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“La Sindone ed il suo divino falsario” (Foto-video)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
29 Aprile 2015
Cultura // Manfredonia //

(PH: BENEDETTO MONACO)
(PH: BENEDETTO MONACO)
Manfredonia – E’ da pochi giorni fruibile a Torino un grande mistero ancora dibattuto tra scienziati ed uomini di fede: “l’ostensione straordinaria della Sindone”. Ad illustrare gli elementi di questa sacra reliquia, con una proiezione presso la nota chiesa Stella di Manfredonia, è stato il dott. Girolamo Spagnoletti nell’ambito dell’iniziativa “Ingannevole come l’amore”.

Il relatore ha raccolto e divulgato delle informazioni su una tematica che ha originato numerosi studi, considerando la concentrazione di 50 discipline diverse e diversi studiosi sul ‘lenzuolo di lino’ più prezioso al mondo. Sulla Sindone si sono scritti fiumi di parole, il dott. Girolamo Spagnoletti ha riportato una sintesi provvisoria sull’argomento dagli sviluppi evolutivi legati alle nuove teorie e tecniche d’indagine. Il JAMA (Journal of the American Medical Association) cita come causa di morte di Gesù di Nazareth quella di uno shock dovuto ad ipovolemia ed asfissia.

La crocifissione e la morte di un uomo chiamato Gesù è un fatto innegabile, per quanto qualcuno possa mettere in dubbio la sua origine divina. La Sindone può essere una testimonianza di tutto ciò?

Sindone letteralmente significa lenzuolo. Le prime notizie storiche della Sindone risalgono al 1353. Da allora, migliaia di personalità più o meno illustri si sono inginocchiate all’ostensione di questa reliquia; in tempi recenti anche i Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno venerato il sacro lenzuolo, che Papa Francesco visiterà a Torino il 22 Giugno prossimo. Qualcuno potrebbe pensare troppo rumore per nulla? In effetti la scienza pone delle perplessità; chiunque conosca il ciclo del carbonio e dei suoi tre diversi isotopi, 12C, 13C e 14C, e il decadimento radioattivo di questo ultimo può rimanere perplesso. Infatti, premesso che il 14C che compone ogni organismo vivente è in equilibrio con il 14C in atmosfera finché questi è vivo, dal suo decadimento è possibile fissare una datazione accreditata. Nel 1988 è stato prelevato un lembo del tessuto della Sindone per la datazione al 14C. Ad occuparsene tre laboratori indipendenti uno Americano, uno Inglese ed uno Svizzero: il risultato? E’ databile al XIII-XIV secolo. Di qui il dubbio che la Sindone sia il frutto di un mirabile artista che ha illuso tanti fedeli e non solo.

Da quanto questo presunto illusionista ha potuto realizzare possiamo fare un suo identikit: era un conoscitore dei negativi di fotografia, preparato sulle fibre tessili, tessuti a trama di spina di pesce (tipo tessitura kosher di puro lino), che nelle sue ripiegature presenta aspetti simmetrici di macchie e buchi.

Nel 1532 a Chambéry in Francia questo lenzuolo subì dei danni a seguito di un incendio e dell’ acqua; la stessa usata per spegnere l’incendio? Le monache di Chambéry lo rattopparono e nel recente restauro di rimaneggiamento si è potuto capire questo ed altre cose, anche grazie all’analisi con il microscopio elettronico, che ha messo in luce spore e microorganismi endemici. Proseguendo sull’indizio del falsario, l’artista che lo ha realizzato doveva essere un abile disegnatore, non un pittore; era anche un botanico talmente esperto che mise sul tessuto le spore delle piante presenti in Medio Oriente come i pollini di una pianta spinosa (della stessa specie a cui appartiene la sacra spina custodita ad Andria, che sanguinerebbe quando il 25 Marzo coincide con il Venerdì Santo). Comunque con del sangue vero questo presunto artista ha dipinto il telo di lino con eccezionali abilità grafiche. C’è un dato che concorda, il miracolo eucaristico di Lanciano composto di tessuto di un cuore umano, i cui coaguli di sangue sono dello stesso gruppo sanguigno AB presente sulla Sindone. Il realizzatore del falso storico doveva essere un profondo conoscitore della crocifissione.

I condannati ai tempi dei romani erano flagellati legandoli ad un cippo, inoltre durante il percorso portavano sulle spalle solo la trave trasversale. Inoltre i crocefissi venivano inchiodati con una tecnica che prevedeva di trafiggere il polso tra le ossa del carpo, solo così il condannato rimaneva issato sulla croce. Questa lesione provocava un dolore immenso, e la lacerazione del nervo mediano causava l’adduzione del pollice; per questo la sindone ha impresse solo quattro dita per mano? Stando appesi alla croce era faticosissimo respirare, perché si inverte la meccanica respiratoria; è come respirare in assenza di ossigeno di qui l’asfissia. Sulla Sindone troviamo tracce di minerali che si sono ritrovati anche nelle tombe di Gerusalemme.

Il falsario aveva conoscenze medico legali? Infatti, il siero giallognolo di cui la Sindone è intrisa in corrispondenza della ferita del costato testimonia la presenza di sangue dissierato nella parte sierosa e in quella corpuscolata. Gesù è stato trafitto dalla lancia quando era già morto? Il presunto falsario della Sindone doveva avere anche nozioni di fisica. Studi degli anni ‘70 mettono in luce come l’intensità dell’immagine varia nelle diverse zone del tessuto. L’energia delle radiazioni è legata alla distanza dalla sorgente; per questo sapeva stabilire dove la tela era più vicina al corpo? Una gamba ed un piede si vedono bene. Una gamba è più flessa dell’altra a causa del “rigor mortis”. Da questo quadro si denota come nel 1353 il falsario era in avanti nei tempi. Tutti i tentativi di imitare la riproduzione della Sindone sono andati falliti, quanto basta la luce visibile a creare l’immagine sul lino. Il falsario poteva essere un biblista ed un medico?

La dottrina cristiana ci insegna che se il Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede. Trovare i resti mortali di Gesù significherebbe essere stati ingannati. Giovanni fu il primo a giungere al sepolcro, vide le sue bende ma non entrò; anche Pietro, entrando vide le bende; poi entrò anche Giovanni e credette. Da quanto emerge fin ora possiamo desumere che il presunto falsario in questione sia proprio Il Signore? Il Creatore ha dunque resa vana la morte per renderci partecipi del suo amore. Allora credere o non credere? L’amore non è una necessità, ma una scelta libera come la fede. Che fede è credere nel rigore scientifico? Dio gioca a nascondersi per poi rivelarsi. Rivelazione significa mostrarsi ma anche velarsi di nuovo. Credere è entrare in una relazione d’amore con lui, la verità. La storia del Mandylion custodito ad Edessa fino al 994 e poi trasferito e custodito a Costantinopoli fino al 1204 può essere la storia della Sindone prima del XIV secolo? Questo fazzoletto ripiegato di tessuto da Costantinopoli come è potuto arrivare in Europa? Questo non ci è ancora dato di sapere. Probabilmente qualcuno lo mise in salvo durante la IV crociata. Però possiamo avanzare ipotesi per far luce sul dubbio della datazione del 14C. Il lembo esaminato può, durante le ostensioni che si sono susseguite nei secoli, essere stato contaminato da microrganismi e cellule che, in un certo senso, lo hanno ringiovanito falsando la datazione stessa che a questo punto potrebbe risalire proprio a pochi decenni d.c.

L’uomo di scienze potrà rimanere sempre nel dubbio sul mistero di questo “sacro lino”, mentre quello di fede sarà più incline a credere che la Sindone è stata realmente a contatto con il Risorto. Chi è nel giusto? Chi crede di svelare la natura o chi crede nel soprannaturale? Dio probabilmente si cela nella natura, nella vita personale per renderla appassionata e sovrannaturale. Per questo la scienza risulta insufficiente per la fede: si può essere grandi scienziati e non credere. Allora in chi credere? In Papa Francesco, che ci invita non a guardare la Sindone, ma a lasciarsi guardare dalla Sindone.

N.b. l’argomento della Sindone è già stato oggetto di divulgazione sul nostro giornale per poter approfondire cliccate qui

Altre informazioni potete ascoltarle in un audio guida consultabile sul stio ufficiale cioè qui

VIDEO

(A cura di Benedetto Monaco – benedetto.monaco@gmail.com)

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