Edizione n° 5386

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Via francigena del Sud, chiusura con la Ricciotti

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
3 Ottobre 2011
Musica //

Il concerto a Santa Maria delle Grazie (St)
Foggia – OLTRE duecento tra coristi, solisti e professori d’orchestra, nell’unico e sistematico festival che ogni hanno porta la musica sacra all’interno dei più suggestivi luoghi spirituali della provincia di Foggia, gli stessi che per centinaia di anni hanno costituito la Via sacra battuta da migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

Ieri (domenica 2 ottobre), all’interno della Basilica di San Michele a Monte Sant’Angelo, l’intonazione impeccabile del mezzosoprano foggiano Rosa Ricciotti (sua l’intensa interpretazione dello “Stabat Mater” in fa minore, capolavoro di Vivaldi) ha chiuso nella maniera migliore possibile il festival di musica sacra “La Via Francigena del Sud: lungo la Via dell’Angelo”, la kermesse gestita dall’associazione Cappella Musicale Iconavetere e dal suo ideatore e direttore artistico, Agostino Ruscillo, salito più volte sul podio in questa quarta e riuscita edizione.

Edizione che ha avuto nel confronto e nello scambio culturale la sua ragion d’essere: la manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Provincia di Foggia e dall’ex APT di Foggia, è stata inserita quest’anno nella rete regionale di festival Musica Antica in Puglia, e ha chiuso un percorso culturale – promosso dalla Regione Puglia – durato ben due mesi. L’ultima delle quattro offerte culturali, dopo il “Barocco Festival”, il “Giovanni Paisiello Festival” e “Anima Mea” (il cui direttore artistico, Gioacchino De Padova, ha diretto l’Ensemble Meridies ospite proprio del festival foggiano) ha offerto il solito itinerario musicale di qualità, nell’esibizione di professionisti e nuove leve. A cominciare dalle voci soliste, tutte ‘nostrane’, come quella di Giuseppe Quitadamo (contraltista), che ha dato prova di ottime interpretazioni, spaziando dal mottetto tardo-rinascimentale di Corradini alla “Salve Regina” di Pergolesi, o di Rossana Piccaluga e Paola Formiglia (soprani), e di Concetta D’Alessandro (contralto): tutti applauditi dal pubblico di appassionati, curiosi e fedeli che hanno affollato le aule liturgiche, i luoghi sacri e la Sala del Tribunale di Palazzo Dogana.

È stata l’edizione delle sorprese e delle gradite conferme. Come quella del duo di fama internazionale composto dall’organista Francesco Di Lernia e dal trombettista Antonio Carretta, attesi ospiti del Santuario di San Matteo, o come quella del Coro della Cappella Musicale Iconavetere, formazione nata circa trent’anni fa nella Cattedrale di Foggia dall’incontro di semplici appassionati di musica corale, ma diventato con gli anni uno degli ensemble vocali più preparati del sud Italia, al punto da interpretare magistralmente il “Magnificat” di Vivaldi e “Confitebor tibi Domine” di Pergolesi. Tra le sorprese spicca la proposta più originale della rassegna, lo spettacolo musicale messo in piedi dal Follorum Ensemble e dal maestro Ruscillo, che hanno ricostruito la vita di Papa Celestino V attraverso l’esecuzione di canoni a tre voci, danze francesi del XIII secolo e antiche laude, grazie anche al supporto vocale della Schola Gregoriana Iconaveteris.

A fare da filo conduttore è stata la bellezza selvaggia di una Capitanata che si scopre, una volta di più, sede di meraviglie architettoniche senza tempo, la cui bellezza va tutelata e valorizzata non solo con l’esecuzione, seppur impeccabile, di un’opera di Vivaldi o dalla profondità del suono di un organo: “L’obiettivo di questo festival – ha ribadito il vice-presidente della Provincia di Foggia, Billa Consiglio – è lo stesso che si pone da anni l’amministrazione provinciale: far conoscere al forestiero e al pellegrino le bellezze inestimabili di questa terra di Capitanata, la cui valorizzazione deve essere un dovere civile, un motivo di orgoglio ma anche di promozione turistica e culturale di un territorio che trabocca di splendore”

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