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INDAGINI Fasano, morte Clelia Ditano: c’è un indagato

La pm Livia Orlando ha iscritto una persona nel registro degli indagati e ha fissato per giovedì l'autopsia sul corpo della ragazza

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Luglio 2024
Brindisi // Cronaca //

Svolta nelle indagini sulla morte di Clelia Ditano, la 25enne di Fasano precipitata da quasi 15 metri nel vano ascensore della palazzina popolare dove abitava con i genitori in via Piave. La pm Livia Orlando ha iscritto una persona nel registro degli indagati e ha fissato per giovedì l’autopsia sul corpo della ragazza. L’esame autoptico sarà eseguito presso l’obitorio del cimitero di Ostuni dal medico legale Domenico Urso. Parallelamente, la Procura ha disposto una perizia tecnica sull’ascensore, anche questa alla presenza di periti di parte.

Al momento, l’ipotesi di reato è omicidio colposo. L’attenzione è rivolta al fatto che la porta dell’ascensore al quarto piano si sia aperta nonostante la cabina fosse al primo piano, una circostanza anomala secondo diversi tecnici.

In mezzo a questa tragedia emerge un atto di solidarietà: Steven Parpagnesi, un 26enne di Mesagne, ha donato 2500 euro per coprire parte delle spese del funerale di Clelia. “Appena ho saputo della notizia e sentito l’intervista al padre della ragazza, mi è venuto in mente di aiutare questa famiglia,” ha spiegato Parpagnesi. La sua motivazione è personale: “Anch’io ho vissuto una tragedia simile con mia sorella, Kimberly, che si è suicidata a 19 anni gettandosi dal sesto piano. Ho visto nei genitori di Clelia la mia stessa sofferenza e non potevo restare indifferente.”

Steven, che si descrive come un giovane tatuatore dal cuore debole, ha sentito il bisogno di fare qualcosa. “Non conoscevo Clelia né i suoi genitori, ma mi ha toccato il fatto che stava lavorando per risparmiare per la patente. Il bene poi ritorna prima o poi.”

Anche il Comune di Fasano ha contribuito alle spese del funerale, che si terrà la prossima settimana dopo l’autopsia. La comunità di Fasano, ancora scossa dall’accaduto, continua a interrogarsi sulle cause della tragedia, mentre i genitori di Clelia, Giuseppe e Giusy, cercano risposte. Gli amici che l’avevano accompagnata a casa quella sera hanno confermato di averla chiamata diverse volte senza ottenere risposta, pensando che avesse cambiato idea e fosse rimasta a casa. Solo la mattina dopo i genitori hanno scoperto l’immane tragedia.

Lo riporta Quotidianodipuglia.it

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