I dati Istat presentati ogni anno mettono in luce come il problema dei femminicidi e degli stupri, vittime le donne, non arrestano la loro corsa.
C’ è un problema che l’ Italia e questo Governo non dovrebbero smettere di sottovalutare, ma anzi, farlo rientrare come uno dei punti chiave da risolvere. Si chiama violenza e le vittime sono spesso le donne. Una piaga che continua ad allargarsi. La cronaca non ha mai smesso di raccontare vicende che oscillano tra il grottesco ed il raccapricciante. Proprio negli ultimi giorni, a Parma, si è compiuta una violenza inaudita che ha visto la sevizie e lo stupro ai danni di una 21 enne da parte di un noto imprenditore della zona, il 46enne Federico Pesci, accusato di lesioni pluriaggravate e violenza. In seguito alle ecchimosi riportate, ai dolori avvertiti, la giovane donna si è recata al Pronto soccorso della zona dove si è vista refertare 45 giorni di prognosi.
Un’aggressione che si va a sommare, sfortunatamente, a tutte quelle altre presenti nella raccolta dati fornita dal rapporto Eures che non certo mostra un quadro rassicurante. I dati del 2108 sono ancora a parziali, ma la tendenza, scia del 2017, parla chiaro: stupri e uccisioni sono in continuo aumento. Una fotografia della realtà mostra come ogni giorno se ne compiono 11. 4000 ogni anno, più di un milione in Italia e spesse volte si finisce con non avere nessun colpevole. Succede che le denunce, alle prime avvisaglie di violenza, cadono nell’oblio ed il grido d’aiuto delle vittime rimane inascoltato. Anche perché, quante donne sono pronte a subire il calvario e l’iter giudiziario che si prospetta dopo una denuncia di violenza sessuale?
L’atto traumatico subito, di per sé non privo di strascichi personali, relega ad un’emotività fantasma dove reagire all’abuso necessita di un sostegno che spesse volte viene a mancare, facendo indietreggiare la vittima nella possibilità di reagire. E se le percentuali raccolte dal Dipartimento delle Pari Opportunità gestito dal Telefono Rosa, mostrano un lieve aumento delle donne che con coraggio vogliono uscire allo scoperto e denunciare – proprio per questo le chiamate al numero gratuito di pubblica utilità, antiviolenza ed antistalking, 1522, sono aumentate del 53% rispetto agli anni precedenti – tutto questo però non basta. Di fatto questo è un problema dove la politica ha un suo ruolo principale e non dovrebbe affrontare con inerzia. Sostegno e riforme sono queste le parole chiave da tener presente lì dove gli elementi che dimostrano la fragilità del Paese nell’arginare la violenza di genere è palese, si versa in condizioni dove non sono presenti prospettive concrete. Adesso è il momento che lo Stato sbatta (come è solito fare con i problemi che gli stanno a cuore) ancora una volta i pugni sul tavolo, per far si che almeno in Italia, le riforme e le leggi vengano pensate cosicché l’ultimo caso di minacce, sevizie ed omicidio ai danni di una donna, diventi finalmente l’ultimo.
A cura di Francescapaola Iannaccone