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Ricerca idrocarburi, bocciato piano Petroceltic. Il caso ‘capodogli’

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
1 Aprile 2010
Stato news //

Ricerca_idrocarburi (www.periodicoilgrillo.com)
Ricerca_idrocarburi (www.periodicoilgrillo.com)
CONCLUSIONI DEL COMITATO REGIONALE VIA- “Nonostante le metodiche di ricerca proposte generino forme riconosciute di inquinamento, gli elaborati presentati si fondano su dati approssimativi non supportati da verifiche e valutazioni condotte con il necessario grado di approfondimento”. Lo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Petroceltic appare infatti “applicato all’area in esame senza la necessaria conoscenza del sito interessato (direttamente o indirettamente) manifestando evidenti limiti che non permettono una esaustiva valutazione degli impatti sugli habitat e le specie di interesse comunitario che le attività proposte comportano”. Il progetto inoltre non sottenderebbe “una visione globale delle caratteristiche e delle evocazioni dell’ambiente marino e della costa pugliese, né tiene conto delle politiche ambientali, produttive e di sviluppo (soprattutto turistico) che la Puglia, le istituzioni locali e la collettività insediata perseguono con determinazione“. Del resto, la Petroceltic, si legge nella relazione regionale, “offre un quadro solo parziale del suo proponimento, evitando di inquadrare l’intervento in una prospettiva più ampia, che è quella di sottoporre a sfruttamento il litorale adriatico su vasta scala e a pochi chilometri dalla costa, in una zona di alto valore naturalistico e turistico” (a poca distanza dal Parco Nazionale del Gargano, dall’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, dal SIC e dalla ZPS) e in caso di esiti positivi, in modo permanente. Lo scopo finale della Petroceltic, infatti, “consiste nella installazione lungo tutto il litorale adriatico pugliese di infrastrutture petrolifere destinate a restare in attività per decenni a venire, con tutti i rischi ed i danni che ne conseguono (vedi Fig.1 Progetto Esplorativo)”. Difatti “è datata 2 febbraio 2010 la DGR n. 271 che esprime parere sfavorevole di compatibilità ambientale per un progetto concernente il permesso di ricerca idrocarburi proposto dalla medesima ditta in oggetto ed adiacente al progetto cui il presente parere si riferisce, il quale, tra l’altro è situato ad una distanza anche inferiore“. Si ricorda, infine, che “La valutazione ambientale che deve accompagnare l’approvazione di un progetto definitivo di opera pubblica, necessita di una valutazione unitaria dell’opera (…); mediante la sottoposizione ad VIA di porzioni di opera e l’acquisizione, su iniziative parziali e, perciò stesso, non suscettibili di apprezzamento, circa i livelli di qualità finale, di una pronuncia di compatibilità ambientale” viene irrimediabilmente viziata da difetto di istruttoria l’attività dell’Amministrazione a causa della “sostanziale elusione delle finalità perseguite dalla legge” (Cons. St., V, 16 giugno 2009, n.3849).

PER QUANTO CONCERNE LO SPIAGGIAMENTO DEI CAPODOGLI – “In data 10.12.2009 si è verificato in Puglia lo spiaggiamento di nove capidogli, sette dei quali non sono riusciti a riprendere il largo e sono stati ritrovati morti o in fase agonica. L’esame necroscopico è stato eseguito dal prof. Sandro Mazzariol, dell’università degli Studi di Padova, espero e coordinatore scientifico dell’Unita per la Necroscopia di grandi cetacei piaggiati. Nella relazione provvisoria del 15.01.2010 il prof. Mazzariol evidenzia che “L’evento dello spiaggiamento di 7 capodogli lungo le coste italiane è un evento eccezionale . I rilievi necroscopici suggeriscono un quadro patologico acuto/subacuto, ovvero la causa dello spiaggiamento deve essere cercata in un evento recente”. In particolare, i sospetti sono attualmente legati alla possibilità che abbiano agito “agenti biologici e fenomeni di tossicità, da valutare all’esito delle diverse indagini avviate presso gli istituti di ricerca coinvolti“. Inoltre, la “sindrome embolica riscontrata (con presenze di bolle di gas nel sangue ed in altri tessuti ), se confermata dalle analisi in corso, indurrebbe a ricercare eventuali connessioni con “eventi causali quali sonar o terremoti subacquei”. Dal momento che tali ipotesi hanno formato “oggetto di approfondimento mediante indagini laboratoristiche e che dalle stesse potrebbe emergere –oltre ad uno stato di particolare vulnerabilità dei cetacei legato ad intrinseche condizioni patologiche – un ruolo causale o concausali di attività che perturbano l’ambiente marino (quali l’utilizzo del’air-gun per le prospezioni geofisiche), si ritiene indispensabile l’esecuzione di approfondimenti sulla scorta delle risultanze analitiche e dei pareri e contribuiti acquisiti dal MATTM a seguito dell’evento in esame”. Pertanto si ritiene che “il MATTM non possa esprimersi definitivamente sulla istanza di V.I.A. in mancanza degli approfondimenti di cui sopra.

DA tutte le motivazioni sopra esplicitate il Comitato Regionale di V.I.A ritiene di dover esprimere nell’ambito della procedura ministeriale di VIA parere sfavorevole di compatibilità ambientale dell’intervento proposto. Il provvedimento è stato notificato dal dirigente C. Mafrica, dal Dirigente dell’Ufficio VIA-VAS Ingegnere G. Russo, dal Dirigente del Servizio Ecologia Ingegnere A. Antonicelli, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – Direzione per la Salvaguardia Ambientale – ed al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del Paesaggio, l’Architettura e l’Arte Contemporanee

LA PETROCELTIC ELSA è controllata al 100% dalla società irlandese Petroceltic International PLC, che è quotata sull’Alternative Investment Market della Borsa di Londra e nell’IEX della Borsa irlandese. La Società svolge attività di ricerca di idrocarburi in Italia dal 2005. Attualmente, Petroceltic Elsa è titolare e operatore di quattro permessi di ricerca e titolare di altri tre permessi di ricerca. In questi ultimi tre, gli operatori sono Vega Oil ed Eni. Inoltre, Petroceltic Elsa ha nove istanze esclusive per permesso di ricerca e due istanze in concorrenza, delle quali Petroceltic Elsa è operatore di tutte tranne una. Il portafoglio è concentrato su un “oil play” nell’Adriatico Centrale e su un “gas play” nella Valle del Po (aggiornamento al 7 maggio 2008). Permessi di ricerca in terraferma: 6 titoli per complessivi 1.609,56 Kmq, permessi di ricerca nel sottofondo marino: 1 titolo per 50,67 Kmq, presente come contitolare 1, per area kmq 50,67, B.R268.RG.

JOINT-VENTURES: Ditte con cui la società Petrolceltic Elsa opera in joint-venture e relativi titoli minerari: Eni Carisio, Torrente Nure, Vercelli, Gas Plus Italiana, Casalnoceto, Petrorep Italiana, Torrente Nure, Società costruzione condotte Carisio, Vega Oil, Civitaquana (da dati governativi). In data 4 ottobre 2006 alla Società VEGA OIL-S.p.A. con sede in Roma, Via Romeo, era stato ad esempio accordato, per la durata di anni sei a decorrere dalla data del presente decreto Garribba, il permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi convenzionalmente denominato “Posta Nuova” in territorio della provincia di Foggia (vedi immagine). L’estensione del permesso è di kmq 154,55. A decorrere dalla data del presente decreto la titolare del permeso è stata tenuta a corrispondere allo Stato il canone annuo anticipato di € 5,16 per kmq di superficie, ai sensi dell’art. 18 del d. lgs. n. 625 del 1996 nelle premesse citato, aggiornato con l’indice Istat per gli anni seguenti. La società permissionaria era tenuta ad iniziare i lavori di indagine geologica e geofisica nell’area del permesso entro dodici mesi dalla prima nel tempo delle date di consegna e di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della geotermia del presente decreto ed i lavori di perforazione entro ventiquattro mesi dalla stessa data.

ISTANZA ISOLE TREMITI:d 498 B.R-.EL, Responsabile del procedimento è il signor Luca Giuffrida, la società aveva richiesto un permesso di ricerca in Mare, con data di presentazione il primo ottobre del 2006, con ubicazione nella zona b( 526,8 Kmq), Mare Adriatico , Superficie 526,8 Kmq. Provvedimenti amministrativi: Presa nota BUIG il 30 novembre del 2006, comunicazione di avvio procedimento il 12 dicembre del 2006, (per ricerca idrocarburi liquidi e gassosi da d492 a d500, BR.E.L., Firmat da Fusto Ingravalle); richiesta contributo Legge Marzano il 13 settembre del 2007 (que in occasione della crisi Parmalat, ed è un’ulteriore variante dell’amministrazione straordinaria. Si basa su un presupposto: l’azienda è sana e va preservata integra; i suoi problemi derivano da vicende finanziarie e patrimoniali, non industriali. Il concordato non è un evento esterno, ma il vero obiettivo del commissario, che vi si attiva allo scopo di tener integra l’azienda; e i debiti vengono congelati fino, appunto, al concordato con i creditori. Rispetto alla Prodi, ha un altro elemento di novità: la nomina del commissario spetta direttamente al ministro, senza il passaggio dal tribunale, e quini le decisioni restano in capo al governo, e cioè al potere politico- fonte: il Giornale.it). Comunicazione parere favorevole: Ctig/Tig/Cirm il 25 giugno del 2008; comunicazione da operazione avvenuta presentazione Via il 4 agosto del 2008; richiesta chiarimenti da Ministero Ambiente a Operatore il 18 settembre del 2008, ulteriori richieste il 19 settembre del 2008 da Min. Ambiente a Operatore-richiesta istanza di VIA e non esclusione da VIA, risposta ministero Beni Culturali il 16 dicembre del 2009 con parere favorevole.

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