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FOGGIA Assenteismo al Comune di Foggia: condannati 9 dipendenti dalla Corte dei Conti

Risarcimenti complessivi per oltre 20.000 euro

AUTORE:
Michele Solatia
PUBBLICATO IL:
24 Aprile 2025
Focus e Inchieste // Foggia //

Bari, 26 marzo 2025 – Un nuovo capitolo si chiude nell’annosa vicenda dell’assenteismo all’interno del Comune di Foggia. Con provvedimento di recente pubblicazione, la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Puglia ha emesso la sentenza n. 93/2025, con cui condanna nove ex dipendenti comunali al risarcimento del danno erariale per complessive decine di migliaia di euro, a seguito di gravi e reiterate condotte di assenteismo verificatesi nel 2015.

L’inchiesta, avviata nel 2016 dalla Compagnia dei Carabinieri di Foggia e supportata da servizi di osservazione, pedinamento e videoriprese, ha portato alla luce un sistema collaudato di false attestazioni di presenza sul lavoro. Le indagini hanno rivelato che diversi dipendenti utilizzavano badge multipli o delegavano colleghi – e in taluni casi terze persone – per registrare ingressi e uscite fittizi, risultando poi assenti anche per intere giornate lavorative.

I fatti contestati si sono svolti tra febbraio e aprile del 2015, periodo nel quale numerosi dipendenti pubblici avrebbero usufruito indebitamente della retribuzione senza prestare servizio. Le immagini estrapolate dai filmati e le testimonianze raccolte nel corso del processo penale – successivamente conclusosi in parte con sentenze di patteggiamento e in parte con la prescrizione – sono state ritenute dalla Corte elementi probatori sufficienti per accertare la responsabilità contabile.

Nella sentenza si legge che alcuni degli imputati hanno spontaneamente risarcito l’Amministrazione comunale prima dell’apertura formale del giudizio contabile, ottenendo così la dichiarazione di cessazione della materia del contendere. Altri sono stati invece condannati al pagamento di somme residue o integrali. Tra questi:

  • Raffaele Palumbo, condannato a versare 4.403,32 euro per il danno all’immagine;

  • Antonio Virgilio, per 89 ore di assenza ingiustificata, è tenuto al pagamento integrale del danno, la cui entità è stata calcolata in misura proporzionale alla retribuzione percepita;

  • Alessandra Grosso, condannata per un saldo di 1.136,83 euro, dopo aver beneficiato di 83 timbrature effettuate da altri;

  • Luigia Rita Nigri, per la quale il danno residuo è stato quantificato tenendo conto di oltre 115 timbrature irregolari;

  • Altri imputati, come Ciavarella, Orlando, Palmieri e Abatescianni, sono stati condannati in base alle ore non lavorate e ai pagamenti parziali effettuati.

La Corte ha altresì riconosciuto la sussistenza del danno all’immagine, quantificato equitativamente nella stessa misura del danno patrimoniale subito, come previsto dal d.lgs. 165/2001. Il giudizio ha escluso qualsiasi rilevanza delle giustificazioni difensive avanzate, ritenute prive di fondamento o supporto documentale.

A margine della sentenza, la Corte ha disposto anche il pagamento delle spese di giudizio in via solidale tra i convenuti soccombenti, escludendo però tale obbligo per coloro che hanno sanato integralmente la loro posizione prima dell’udienza.

atto ufficiale in allegato  > ECLI_IT_CONT_2025_93SGPUG

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