Il caso Ferragni-Balocco sembra aver segnato un punto di svolta nel mercato degli influencer. I brand stanno ora preferendo i cosiddetti “nano-influencer”, caratterizzati da una base di follower più piccola ma molto più fedele. Questo cambiamento nel panorama dell’economia dell’influenza è confermato da DeRev, una società di strategia, comunicazione e marketing digitale che annualmente pubblica il listino dei compensi degli influencer in Italia.
Secondo DeRev, i guadagni sulle piattaforme digitali hanno subito una significativa riduzione per le celebrity e i mega-influencer, mentre sono in aumento sia il numero sia i compensi dei creator di dimensioni più contenute. Questo fenomeno sembra segnalare un passaggio dall’influencer economy alla creator economy, dove la qualità e l’autenticità dei contenuti sono prioritari rispetto alla semplice notorietà.
L’analisi evidenzia un calo dei compensi su diverse piattaforme sociali nel 2024. Facebook registra un calo del 47,40% per tutte le categorie di influencer, mentre TikTok e YouTube hanno rispettivamente una contrazione del 19% e del 21%. TikTok vede un crollo particolarmente marcato per le categorie di celebrity (-68%) e mega influencer (-40%), mentre su YouTube sono i mid-tier e i macro influencer a subire i maggiori decrementi, con -26,5% e -33,5%.
Instagram, invece, ha visto un aumento dei guadagni, con benefici soprattutto per le categorie di influencer di dimensioni più piccole. Anche qui, le celebrity (-31,6%) e i mega influencer (-16%) hanno registrato perdite significative.
Il CEO di DeRev, Roberto Esposito, spiega che le aziende stanno riducendo gli investimenti sui personaggi noti a favore di collaborazioni a lungo termine con creator minori. Questo approccio permette alle aziende di costruire relazioni più stabili e autentiche con il proprio pubblico, attraverso uno storytelling continuo nel corso dell’anno. Al contrario, le partnership con le celebrity spesso si limitano a singoli contenuti che perdono impatto rapidamente dopo la pubblicazione.
Nonostante la diminuzione dei compensi per singolo contenuto, non si tratta di una crisi del settore, ma di una sua evoluzione. Gli eventi recenti, come il caso The Borderline e il Pandoro Gate, hanno influenzato profondamente le dinamiche tra influencer, pubblico e brand, accentuando l’importanza della fiducia nel creator e del valore autentico dei contenuti.
Infine, il mercato dell’influencer marketing è diventato estremamente competitivo, con un numero sempre crescente di creator che sfidano le tradizionali dinamiche di mercato. La normalizzazione dei compensi riflette questa competizione e indica una maturazione del settore verso standard più equilibrati e sostenibili nel lungo termine.
Lo riporta Today.it