Il Tribunale di Bari, nella persona del giudice per le indagini preliminari, Dott. Giuseppe Ronzino, ha disposto la sostituzione della misura cautelare per un manfredoniano, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Sed” della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). L’uomo, difeso dall’avvocato Innocenza Starace del Foro di Foggia, è stato coinvolto insieme ad altri 26 soggetti in un’operazione che ha smantellato una rete di spaccio di droga che operava tra la Puglia, il Molise e l’Abruzzo.
Accusato di traffico e spaccio di cocaina, ha visto la sua detenzione sostituita con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, come disposto dal giudice Ronzino.
La decisione arriva in un contesto che ha coinvolto numerosi altri indagati, tutti accusati di essere legati a una vasta organizzazione dedita al traffico di cocaina purissima distribuita tra diverse città e province, tra cui Foggia, Manfredonia, San Severo, Pescara, Larino e altre località.
L’inchiesta “Sed”, avviata dalla DDA di Bari, ha portato alla scoperta di un traffico internazionale di droga che, tra l’estate 2020 e novembre 2021, ha visto la distribuzione di oltre 20 chili di cocaina, equivalenti a circa 83.000 dosi per un valore di circa 6 milioni e 600mila euro.
Gli investigatori hanno sequestrato durante le indagini circa 10 chili di cocaina, pari a 45.000 dosi, oltre a beni mobili, immobili e conti correnti per un valore di 600mila euro.
Nel corso delle operazioni, che hanno visto il doppio blitz del 23 settembre e del 2 ottobre 2024, sono stati arrestati 28 individui e sottoposti a diverse misure cautelari. Tra gli arrestati, molti sono accusati di essere parte di un gruppo criminale radicato a Foggia, che riforniva anche altre piazze della zona. Le indagini, condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA), hanno rivelato che l’organizzazione aveva il controllo di importanti rotte di distribuzione, con collegamenti anche internazionali. Un aspetto significativo emerso dalle indagini è l’uso di un linguaggio criptato per riferirsi alla cocaina, con termini come “banane”, “sed”, “panetti” e “bimbi”, che venivano utilizzati nelle conversazioni intercettate.
A seguito delle intercettazioni telefoniche e delle indagini sul campo, il 25 marzo 2025 inizierà il processo immediato, che vedrà 27 imputati comparire davanti al Tribunale di Foggia.
Il processo dovrà accertare la sua responsabilità nell’organizzazione criminale e nelle varie operazioni di spaccio. Sono stati coinvolti altri soggetti, tra cui Giuseppe Bruno, il figlio Leonardo, Daniele Delli Carri, Marianna Bruno, Vincenzo Cupo, Giovanni Sinesi e altri ancora, tutti accusati di aver avuto ruoli determinanti nella gestione del traffico e nella distribuzione della droga.
L’indagine “Sed”, una costola dell’operazione “Shpirti” che ha coinvolto anche la magistratura albanese, ha portato alla luce un vasto giro di corruzione e traffico internazionale di stupefacenti. L’inchiesta ha avuto un impatto significativo anche al di fuori dei confini italiani, con indagini parallele in Albania che hanno portato, nel luglio 2021, a 38 arresti, tra cui un magistrato e tre funzionari pubblici.
La difesa degli imputati respinge le accuse, ma l’accusa ha già raccolto elementi tra cui le dichiarazioni di un ex affiliato del clan Moretti, Carlo Verderosa, che si è pentito e ha contribuito a far luce sugli affari del gruppo criminale. Il processo si preannuncia come uno dei più rilevanti per la giustizia pugliese e nazionale, con implicazioni anche per le indagini internazionali sul traffico di droga.
