Foggia. I profondi e repentini cambiamenti intervenuti nel nostro contesto storico impongono impegno e sforzi sempre più intensi per comprendere pienamente, e sotto ogni profilo, problematiche scottanti e attuali al fine di gettare le basi per la individuazione e l’adozione di strumenti che aiutino almeno a circoscrivere le moderne “piaghe sociali”. Il fenomeno migratorio, il cui controllo sfugge di mano anche alle nostre autorità locali, l’acuirsi delle diseguaglianze, l’incremento esponenziale delle nuove povertà, che colpiscono indistintamente ogni fascia sociale, stanno stigmatizzando questi ultimi decenni trasformando e compromettendo, inevitabilmente, il profilo sociale della nostra comunità locale.
Mercoledì 23 Novembre, presso l’Aula Magna IISS “ L. Einaudi” di Foggia – sede di Via Napoli – si è svolto il primo seminario del progetto giunto alla sua terza edizione “Aggiungi un posto a tavola”. L’iniziativa – animata dagli alunni dell’Einaudi partecipanti al laboratorio “Talent scout”nell’ambito del progetto ex art 9 CCNL a.s. 2015/2016 – apre un percorso finalizzato alla attuazione di interventi nella realtà locale attraverso il contributo fattivo dell’Istituto Einaudi, da sempre in prima linea nella lotta contro ogni forma di emarginazione ed impegnato nella ricerca di forme di alleanza e di reti di collaborazione con le Istituzioni locali. L’incontro del 23 novembre è stato un momento di profonda riflessione e di dibattito grazie al prezioso contributo dei prof.ri Michela Triggiani ed Antonio Mantova, referenti del progetto “Aggiungi un posto a tavola 2016”, nonché di tre relatori di eccezione: Don Francesco Catalano, Direttore Caritas Arcidiocesi Foggia-Bovino, la dott.ssa Alfonsina de Sario, Sost. Commissario di Polizia e Responsabile dell’Ufficio minori presso la Questura di Foggia, l’Ing. Pippo Cavaliere, Presidente della Fondazione anti-usura “Buon Samaritano” di Foggia.
“L’ambizione spinge chiunque verso mete diverse perché la vita è un’ambizione continua, un confronto con tante persone. La Fondazione “Buon Samaritano” di cui sono Presidente ha aiutato circa 3.000 famiglie che vivono un disagio economico per varie ragioni”. Ha così esordito l’ing. Pippo Cavaliere durante il suo interessante intervento, catalizzando l’attenzione degli studenti accorsi al seminario, ed illustrando le condizioni in cui versano migliaia di famiglie foggiane, vittime di una eredità scomoda lasciata dalla precedente generazione. Il Preside Cavaliere ha segnalato che il debito pubblico attuale ammonta a circa duemila miliardi con la incredibile conseguenza che ciascuno di noi è titolare di un debito pro capite pari a circa trentamila euro.
Ha ancora evidenziato come il problema della povertà stia emergendo in tutta la sua drammaticità e la riprova è che i pasti erogati dal “Conventino” sono addirittura raddoppiati. “Prima si rivolgevano alla nostra Fondazione solo gli immigrati; ora anche cittadini insospettabili si rivolgono a noi. Senza dubbio, l’aumento della povertà ha incrementato il fenomeno dell’usura che è e rimane uno dei fenomeni più efferati poiché, mentre l’estorsione viene perpetrata ai danni di commercianti titolari comunque di un reddito, l’usura fa si che l’usuraio faccia leva sulla disperazione delle persone. Maggiore è la povertà e maggiore è la frequenza con cui ci si rivolge all’usuraio”. Osserva ancora Cavaliere come anche il gioco d’azzardo rappresenti un pericolo tanto che la Fondazione ha da tempo intrapreso una dura contrapposizione con lo Stato che continua a trascurare la pericolosità sociale del gioco d’azzardo nonché le conseguenze – sia economiche che psicologiche – che possono scaturire dal giocare in maniera compulsiva rischiando, inevitabilmente, di incappare nella dipendenza senza alcuna via d’uscita.
La Fondazione Buon Samaritano sa bene cosa significhi opporsi ad un fenomeno tanto radicato come l’usura, specie in un’area come quella del Mezzogiorno, e da circa venti anni “ci mette la faccia”, senza se e senza ma.
Questa associazione è stata sempre in prima linea anche nella stesura della nuova legge sull’usura e, richiedendo la riforma dell’art. 644 del codice penale, ha paventato il concreto pericolo che la sua formulazione potesse finire per attribuire eccesiva discrezionalità al magistrato circa la individuazione dell’esistenza del reato di usura.
“Nonostante le resistenze manifestate da parte soprattutto dell’ABI, abbiamo evidenziato due problemi fondamentali: il primo consisteva nella necessità di individuare gli elementi che concorrono alla formazione del Taeg; il secondo problema che abbiamo denunciato consisteva nello stabilire se avessero o meno efficacia le norme transitorie su fattispecie precedenti all’ entrata in vigore della nuova legge sull’usura. La nostra Fondazione – nata da una idea di padre Rastrelli – è un ente giuridico, sostenuto attraverso contributi statali e ben 27 sedi distribuite in tutta Italia e coordinate dalla Consulta nazionale. Lo Stato stabilisce i criteri di meritevolezza per l’erogazione del denaro da parte della Fondazione e cioè la serietà dell’indebitante e la sua capacità reddituale”.
Né va sottaciuto che la Fondazione ha la consuetudine ed il coraggio di costituirsi parte civile in tutti i processi penali i quali si sono fortunatamente conclusi sempre con sentenze di condanna pronunciate a carico degli imputati. Aggiunge con orgoglio e soddisfazione il Presidente Cavaliere: “finora abbiamo prodotto circa 22-23 denunce e non c’è stato un solo caso in cui la vittima non si sia liberata del proprio usuraio. Più di 3500 famiglie sono state aiutate economicamente e attraverso un supporto psicologico. In vent’anni di attività, la Fondazione ha elargito prestiti per oltre 9 milioni di euro, più di un milione i primi 8 mesi del 2015.”
Grazie al prezioso lavoro della Fondazione “Buon Samaritano” la lotta contro l’usura negli ultimi anni ha ottenuto dei risultati soddisfacenti ed insperati; in provincia di Foggia le denunce si sono quintuplicate, mentre in tutta la Puglia si è registrato un incremento del 38%.
Altrettanto encomiabile e meritevole risulta l’attività svolta nel sociale dalla Caritas diocesana di Foggia-Bovino, attraverso l’impegno profuso dal suo Direttore Padre Francesco Catalano, sacerdote giovane e carismatico, grande conoscitore della realtà locale e di tutte le sue innumerevoli sfaccettature. “Si parla di bambini poveri, ma ci sono anche giovani poveri e famiglie povere. L’87% delle persone che si sono rivolte alla Caritas di Foggia sono cittadini foggiani. Non intendiamo fornire alcuna forma di assistenzialismo che non è certamente una finalità perseguita dalla Caritas la quale rappresenta l’ultimo stadio prima che un individuo possa commettere un gesto estremo. La crisi economica ha determinato una crisi di relazione: le famiglie tradizionali, qualche tempo fa, erano solite andare a cena insieme: ora devono declinare gli inviti per la mancanza di denaro. Purtroppo i genitori nascondono ai propri figli lo stato di indigenza nel quale versano e trascurano un aspetto fondamentale e cioè che parlare con i propri figli è importante anche per evitare che le coppie “scoppino” davanti ai problemi di natura economica. Bisogna scongiurare fenomeni di conflittualità fra le coppie, purtroppo sempre più frequenti”.
E, proprio per assicurare un supporto anche psicologico a queste famiglie in fase di disgregazione, padre Catalano riferisce che la Caritas allestirà a breve a Foggia “la casa dei papà separati” con l’obiettivo non solo di garantire un’ assistenza concreta a padri che, a causa delle condizioni economiche precarie, sono costretti a dormire anche in macchina, ma anche di cercare di attuare una riconciliazione fra gli ex coniugi.
“Non bisogna essere spettatori ma anche protagonisti del cambiamento” – osserva ancora Don Francesco – “né va trascurato che nella nostra Foggia molta gente spaccia il bene”.
E, senza timore di smentita, è imprescindibile puntualizzare come tante organizzazioni no profit che operano nel sociale possono contare sul sostegno e sulla collaborazione delle Istituzioni locali, prima fra tutte la Polizia di Stato. La dott.ssa Alfonsina de Sario – Sost. Commissario di Polizia e Responsabile dell’Ufficio minori presso la Questura di Foggia – con i suoi 35 anni di esperienza sul campo e la sua innata energia, puntualizza come la criminalità sia un fenomeno dilagante anche tra i minori i quali aderiscono a queste organizzazioni malavitose percependole come un modello di vita da emulare. “Queste organizzazioni criminali molto spesso utilizzano i minori per reati di basso profilo, di supporto all’organizzazione, con il rischio di rovinare per sempre il futuro del minore che spesso, proprio nella criminalità organizzata, trova una famiglia che lo aiuta o in cui si identifica. Infatti tale processo di identificazione è molto forte e sentito. A Foggia siamo impreparati sia da un punto di vista scolastico che da un punto di vista del contesto familiare”. Evidenzia, dunque, la dott.ssa de Sario come questa grave lacuna implichi che le azioni di repressione dovrebbero essere adeguatamente affiancate da interventi di prevenzione nonché di incontri con i ragazzi nelle scuole e nelle parrocchie.
“Accolgo sempre con entusiasmo”- prosegue la dott.ssa de Sario – “gli inviti rivoltimi dalle scuole perché ritengo fondamentale sensibilizzare i ragazzi su varie problematiche che li riguardano”. Alla luce delle argomentazioni addotte dai tre relatori – ciascuno di essi esponente motivato ed appassionato di un settore diverso e, nel contempo, animato dal medesimo entusiasmo e dalla medesima determinazione – emerge come, per raggiungere obiettivi ambiziosi, siano necessarie grande tenacia e inclinazione al confronto peculiarità, queste, che appartengono solo a coloro i quali hanno imparato, con l’esperienza maturata sul campo, ad operare in sinergia e a prendere coscienza di un aspetto basilare di cui si è fatto portavoce il grande Mandela: sconfiggere la povertà non è un atto di carità, è un atto di giustizia.
(A cura dell’avvocato Cinzia Meccola, Foggia 28.11.2016)