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PROCESSO Droga la moglie e fa abusare di lei a 50 uomini, la donna: “Non violenze ma scene di barbarie”

È cominciato in Francia il processo che vede vittima Gisèle Pélicot, la 72enne drogata dal marito e fatta stuprare da svariati uomini in un periodo di circa dieci anni

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Settembre 2024
Cronaca // Focus //

PARIGI – Dall’inizio del processo, tre giorni fa, è rimasta sempre silenziosa. Oggi, giovedì 5 settembre, per la prima volta, Gisèle Pélicot è intervenuta davanti al tribunale penale di Vaucluse, nel sud della Francia, dove si tiene il processo nei confronti di oltre cinquanta uomini, tra cui soprattutto il marito Dominique che per oltre dieci anni l’ha drogata e fatta stuprare.

La 72enne ha specificatamente rifiutato di permettere che il processo si svolgesse a porte chiuse, così da evitare che “la vergogna cambiasse lato”.

La donna ha voluto ripercorrere tutta la vicenda, partendo da un episodio specifico avvento il 19 settembre 2020. Quel giorno suo marito le rivela di essere stato sorpreso mentre filmava sotto la gonna di tre donne in un supermercato vicino a casa, a Carpentras.

Sono stupita – dice la donna -. In cinquant’anni di vita insieme, non ha mai avuto gesti osceni. Gli dico che per questa volta lo perdono, ma che non ci dovranno essere altri fatti simili e che dovrà scusarsi con queste donne. Non immagino l’ampiezza di quel che scoprirò poco dopo…”.

È il 2 novembre 2020, quando marito e moglie vengono convocati nel commissariato di polizia di Carpentras.

Per cinquant’anni ho sempre sostenuto mio marito. Non abbiamo avuto una vita lineare, ma siamo sempre rimasti uniti. Sono sempre rimasta accanto a lui durante i problemi finanziari, di coppia, di salute. Quando ci hanno convocati pensavo di dovere risolvere una formalità. Ma il poliziotto mi pone una serie di domande, non capisco”.

Quando le viene chiesto di dare un giudizio sul marito, Gisèle risponde così:

Una persona per bene, o un brav’uomo, non mi ricordo esattamente. Ma il poliziotto mi avverte, le mostrerò cose che non le faranno piacere, e io non immagino cosa possa essere. Mi porge una fotografia, ma non ho gli occhiali, non riconosco la donna sul letto. Il poliziotto mi dice di guardare bene. Faccio fatica a riconoscermi, ho strani indumenti addosso. Alla terza foto gli dico di fermarsi. Sono scene di violenza, sono inerte, addormentata, e mi stanno violentando. Anzi, violenza non è la parola giusta, è una barbarie. Ho solo un desiderio, rifugiarmi a casa mia”.

Tutto quello che ha sempre pensato del ‘suo’ Dominique crolla in quegli istanti. “Tutto quello che ho costruito con il signor Pélicot cade in pezzi. Tre figli, sette nipoti, una coppia unita. I nostri amici ci dicevano che eravamo la coppia ideale. Voglio sparire, penso a prendere l’auto con il mio cane e a farla finita”, ammette.

La donna ha visto i filmati delle violenze:

Non sono scene di sesso, sono scene di violenza. Sono due o tre sopra di me, io sono inerte. Voglio che la mia testimonianza sia pubblica perché nessuna donna debba subire una sottomissione chimica come quella che ho patito io. Per quanto riguarda me, il male è fatto. Ma ho voluto queste udienze a porte aperte per aiutare tutte le donne, che forse non saranno mai riconosciute come vittime”.

Uno degli avvocati della vittima, Antoine Camus, che segue anche i tre figli della coppia, ha ammesso come questo processo sarà “una prova assolutamente terribile” per Gisèle Pélicot perché”vivrà per la prima volta, in ritardo, gli stupri che ha subito per dieci anni”, perché non ha “nessun ricordo”, ha detto all’AFP.

Lo riporta fanpage.it

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