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RICERCA UniBa e Politecnico: team di ricerca da vita alle protesi hi-tech che sentono il calore

Si tratta di protesi che replicano perfettamente gli arti umani, incluse la sensibilità della pelle.

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Giugno 2024
Bari // Scienza e Tecnologia //

Protesi che replicano perfettamente gli arti umani, incluse la sensibilità della pelle e la capacità di percepire il tatto, il calore e il freddo grazie a sensori bionici, potrebbero presto diventare realtà. Questi sensori, inoltre, potrebbero essere utilizzati per creare guanti ultrasensibili da impiegare nelle applicazioni chirurgiche.

Questo futuro innovativo è il frutto di una ricerca in corso presso il Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università degli Studi Aldo Moro e del Politecnico di Bari, guidata da Anna Maria Coclite. Dopo esperienze al MIT di Boston e alla Graz University of Technology in Austria, la ricercatrice è tornata in Puglia per portare avanti il suo lavoro.

Le neuroprotesi, spiega una nota, sono ormai una realtà, e il futuro promette protesi che possono essere controllate direttamente con il pensiero. Tuttavia, ciò che manca ancora è la capacità di queste protesi di fornire sensazioni tattili simili a quelle della pelle umana. È proprio da questa necessità che ha preso avvio la ricerca della professoressa Coclite, iniziata in Austria e ora proseguita presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari.

Nel 2016, Coclite ha ottenuto l’Erc Starting Grant per il progetto ‘Smart Core-shell sensor arrays for artificial skins’ (Smart Core), che ha finanziato con 1,5 milioni di euro le sue ricerche su sensori capaci di rilevare simultaneamente cambiamenti di umidità, temperatura e pressione con una risoluzione superiore a quella della pelle umana. Questo è stato possibile grazie a una nuova geometria dei sensori: invece di essere costituiti da strati multipli, i sensori di Smart Core sono verticali ed estremamente piccoli.

Negli ultimi anni, il Dipartimento di Fisica di Bari ha attratto altri ricercatori di talento, inclusi tre scienziati rientrati in Italia grazie ai fondi del PNRR provenienti da Spagna, Francia e Polonia, e altri due professori tornati da UK e USA grazie a fondi ordinari.

Nel 2023, la ricerca sulle protesi hi-tech ha compiuto un ulteriore passo avanti ottenendo l’Erc Proof of Concept da 150mila euro, che permetterà di testare la possibile commercializzazione dei sensori sviluppati con il progetto Smart Core.

Lo riporta Ansa.

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