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Acqua ancora “fuori legge” in Puglia

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
8 Novembre 2010
Editoriali //

L'assessore alla sanità Tommaso Fiore (St)
L'assessore alla sanità Tommaso Fiore (St)
Foggia – Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. L’acqua del rubinetto di molti comuni delle province di Foggia e Lecce sono risultate (di nuovo) fuori norma per un inquinante, i trialometani (THM), vale a dire di “sottoprodotti delle attività di clorazione delle acque negli impianti di potabilizzazione”, come spiegato da una nota della Regione Puglia ai cittadini. E di conseguenza l’Assessore alle Politiche della Salute, Prof.Tommaso Fiore, sulla base dell’istruttoria espletata dalla dirigente dell’Ufficio “Sanità Pubblica e Sicurezza del lavoro”, ha inoltrato, nuovamente, richiesta di proroga al parametro THM fino al 31 dicembre 2010. I trialometani sono sospettati di creare danni permanenti a parti del corpo umano: fegato, reni e sistema nervoso centrale. Inoltre, gli stessi sono considerati cancerogeni in base a diversi studi. Per queste motivazioni, una normativa dell’Unione Europea ne stabilisce un limite basso pari a 30 microgrammi per litro, mentre una deroga regionale ne ammette un valore massimo pari a 80 microgrammi per litro.

I COMUNI DI CAPITANATA FUORI NORMA – Secondo quanto riportato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 168 del 05-11-2010 i comuni coinvolti in provincia di Foggia sono Apricena, Carpino, Cagnano Varano, Casalnuovo M, Casalvecchio, Cerignola, Foggia, Ischitella, Lesina, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Rodi Garganico, Poggio Imperiale, S. Giovanni R., San Marco in Lamis, Sannicandro, Stornarella, Torremaggiore, Vico del Gargano, Vieste.

POTABILE MA A CERTE CONDIZIONI – Da quando, nel 2001, è entrata in vigore la norma che impone regole più stringenti sulla presenza di inquinanti e metalli pesanti, 13 Regioni su 20, compresa la Puglia, hanno fatto richiesta al ministero della Salute di dichiarare potabile la sua acqua, nonostante gli sforamenti. Così come prevede la legge 31/01, adeguamento di una direttiva europea, i Comuni che si rendono conto di avere parametri non in regola possono fare richiesta di deroga alla Regione, che a sua volta la gira al ministero della Salute, che, sentito il Consiglio superiore di sanità, concede che l’acqua venga comunque destinata “a uso umano” e bevuta, ma a certe condizioni. Tra queste, la presentazione di un piano di interventi per bonificare le acque, e l’impegno a informare la cittadinanza del problema.

CONTROLLI E SANZIONI UE – La Regione Puglia, ad esempio, è in deroga per la presenza di cloriti e trialometani fino dal 2006 ma avrà tempo, così come le altre 13, fino al 2012 per mettere a norma la propria acqua potabile, pena pesanti sanzioni economiche stabilite dell’Unione Europea. Tra i paesi europei l’Italia è quello che, per stessa denuncia della Ue, ha approvato più richieste di deroga. Fino alla scadenza della proroga, così come riportato sulla delibera n. 2256, l’Autorità regionale effettuerà verifiche sulle industrie alimentari presenti nel territorio interessato dal provvedimento di deroga, “degli effetti sui prodotti finali, soprattutto se destinati alla distribuzione oltre i confini del suddetto territorio e inoltrerà tempestiva comunicazione al Ministero della Salute qualora dai controlli effettuati risultasse un potenziale rischio per la salute umana.”

VERIFICHE NELLE INDUSTRIE ALIMENTARI – La Regione Puglia ha stabilito, inoltre, per i Trialometani, un valore massimo ammissibile (VMA) di 50μg/I, “fermo restando che il bromodiclorometano non deve superare il VMA di 50μg/I, fino al 31/12/2010, per i Comuni ricadenti nelle Province di Foggia e di Lecce” e di delegare all’Ufficio “Sanità Pubblica e Sicurezza del lavoro” un programma di controlli ufficiali che “confermi l’incremento dei controlli gia disposto nel precedente anno 2009, al fine di monitorare i livelli di THM nelle acque in distribuzione, anche con riferimento alle industrie alimentari presenti nei Comuni interessati dal provvedimento.” In più l’Acquedotto Pugliese s.p.a. dovrà trasmettere all’Assessorato alle Politiche della Salute, entro 10 giorni dalla data di notifica del presente provvedimento, una relazione sulla situazione relativa all’attuazione dei piani di risanamento e sullo stato dell’arte al fine della sua presentazione ai Ministeri competenti.

DA DISINFETTANTI A INQUINANTI – Fino al 1974 l’unico agente utilizzato per la disinfezione delle acque è stato l’ipoclorito di sodio (la comune candeggina) mentre con l’entrata in esercizio dei primi impianti di potabilizzazione a tale agente si sono aggiunti il cloro gas e il biossido di cloro, prodotto in loco dalla reazione tra clorito di sodio e acido cloridrico, mentre negli ultimi tre impianti entrati in esercizio si utilizzano il biossido di cloro e l’ipoclorito di sodio. Nel corso degli anni l’utilizzo dei vari tipi di disinfettante, da soli o combinati tra di loro, è stato dettato, in alcuni periodi dell’anno, dalla necessità o meno di abbattere determinati composti (manganese, anidride solforosa, ecc) in modo tale da assicurare anche all’ultima utenza, distante centinaia di chilometri dall’origine degli acquedotti, un valore di cloro residuo non inferiore a 0,2 mg/l, che la norma oggi in vigore pone come limite “consigliato”.

Le acque potabili distribuite, (come si spiega un comunicato diffuso dall’Acquedotto Pugliese s.p.a.) sono, comunque, sempre e costantemente monitorate dalle AA.SS.LL. al fine di garantire la qualità dell’acqua e la salute pubblica.

a.delvecchio@statoquotidiano.it

2 commenti su "Acqua ancora “fuori legge” in Puglia"

  1. Mi rivolgo a tutti, sopratutto ai cittadini di Apricena.Abito a Termoli dove hanno emanato un ordinanza che vieta l’uso dell’acqua per cucinare(a tutt’oggi 30.12.2010)mentre ad Apricena dove abitano dei miei parenti mi sono trovato per caso a Natale ed ho visto che dall’acqua usciva terra:l’acqua era rossa/marrone.Poi vedendo questo articolo ho capito che della salute dei cittadini poco importa alle autorità in quanto non ho visto che sono state emanate ordinanze di divieto uso acque, la protezione civile che avrebbe potuto fornire acqua potabile non è stata avvertita e la gente continua a berla, cucinare e….poi si ammala!!!Cittadini alzate la voce e guardatevi intorno:qui a Termoli l’acqua è vietata per cucinare con 36 microgrammi per litro, lì ne avete intorno agli 80 per litro vedendo questo articolo!!!

  2. Ma a chi la vogliono dare a bere?
    La vicenda dei trialometani nell’acqua potabile e le reticenze della Regione

    È accaduto a dicembre scorso nel vicino Molise. È bastato un solo microgrammo per litro in più di trialometani (sottoprodotti della clorazione delle acque potabili, potenzialmente cancerogeni) rispetto alla soglia di legge di 30 microgrammi/litro, che i sindaci di otto comuni hanno dovuto sospendere l’erogazione idrica finché il parametro non è rientrato sotto soglia ed i vertici dell’azienda Molise Acque sono stati indagati dalla procura di Larino per avvelenamento colposo di acque destinate al consumo umano.

    E in Puglia? La notizia data dagli Ecologisti democratici dell’ennesima deroga chiesta dalla Regione e concessa dal Ministero della Salute a settembre scorso per elevare tale soglia fino a 50 microgrammi/litro ha scatenato l’indignata replica di ASL, Acquedotto Pugliese e Assessorato alla Salute che, per volerla smentire categoricamente, hanno dovuto ammettere l’esistenza della deroga fino al 31 dicembre scorso, precisando che successivamente non è stata più rinnovata e lasciando intendere che si fosse trattato di una questione puramente incidentale. Nessuna parola è stata però spesa da questi tutori della salute pubblica per spiegare da quanto tempo vigeva tale deroga, né perché sia stato necessario disporla e neppure cosa è stato fatto per informare la popolazione a riguardo.

    Gli Ecologisti democratici, esercitando il diritto di controllo del cittadino sui comportamenti delle amministrazioni, hanno quindi ritenuto di approfondire la questione e, da una ricerca sul portale della normativa sanitaria del Ministero della Salute, è emerso che la faccenda andava avanti da almeno otto anni! Il primo documento da noi rintracciato risale infatti al lontano 2003 quando la Regione Puglia chiese ed ottenne la deroga per elevare il parametro dei trialometani nella provincia di Foggia a 80 microgrammi/litro. Il Ministero la concesse per soli sei mesi, disponendo che l’Acquedotto Pugliese presentasse, entro il 28 febbraio 2004, la documentazione dettagliata degli impianti di trattamento, dei trattamenti effettuati e della rete acquedottistica ed, entro il successivo 30 aprile, un nuovo piano di rientro, completo di nuovo calendario dei lavori, della stima dei costi e della copertura finanziaria riferito all’abbattimento dei valori dei parametri Cloriti e Trialometani, finalizzato ad un preciso cronoprogramma che riducesse in tempi brevi i suddetti inquinanti.

    Ma, come spesso accade in Italia e con ancor più frequenza nel nostro meraviglioso Mezzogiorno, non c’è nulla di più duraturo delle deroghe temporanee. Il 30 aprile 2004 passò invano e la Regione Puglia fu costretta a chiedere un’ulteriore proroga che il Ministero puntualmente concesse per altri sei mesi. Questa volta, però, vennero escluse dai procedimenti di deroga le industrie alimentari che quindi sono rimaste obbligate al rispetto dei limiti previsti dalla normativa. Il decreto dispose inoltre per la Regione l’obbligo dell’informazione ai cittadini relativamente alle elevate concentrazioni di trialometani nell’acqua potabile erogata. Qualcuno ne ha mai sentito parlare?

    Anche questa proroga si concluse senza che il problema fosse risolto e le reiterazioni delle deroghe si susseguirono anno dopo anno con le stesse pedisseque raccomandazioni e precisazioni: esclusione delle industrie alimentari dalla deroga, informazione al cittadino, obbligo di trasmettere i piani di risanamento. Così è accaduto con i decreti del 2006, 2007, 2008, 2009, fino agli ultimi del 2010.

    La vicenda dei trialometani, fino al 2009 ben lontana dall’essere portata a conoscenza dei cittadini da parte delle autorità preposte, iniziò a venire a galla in occasione della vicenda dell’alga rossa allorchè, in una riunione del comitato di crisi presso la Provincia, un funzionario pubblico, con voce dal sen fuggita, lamentò il fatto che si perdesse tempo con l’alga rossa quando da anni la provincia di Foggia aveva il ben più grave problema dei trialometani nell’acqua potabile. Forse era questa l’informazione al cittadino che intendeva la Regione!

    A questo punto alcune domande sorgono spontanee e avremmo molto piacere che i tutori della salute pubblica rispondessero con la stessa solerzia con la quale si sono affrettati a smentire gli Ecologisti democratici:
    1) Perchè in provincia di Foggia il parametro dei trialometani è risultato costantemente superiore ai limiti di normativa da dover chiedere una deroga per almeno otto anni?
    2) Cosa è stato fatto per risolvere il problema e con quali tempistiche?
    3) Da dove la Barilla, la Tamma e le altre industrie alimentari della provincia di Foggia hanno preso l’acqua per tutti questi anni, visto che la deroga non valeva per loro? Quali controlli sono stati fatti dalle autorità competenti in tal senso?
    4) Quali tempestive ed adeguate informazioni sono state mai fornite alla popolazione interessata circa le deroghe applicate e le condizioni che le disciplinavano? Quali raccomandazioni sono state fornite a gruppi specifici di popolazione per i quali la deroga potesse costituire un rischio particolare (ad esempio, donne in gravidanza)?
    5) È normale derogare per oltre otto anni ad un parametro stabilito dalla legge italiana, sostenendo che non vi sia alcun rischio per la salute pubblica, solo perchè una direttiva comunitaria indica un limite più alto? Se la risposta è sì, logica vorrebbe che si cambiasse la legge italiana!
    Ed infine.
    Qual è oggi lo stato di salute del lago di Occhito, principale fonte idrica potabile della provincia di Foggia?
    Attendiamo fiduciosi risposte adeguate.

    Foggia, 18/03/2011
    Ecologisti democratici Foggia

    Per approfondimenti:

    Decreti ministeriali di autorizzazione alla deroga:
    http://cerca.ministerosalute.it/search?q=Disciplina+concernente+le+deroghe+alle+caratteristiche+di+qualita%27+delle+acque+destinate+al+consumo+umano+che+possono+essere+disposte+dalla+regione+Puglia&btnG=Cerca&btnG.x=0&btnG.y=0&client=default_frontend&proxystylesheet=default_frontend&output=xml_no_dtd&alias=&sort=date%3AD%3AL%3Ad1&entqr=3&entsp=a&oe=UTF-8&ie=UTF-8&ud=1&filter=0&site=default_collection

    Categorie di soggetti a rischio:
    http://www.xagena.it/news/e-ginecologia_it_news/09b15d48a1514d8209b192a8b8f34e48.html
    http://www.imci.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3181&Itemid=87

    Il caso del Molise:
    http://www.altromolise.it/notizia.php?argomento=email&articolo=46011
    http://www.altromolise.it/search.php?query=trialometani&R1=Am

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