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MAFIA “Puglia: 11 milioni per trasformare i beni confiscati in spazi di comunità e inclusione sociale”

Un altro passo in avanti. L'impegno della Regione Puglia nella costruzione di una cultura della legalità prosegue e si rafforza con l'adozione di "Puglia Beni Comuni"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Marzo 2025
Cronaca // Manfredonia //

Un altro passo in avanti. L’impegno della Regione Puglia nella costruzione di una cultura della legalità prosegue e si rafforza con l’adozione di “Puglia Beni Comuni”, l’Avviso pubblico sul riutilizzo sociale dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.

Attraverso una dotazione finanziaria di 11 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessora Viviana Matrangola, il bando consentirà di finanziare progetti di riqualificazione culturale, urbana e sociale di beni immobili localizzati nel territorio pugliese e trasferiti, dopo la confisca, al patrimonio indisponibile dei Comuni.

La misura, adottata dalla Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni e Antimafia sociale della Regione Puglia, è finanziata nell’ambito della Sub-Azione 8.2.2 del PR Puglia FESR-FSE+ 2021-2027 (“Riuso di beni immobili, compresi beni confiscati alla criminalità organizzata, e/o terreni se strettamente funzionali e connessi ad una struttura utile a creare spazi di comunità”). La call resterà aperta per 100 giorni a partire dalla pubblicazione ufficiale dell’Avviso, che avverrà nei prossimi giorni.

“Puglia Beni Comuni” si rivolge ai Comuni pugliesi assegnatari di un bene confiscato affinché assumano l’impegno formale di gestirlo direttamente o tramite affidamento in concessione a titolo gratuito per un periodo di almeno 5 anni, con l’obiettivo di costruire spazi di comunità che favoriscano lo sviluppo delle relazioni sociali e la ricucitura del tessuto urbano.

Le proposte progettuali – definibili anche attraverso processi di consultazione pubblica, partecipazione della cittadinanza e co-progettazione con gli enti del terzo settore – dovranno realizzare iniziative nei beni, capaci di promuovere l’inclusione sociale e contribuire allo sviluppo locale, facilitando l’accesso delle comunità ai servizi sociali, culturali e ricreativi e favorendo, tra l’altro, sinergie tra i servizi istituzionali e i servizi territoriali. I progetti potranno riguardare uno o più dei seguenti ambiti tematici:

 

– attività finalizzate alla produzione di beni e/o all’erogazione di servizi, in assenza di scopo di lucro, in favore delle fasce marginali della popolazione (es. servizi di co-housing anziani/giovani, inclusione immigrati, disabili, donne e minori vittime di violenza, servizi di supporto alla genitorialità, mediazione familiare, sportelli di ascolto, gruppi di auto mutuo aiuto, ecc.);

– riutilizzo di fabbricati con annesso terreno ubicati in aree urbane per lo svolgimento di attività legate anche agli orti urbani, collettivi, didattici e/o socio-terapeutici, in linea con quanto prescritto dalla L. R. 19 febbraio 2024, n. 10 “Orti di Puglia. Disposizioni in materia di orti urbani, collettivi, didattici e socio-terapeutici e modifiche in materia di governo e uso del territorio” o di attività legate agricoltura sociale non a prevalenza agricola;

– recupero funzionale di alloggi da destinare a progetti pilota per percorsi di vita indipendente rivolti a disabili (es. ideazione e realizzazione di strumenti di domotica tecnologicamente avanzati per l’autonomia delle persone con gravi disabilità, ecc.);

– recupero funzionale di alloggi da destinare a progetti pilota rivolti a soggetti vulnerabili (es. donne vittime di violenza, minori non accompagnati, ex detenuti, migranti ecc.)

– interventi di cittadinanza sociale (es. attivazione della cittadinanza attiva, centri di aggregazione sociale, attività sportive, culturali e ricreative, formazione civica, ecc.);

– tutela e valorizzazione del territorio attraverso la realizzazione di spazi aperti urbani inclusivi (es. teatri all’aperto, spazi di condivisione, spazi per la socialità, campi da gioco, ecc.);

– attività di co-working solidale per nuove esperienze autonome e produttive di lavoro (es. inteso come luogo che soddisfa i bisogni di uno spazio di lavoro condiviso con la possibilità di avere uno spazio creato a misura di bambine/i a supporto della genitorialità, priva di una rete familiare supportiva).

Ogni soggetto proponente potrà presentare una sola proposta riguardante un unico bene confiscato. Ciascun progetto potrà essere finanziato da un minimo di 250 mila euro fino a un massimo di 1 milione di euro, a copertura delle spese tecniche e di rifunzionalizzazione e allestimento dei beni, fatta salva la facoltà per il proponente di integrare l’entità del contributo con risorse aggiuntive, nel rispetto delle indicazioni dell’Avviso.

 

Il bando individua criteri di premialità nella selezione delle proposte progettuali (qualità funzionale, co-progettazione, rigenerazione urbana, innovatività, attenzione alle fasce deboli) e fissa tempi rapidi per l’avvio dei lavori sui beni (massimo 9 mesi dalla sottoscrizione del Disciplinare) e l’individuazione dei soggetti gestori (massimo 3 mesi da fine lavori).

 

 

DICHIARAZIONI

 

“La Puglia – dichiara il presidente Michele Emiliano – è una delle Regioni italiane che investono maggiormente nelle politiche per la legalità. Negli anni, grazie al rafforzamento di una rete composta da amministrazioni pubbliche, soggetti del Terzo Settore, istituzioni educative e rappresentanti della società civile, abbiamo costruito un movimento di antimafia sociale tra i più attivi ed efficaci nel Paese. Un movimento che ha cambiato in meglio la storia della regione, sottraendo tanti luoghi al controllo delle attività criminali. Il nostro impegno, però, non può e non deve fermarsi; l’avviso pubblico che oggi presentiamo è un modo per riaffermarlo e spingerlo verso il futuro. Grazie agli 11 milioni di euro messi a disposizione del bando, i Comuni avranno l’occasione per trasformare i beni confiscati alla criminalità organizzata in luoghi di lavoro, inclusione e solidarietà, facendo rivivere il senso più profondo della nostra Costituzione”.

 

“Il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie – commenta l’assessora alla Cultura e Legalità della Regione Puglia Viviana Matrangola – è uno strumento di riscatto sociale tra i più potenti del nostro ordinamento giuridico perché, restituendo alla comunità i beni sottratti alla criminalità, riafferma il primato del bene comune sugli interessi illeciti. Con l’Avviso ‘Puglia Beni Comuni’, la Regione Puglia invita gli Enti locali a presentare progetti che diano nuova vita a questi spazi, trasformandoli in presìdi di legalità, comunità e inclusione sociale e in luoghi in cui ricucire la trama delle relazioni sociali. In questo modo, consolidiamo il nostro impegno strategico nel contrasto alla criminalità organizzata. Un impegno che mira a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti, a formare le competenze degli amministratori locali con l’avvio di una Scuola di Alta Formazione e a sostenere le reti di antimafia sociale presenti sui territori con un bando di prossima pubblicazione che, rinnovando l’esperienza dei Cantieri di Legalità, avrà uno sguardo ancora più attento alle giovani generazioni”.

 

Il dirigente della Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni e Antimafia sociale della Regione Puglia Vitandrea Marzano sottolinea che “la trasformazione dei beni confiscati in spazi di comunità rientra tra gli obiettivi della Legge Regionale n. 14 del 2019 (“Testo Unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza”) e può fare da innesco per processi più ampi di attivazione civile e di rigenerazione urbana. Per questo è importante che attorno a un progetto di riuso sociale si riconosca un’intera comunità e il bene torni a essere percepito e vissuto democraticamente. L’Avviso non finanzia, infatti, semplici interventi di ristrutturazione, ma processi di riappropriazione e risignificazione di luoghi ostili in piazze del civismo e della legalità, attraverso cui veicolare valori e far crescere nuove forme di welfare, nuove relazioni e nuove economie generative”.

 

Per la presidente di ANCI Puglia Fiorenza Pascazio, “dare nuova vita ad un bene confiscato alla criminalità significa riaffermare la legalità e il controllo sul territorio da parte dello Stato, trasformando un disvalore in un’occasione di alta valenza sociale o culturale. Significa dare un segno tangibile ed efficace su circuiti criminali organizzati che pensano di sovvertire l’ordine normale delle cose e delle comunità. Ma per poterlo fare, i Comuni, che sono in prima linea sui territori, hanno bisogno del supporto costante degli Enti sovraordinati. Che va dalla semplificazione delle procedure al sostegno economico per intervenire sugli immobili confiscati e supportarne il cambio di destinazione a favore della collettività o delle persone più fragili. Ecco perché esprimiamo grande soddisfazione per questo Avviso della Regione Puglia, perché i Comuni non devono essere lasciati soli a fronteggiare il passaggio più delicato per l’assegnazione dei beni confiscati, che spesso non sono prontamente fruibili, e per sostenere la fase di start up dei nuovi fruitori”.

 

“I beni confiscati alle mafie – è il commento di Michele Abbaticchio, vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico – sono un’enorme ricchezza per il nostro Paese, portatori di un valore simbolico ed educativo unico. Combattere le mafie è anche sottrarre loro il terreno dai piedi. Ringraziamo la Regione Puglia per aver insistito più volte su questo campo contribuendo alla restituzione alla comunità di decine di beni, producendo un pil di cui si parla sempre poco: quello del valore sociale comune. Il nostro pensiero non può non andare a Pio La Torre e a tutti coloro che hanno perso la vita per restituirci uno Stato più giusto, in cui i nostri ragazzi possano ricominciare a credere”.

 

Infine, il coordinatore regionale di Libera don Angelo Cassano sottolinea che “dall’entrata in vigore della legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, Libera dà il suo contributo nella costruzione di percorsi di progettazione partecipata utili a trasformare quei beni in risorse per la collettività. Il nuovo avviso pubblico della Regione Puglia prosegue l’esperienza importante che caratterizza il territorio regionale con un’attenzione particolare alla dimensione inclusiva degli interventi, che dovranno guardare alle fasce più fragili, al disagio giovanile e all’accoglienza delle persone migranti”

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