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Foggia, il bilancio passa. Mongelli avanti anche senza Lambresa

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Settembre 2011
Capitanata //

Gianni Mongelli, alla prova del fuoco (St)
Foggia – Gianni Mongelli, visti i presupposti di piazza e di governo, sapeva che la giornata di Consiglio Comunale non sarebbe stata una giornata come le altre. Troppe polemiche generate da aumenti Tarsu, piano traffico, soldi persi e riguadagnati, grida delle minoranze ed urla della maggioranza. Come se non bastasse, il suo vice, Lucia Lambresa, l’artefice principale della vittoria elettorale, l’altra ciclista del tandem, ha sbattuto la porta in faccia con molto poco garbo proprio nella mattinata più difficile dei due anni del centrosinistra bis, quella in cui, in gioco, ritorna il consuntivo di bilancio 2010 e l’approvazione del preventivo di spesa per il 2011. Roba da coronarie potenti.

I NUMERI – La Giunta dell’Ingegnere non patisce comunque il colpo. E chi s’attendeva coupe de theatre clamorosi, in primis lo smarcamento di Noi Sud e Moderati e Popolari, oltre che di Sinistra ecologia e Libertà, è rimasto profondamente deluso. La maggioranza fa quadrato attorno al suo sindaco. Almeno in vista della verifica che prenderà le mosse a partire da domattina. Sull’approvazione del bilancio 2010, la maggioranza incassa 24 si e 11 no. 22 si, 8 no e 3 astensioni, invece, per quel che riguarda la previsione di bilancio 2011.

I banchi dell'opposiozne. In piedi, Ciccio D'Emilio (St)
CICCIO D’EMILIO – Ma non sempre i numeri sono veritieri. E la nettezza dei favorevoli alla misura economica è uno specchio di facile confusione. Tanto che è occorsa un’assemblea fiume, oltre nove ore di assise, per venire a capo della discussione. Aria tesa, volti tirati, toni sopra le righe, sarcasmo abbondantemente al di sopra della media di fair play, molti colpi bassi, scambi d’accuse. Aria che è stata tirata con notevole impeto anche dalla pesantissima assenza della Lambresa e, in prima battuta, anche dei due consiglieri eletti per nome e per conto della sua civica, Massimo Laccetti e Cosimo Leone. Ma anche da un’opposizione barricadera, trincerata dietro no incrollabili ed inappellabili che contesta al sindaco di fare il gioco dei potenti e di scaricare sulla popolazione foggiana la maggior parte dei costi di una crisi imputabile a sette anni di malgoverno di centrosinistra. Il capogruppo pdl, Ciccio D’Emilio ha paragonato il bilancio del Comune “al crollo del palazzo in Viale Giotto, costruito senza ferro e con materiale scadente”.

“SINDACO, LEI CHI RAPPRESENTA?” – Ma è sull’aumento Tarsu e sul piano parcheggi che il centrodestra ha lanciato il suo fuoco di fila. Bruno Longo ha solleticato i consiglieri di maggioranza, definendoli “eroi” se pronti “a votare questo bilancio”. Un bilancio sulla cui approvazione ha sollevato due pregiudiziali: la prima di carattere tecnico, per il ritardo nella presentazione dei documenti agli Uffici comunali; la seconda, nel merito, che bolla di “illegittimità il provvedimento, disponendo il Decreto Legislativo 507/1993 la possibilità dell’approvazione dell’aumento della tariffa solamente dall’anno successivo rispetto a quello di deliberazione della Giunta”. Nel caso di Foggia, a partire dal 2012. Ancora più duro di Longo, l’ex sindaco Paolo Agostinacchio. Agostinacchio ha puntato il dito contro lo sgretolamento della maggioranza, invocando da Mongelli spiegazioni sull’assenza della Lambresa proprio nel momento più importante per la vita di un’amministrazione: “Sindaco – ha tuonato – ci dica chi siete, adesso. Ci dica chi rappresenta lei”. Poi: “Il bilancio è un atto politico: e allora, qual è la sua maggioranza?” Per l’ex primo cittadino è la prova provata del “disastro del centrosinistra a Foggia”. E, a “un’amministrazione che non è più quella che ha vinto le elezioni”, ha chiesto di illustrare le strategie di Governo immediate: “Come supererete questa fase? Con la creazione di un centrosinistra puro, contando di riavvicinare la dimissionaria Lambresa e la sua formazione politica?” Ma, ha rimarcato: “Se il problema è sorto inerentemente all’aumento della Tarsu come farete ad eliminare la causa remota?”

I tre revisori dei conti del Comune di Foggia (St)
LANDELLA: “GUERRA DI REVISORI DEI CONTI” – Ma per un ex primo cittadino c’è anche un futuro leader. Il più impietoso contro l’Ingegnere è stato infatti Franco Landella. Tradotto, colui che opinionisti e popolo di centrodestra vede alla perfezione come successore mongelliano a Corso Garibaldi. E’ stato lui infatti, a cristicare aspramente l’operato dei revisori dei conti, accusando due dei tre componenti dell’organo comunale (Idro Maiorano e Martino Mignogna) di ragionare più con “sentimento e passione” che con la mente matematica. Sono loro, a suo dire, i veri artefici del “pataracchio” di Palazzo di Città. Loro che “si limitano a giustificare – urla Landella – una deficienza di cassa di oltre 20 milioni (è l’anticipazione di cassa non restituita dal Comune al 31 dicembre 2010, ndr) in quanto dovuta alla bassa riscossione delle entrate tributarie”. Una maquillage impeccabile, quello illustrato da Landella, che trae a parte soltanto il terzo dei revisori comunali, quel Giuseppe Zichella che, in contrapposizione ai due, ha al contrario concluso parlando di una “non sana gestione finanziaria” dell’Ente. Landella non ha lasciato passare sotto silenzio neppure le “stranezze” sul passaggio da Gema a Aipa, la situazione critica delle municipalizzate, l’ammontare dei debiti fuori bilancio (“A quanto ammontano? Una ispezione ministeriale farebbe al caso per far emergere in tutta la sua portata tale entità”).

MAGGIORANZA – Clima opposto, invece, fra i banchi della maggioranaza. Mongelli, lo sanno anche nel centrodestra (tanto che Raimondo Ursitti, ridendo, lo chiamerà Harry Potter), e lo sa a maggior ragione la sua compagine, è la cambiale che gli ha consentito di giocare la parte del leone per ulteriori cinque anni. Malgrado le sciagurate previsioni della vigilia elettorale e malgrado le altrettanto poco rassicuranti garanzie provenienti dalla gestione Ciliberti. Così, l’adesione al progetto è tutto sommato unanime. Michele Sisbarra, profugo del Pd e senza tessera, prima ha chiesto di “voltare pagina”, di “inserire nuove energie nell’amministrazione”, di “rilanciare l’azione di governo”, di “ripartire dalla cultura”. Poi ha assicurato sostegno cieco ed incondizionato al sindaco. Come tutto il Partito Democratico. Come, grosso modo, la maggior parte della componente centrista. Come, anche se con qualche distinguo, si è adeguato Leonardo De Santis. Il ribelle vendoliano, che nei giorni scorsi aveva palesato il suo malcontento nei confronti di una manovra che va ad intaccare le esigenze dei più deboli e sul corpo dei deboli pare cucita a pennello, è rientrato nei ranghi, seppure con un tocco di originalità. “Non posso non dire no al risanamento”, il ragionamento di De Santis. Che, comunque, ha lanciato un monito che è un campanello d’allarme. “Da parte mia, questa decisione, non è un mandato a tempo indeterminato, ma solo un punto di partenza per cominciare a discutere di temi finalmente condivisi: ambiente, sociale, cultura”. E, in un ritornello ormai mandato giù a menadito, ha anche puntato il dito contro la poca capacità comunicativa di palazzo di Città: “Abbiamo l’obbligo di far conoscere tutto quanto di buono fa questa amministrazione”, ha ribadito ricalcando alla perfezione le autocritiche mosse da Gianni Mongelli, a luglio, discutendo con la cittadinanza.

D’URSO: “DALL’EMERGENZA ALLA PROGRAMMAZIONE” – Un richiamo all’ordine generale è giunto anche da Peppino D’Urso. Il consigliere, a lungo in odore d’assessorato alla Cultura ed eletto in carico alla civica di Mongelli, prima si è rivolto ai dirimpettai delle opposizioni, accusandole di “isteria sul tema dell’aumento dei parcheggi”. “Avevamo un sistema arcaico – il discorso di D’Urso – Ora stiamo cercando di modernizzare il sistema, di entrare in connessione con quanto accade negli altri capoluoghi”. E: “Stare a discutere dei 50 centesimi di aumento della sosta (che, va detto, mantengono Foggia al di sotto della media nazionale a livello di costi, ndr) mi sempra provincialismo”. Poi, ammette i limiti della propria parte politica: “A Foggia non va tutto bene, molte cose, anzi vanno malissimo”. Ma non le operazioni finanziarie: “Questa amministrazione e questo sindaco stanno mettendo in atto un vero e proprio miracolo”. Infine, come De Santis, ha chiesto “il cambio di passo decisivo”, per “passare dall’emergenza alla programmazione” e innestare una discussione costruttiva su “come ridurre la spesa in modo strutturale”.

SI, MA… – Le spine future di Mongelli si chiamano socialisti e moderati. I primi, per bocca di Angelo Benvenuto, hanno fatto capire che non ci sono alternative alla verifica. E, soprattutto, che questa dovrà servire per ridare nuova linfa socialista al governo foggiano. “Siamo noi l’unico Partito Socialista presente in Italia” ha sbottato Benvenuto in direzione di del consigliere Iorio, ma con una piccola deviazione acustica fino all’orecchio di Mongelli. Poi, prima di votare, un sintomatico “il nostro sì di oggi è finalizzato a quello che accadrà domani”. Ovvero, appunto, il principio della fase-2, alias rimapasto, alias nuovi assessorati.

I secondi, sono un universo vario e tutto identicamente problematico. Si è sfilata Lucia Lambresa, come noto. Ma a divincolarsi dalla presa del primo cittadino è stato anche Nicola Mennunno, eletto Udc, transitato in Unione di Capitanata e defenestratovi in presa diretta dal capogruppo Vincenzo Perulli per non aver aderito al martirio del bilancio. Ma, soprattutto, hanno minacciato ritorsioni hanno i Moderati e Popolari di Claudio Sottile: “Votiamo si, ma non accetteremo di fare da minoranza della maggioranza dopo aver fatto da minoranza del Partito Democratico”

GIANNI MONGELLI – Volto tirato, occhi stanchi, tremori alle mani, il primo cittadino ha ascoltato con orecchio teso. E’ toccato a lui fornire le cifre, certificare i 19 milioni di euro di disavanzo per il 2010, ma anche il rispetto del patto di stabilità. E, soprattutto, è toccato a lui provare a rincomporre uno straccio di speranza amministrativa. Comunque promettendo “di fare un passo indietro se questo volesse dire il bene della città”. Poco prima della votazione, Mongelli, che alla fine ha ricevuto l’applauso di una modesta platea di cittadini, è un climax di pathos. Prima, le accuse al Governo, che “ci ha privati di 7.5 milioni solo per il 2011”. Poi il doloroso iter di approdo alla decisione di aumentare la Tarsu. “Ci siamo trovati di fronte ad una scelta – ha ricordato il sindaco – Tagliare il già bistrattato Piano Sociale di Zona o far leva sulle entrate. Abbiamo propeso per la seconda soluzione”. Alla maggioranza ha rinfrescato la memoria: “Nel 2000 molti consiglieri della minoranza hanno votato un aumento del 20% della Tarsu, mettendo in campo un provvedimento necessario”. Ha chiesto sostegno, ma non comprensione: “L’aumento delle tariffe era necessario. Semplicemente, andava fatto. E noi non abbiamo potuto fare altro”.


“PROGRAMMA DI FINE MANDATO” –
In compenso, la comprensione ha provato a introitarla. Ha ammesso di avere contezza del fatto che “è il momento più duro degli ultimi cinquant’anni per la città di Foggia”. Addirittura, che “non sono la persona più amata della città”, che “forse questo segna la fine del mio cammino politico”. Ma, soprattutto, “che si apre una nuova fase per l’amministrazione comunale”. Amministrazione che “si deve prefissare dieci obiettivi”, da rintracciare con l’ausilio di “associazioni, gruppi di cittadini, partiti di opposizione e di maggioranza”. Infine, ha annuncia un “programma di fine mandato”.


BRUNO LONGO: “CONSIGLIO ILLEGALE. AUMENTO TARSU SOLO NEL 2012”. ROLLA: “UN ABBRACCIO PER L’AMICA LAMBRESA”-
Focus

p.ferrante@statoquotidiano.it

2 commenti su "Foggia, il bilancio passa. Mongelli avanti anche senza Lambresa"

  1. Ill.mo Signor Sindaco del Comune di Foggia, al fine di addivenire ad un bonario componimento dell’annosa vicenda “aumento TARSU”, Le chiedo Ufficiale cortese Udienza, per il giorno
    19 p.v. alle ore 9,30, presso Palazzo di Città.

    Se impossibilitato, La esorto a volermi fissare a breve termine, altra a Lei più confacente data. Un Suo mancato riscontro, alla suesposta richiesta, sarà inteso come accettazione e conferma dell’incontro.

    Ossequiosi saluti
    Bruno Maizzi Pres. Prov.le M.C. Foggia

  2. A seguito mia richiesta di incontro con il Sindaco del Comune di Foggia, volto a definire bonariamente la questione
    aumento TARSU, rendo noto che, mi è appena giunta la seguente missiva:

    “Egr. Dr. Bruno Maizzi, in riferimento al Suo telegramma inviato in data 15.9.2011, con il quale chiede udienza al Sindaco, La informiamo che l’incontro è confermato per lunedì 19 c.m. alle ore 9,30 a Palazzo di Città. Ufficio di Gabinetto del Sindaco”.

    Dr. Bruno Maizzi

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