Bari, 21/05/2021 – (corrieremezzogiorno) Le famiglie pugliesi potranno continuare, uniche in tutta Italia, a poter scegliere fra didattica a distanza e lezioni in presenza sino alla fine dell’anno scolastico che in Puglia si conclude l’11 giugno prossimo. Ma le associazioni contrarie alla didattica digitale integrata a scelta non si danno per vinte e annunciano appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar Puglia. La terza sezione presieduta da Orazio Ciliberti, ha infatti respinto ieri la richiesta di sospensiva cautelare avanzata da “Scuole diffuse in Puglia”, “Autism friendly”, e 33 fra genitori e docenti, sancendo la «piena legittimità» dell’ordinanza regionale. «La deroga al regime della didattica in presenza – sottolineano i giudici del Tribunale amministrativo – è motivata sulla base dell’elevato rischio di diffusione della variante inglese del virus Sars-Cov-2 nella popolazione scolastica, così come emerge dalla nota del Dipartimento della salute della Regione Puglia e appare misura atta a garantire il bilanciamento tra diritti di pari rilievo costituzionale, quello alla tutela della salute e quello alla istruzione».
Le associazioni ricorrenti ritengono, al contrario, che la «dad a scelta non possa farsi modello. Sapevamo che probabilmente non avremmo potuto avere un esito diverso al nostro ricorso – sostiene Terry Marinuzzi, presidente di Scuole diffuse in Puglia- ma non potevamo sottrarci a questo atto che non può ignorare il livello sempre più preoccupante di dispersione scolastica che caratterizza la nostra regione unitamente all’aumento delle violenze sui minori in ambito soprattutto intrafamiliare e al drammatico dato sulla povertà educativa e materiale minorile». Secondo i dati rielaborati dalla Uil, si sarebbero persi in Puglia 11 mila studenti. E il tasso di frequenza in classe per le scuole superiori è di appena il 6%. I tempi del ricorso al Consiglio di Stato si annunciano lunghi. «Occorre attendere il pronunciamento del Tar sul merito e si arriverà praticamente alla fine dell’anno scolastico – riflette Marinuzzi – ma è doveroso farlo perché non possiamo neanche immaginare che si possa procedere allo stesso modo per il nuovo anno».(corrieremezzogiorno)