Manfredonia – QUESTE poche righe hanno il solo compito di mettere in bella mostra un personaggio poco conosciuto in città, lo studioso Raffaello Di Sabato (1903-1944). E’ strano che su numerose pubblicazioni nostrane si elaborano sontuosi panegirici di personaggi da considerare illustri mai hanno avuto una degna commemorazione. Sarebbe l’ideale affacciarsi dalle parti di palazzo dei Celestini e vedere, qualche volta, in cartellone nella sala convegni la foto del ‘grande’ Raffaello Di Sabato. ‘Grande’ perchè, a differenza della maggior parte degli storici locali, non ha fatto uso di scopiazzature per essere notato. Potessero parlare l’avvocato Matteo Spinelli e le sue ‘memorie’, per sbugiardare quanti hanno attinto, per le loro storie, dai suoi voluminosi manoscritti, per capire la sua originalità. Infatti, ho avuto, da poco, tra le mani, il suo ‘Giornale degli scavi archeologici di Siponto’ (1936-1937), e ne sono rimasto entusiasta. Ammirato perchè da questi testi si ricava un ‘amore pazzo’ per Siponto e per ogni storica pietra là sotterrata. Questo nostro compaesano non solo ha attardato, senza alcun scopo di lucro, di far parte di numerose campagne di scavi a Siponto, ma catalogando certosinamente il ritrovato ne ha dato ampiamente conto. Inoltre, a quanti esperti, come il D’Aloe’, che distrattamente avevano affermato la presenza a Siponto, nella cisterna dei Romiti, del tempio di Diana, il Di Sabato ebbe l’ardire e l’intuizione di negarne pure l’esistenza. Gli scavi successivi gli fecero giustizia perchè dimostrarono non trattarsi del tempio della dea cacciatrice ma di un semplice Ipogeo Romano. Altra nota di “grandezza” del nostro illustre studioso fu il suo distinguersi tra gli antifascisti dell’epoca. Fu perseguitato dal regime per aver aderito ancor giovane alla ‘Giovane Italia’, di fede repubblicana. In sintesi, quel poco che si conosce delle tante carte manoscritte pubblicate, a cura degli eredi, il Di Sabato è da ricordare anche per: il suo linguaggio storico, fatto di semplicità e senza incertezze concettuali nell’esporre al vettore il suo sapere ‘scientifico’; l’aver saputo esaminare da archeologo sole le sue autentiche opere d’arte, eliminando tutto quanto fosse solo interessante come esempio di gusto o di moda. In definitiva, sarebbe il massimo, al di là di questo mio misero scritto, che almeno un pò di tempo per uno specifico convegno fosse dedicato da parte delle autorità locali, alla figura storico di Raffaello Di Sabato. (Stato/Nicola Ciociola)
(Testo in esclusiva per Stato dello studioso di Manfredonia, dottor Nicola Ciociola)