A partire da oggi, 1° luglio, l’Unione Europea ha introdotto dazi sul grano russo, in risposta a un drammatico aumento delle importazioni, cresciute del 1004% rispetto all’anno precedente. Questo provvedimento è cruciale per la sopravvivenza di 38mila aziende agricole in Puglia, nota come il Granaio d’Italia, dove l’afflusso incontrollato di grano dall’estero ha fatto crollare i prezzi pagati agli agricoltori al di sotto dei costi di produzione. Coldiretti Puglia ha sottolineato l’importanza di questo intervento in occasione dell’entrata in vigore del regolamento che aumenta i dazi all’importazione di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Federazione russa e dalla Repubblica di Bielorussia. Per il grano, il dazio aggiuntivo sarà di 95 euro a tonnellata.
Misure per Stabilizzare il Mercato
La Commissione UE ha deciso di implementare questa misura per contrastare quello che è visto come un tentativo di destabilizzazione del mercato comunitario da parte di Putin. Tuttavia, Coldiretti Puglia insiste sulla necessità di politiche europee strutturali di difesa del reddito degli agricoltori, basate sul principio di reciprocità. Le normative che regolano le aziende agricole europee dovrebbero valere anche per i prodotti importati. Coldiretti denuncia l’uso di sostanze non ammesse in Europa nel grano russo, come l’erbicida Fenoxaprop P ethyl, il glifosato (vietato in Italia in pre-raccolta) e il fumigante insetticida Pirimiphos methyl.
Invasione di Grano Russo
Nel 2023, l’Italia ha visto un’invasione senza precedenti di grano duro russo per la pasta, con quasi mezzo milione di tonnellate importate, causando un calo del 60% nel prezzo del grano italiano. Coldiretti rileva che tali valori rendono la coltivazione antieconomica, esponendo le aziende agricole al rischio di fallimento, specialmente nelle aree interne senza alternative produttive. Inoltre, le importazioni dalla Turchia, spesso triangolate con grano russo, sono aumentate, aggravando la situazione.
Libero Scambio e Reciprocità
Coldiretti Puglia critica gli accordi di libero scambio europei, sottolineando la necessità di fermare le importazioni sleali e di introdurre il principio di reciprocità, garantendo che tutti i prodotti importati nell’UE rispettino gli stessi standard ambientali, sanitari e lavorativi previsti nel mercato interno. Questo è fondamentale per evitare concorrenza sleale che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole.
Azioni e Mobilitazione
La decisione dei ministri UE rappresenta un primo passo verso il blocco delle importazioni sleali e la protezione del reddito degli agricoltori. Con il Decreto Legge Agricoltura, sono stati stanziati 20 milioni di euro in più per i contratti di filiera del grano. Per affermare il principio di reciprocità e garantire totale trasparenza sui prodotti alimentari venduti nell’UE, Coldiretti ha avviato una grande mobilitazione alle frontiere, dal Brennero ai porti, raccogliendo un milione di firme per imporre l’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta e modificare il codice doganale.
Lo riporta Coldiretti.it