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ARRESTO Bat: minacce e tentate estorsioni firmandosi con il codice “666”

Questa mattina, i carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare su due soggetti indagati per tentato sequestro di persona a scopo di estorsione e tentata estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Luglio 2024
BAT // Cronaca //

Questa mattina, i carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, con il supporto dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari. L’ordinanza riguarda due soggetti indagati per tentato sequestro di persona a scopo di estorsione e tentata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo di Bat sotto la direzione della DDA di Bari, riguardano il tentato sequestro di un imprenditore di Andria avvenuto a Bisceglie l’11 novembre 2021. Quella sera, l’imprenditore, mentre percorreva la SP 13 Andria/Bisceglie, fu costretto a fermarsi da quattro uomini armati a bordo di un’auto di grossa cilindrata con un lampeggiante blu. La vittima riuscì a fuggire e a mettersi in salvo.

Secondo l’accusa, l’evento delittuoso scaturì dalla mancata adesione dell’imprenditore a una richiesta estorsiva ricevuta tramite una lettera anonima nel giugno 2021, contenente il codice identificativo del gruppo “666”. Un’altra lettera con lo stesso codice e richieste estorsive fu inviata nel dicembre 2022 a un altro imprenditore e ai suoi soci.

Le indagini, che hanno utilizzato intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di videosorveglianza, servizi di osservazione e accertamenti tecnici, hanno rivelato che il gruppo “666” aveva già avviato attività estorsive a partire dal 2017, inviando lettere anonime ai titolari di altre imprese locali. Le indagini hanno inoltre chiarito la dinamica del tentato sequestro dell’11 novembre 2021 e il ruolo dei due indagati, che avrebbero monitorato i movimenti e le abitudini della vittima, segnalando queste informazioni ai complici. Successivamente, si sarebbero avvicinati all’imprenditore proponendosi come mediatori per le richieste estorsive, reiterate con ulteriori lettere anonime e SMS inviati tra gennaio e febbraio 2022.

Gli arrestati sono attualmente in carcere, a disposizione del gip. Uno degli indagati era già detenuto dal 16 marzo 2022 per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, poiché trovato in possesso di circa 170 chili di hashish.

Lo riporta L’Immediato.net

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