronte a questo scenario, un ampio fronte di associazioni e comitati ha deciso di dire basta. Il movimento “Mo Avast”, che raccoglie sigle storiche come LIPU, Italia Nostra, FIAB, Conalpa e VAS, ha organizzato una manifestazione di protesta davanti alla sede della Provincia di Foggia.

L’obiettivo? Chiedere un intervento immediato della politica. La Regione Puglia sta lavorando a una nuova legge sulle aree idonee e non idonee per le rinnovabili, ma i comitati temono che il provvedimento sia stato scritto su misura per le grandi società energetiche, anziché per tutelare il territorio.

“La Daunia non può essere trattata come una terra di conquista per gli investitori dell’energia – denunciano i manifestanti –. Le rinnovabili non possono essere imposte con la logica di un’espansione senza regole, che soffoca le comunità locali e distrugge il paesaggio. Vogliamo sapere da che parte sta la politica. E se intende finalmente difendere questo territorio.”

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