Foggia – MORTO alla vigilia di Natale, con i riflettori spenti, senza le reclame mediatiche e senza fare troppo rumore. Così, due giorni fa, si è spento Sergio Buso, 61 anni, esimio rappresentante del calcio italiano, buon portiere prima, poi allenatore di buona fama. A portarlo via una leucemia che non gli ha lasciato scampo.
Nato a Padova 61 anni fa (1950), ha nel suo curriculm agonistico svariate esperienze: Bologna, Cagliari, Novara, Taranto, Teramo, Pisa, Mantova, Lucchese. Nella città toscana conclude la sua carriera e vi resta, come vice allenatore. Poi, dopo una veloce esperienza al Trento, viene chiamato da Renato Ulivieri a Bologna (1995). Sempre nella città felsinea ha gestito l’interregno di vuoto tra l’esonero di Carletto Mazzone e l’avvento di Guidolin.
Ma Buso toccò, anche se soltanto per qualche brevissimo istante, la Capitanata. Conclusasi in maniera triste e poco gloriosa l’epopea Zemanlandia, Buso è vice sulla scottante panchina di Enrico Catuzzi.
Il top della sua carriera lo raggiunse nel 2008 quando fu numero due di Roberto Donadoni, allora coach della Nazionale ai campionati europei svoltisi in Austria e Svizzera.
Redazione Stato
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Dopo Zemanlandia, nella stagione ’94-95, fu vice di Catuzzi a Foggia. Nel 2008 fu il secondo di Donadoni agli Europei.
grande uomo
SERGIO BUSO:
GRANDE UOMO, PERSONA UMILE, GRANDE CONOSCITORE DEL CALCIO GIOCATO.
Sergio Buso è stato un uomo onesto e rispettato da tutti gli addetti ai lavori nel mondo del calcio.