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TURISMO Ok a legge sui stabilimenti balneari. L’accordo con Bruxelles: proroghe fino al 2027

Il Consiglio dei ministri approva la riforma

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Settembre 2024
Economia // Gargano //

FOGGIA – Tre anni di proroga per le attuali concessioni balneari, poi le gare.

Il Governo Meloni ha approvato, durante il Consiglio dei ministri di ieri, le nuove regole che allungheranno le attuali licenze fino al 30 settembre 2027, con l’obbligo per i comuni di andare a gara entro il giugno dello stesso anno.

Le stesse amministrazioni avranno comunque la facoltà di anticipare i bandi senza aspettare la scadenza.

La gara potrà essere rimandata e svolta entro il 31 marzo 2028, solo «in caso di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa».

La soluzione

È questa la soluzione trovata dall’Esecutivo per scrivere la parola fine ad una vicenda ultraventennale che riguarda uno dei comparti fondamentali dell’economia italiana.

La durata delle nuove concessioni andrà da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, per permettere al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati. «In riferimento alla procedura di infrazione sulle concessioni balneari, la collaborazione tra Roma e Bruxelles – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione.

Un procedimento che consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot».

Fonte: mondo balneare

Un percorso difficile e pieno di ostacoli quello che ha portato al decreto, tanto da far slittare il Consiglio dei ministri di un’ora per un vertice preventivo fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Secondo quanto previsto dal decreto, i comuni dovranno comunicare un’eventuale mancata suddivisione in lotti delle aree a gara, precisando il numero massimo di quelli aggiudicabili a un solo partecipante, condizione nata per non nuocere alle piccole imprese, in particolare quelle a gestione familiare.

I criteri di gara puntano a premiare chi armonizza le strutture rispettando le tradizioni locali e le specificità del territorio.

Un punteggio maggiore, inoltre, andrà a chi è stato titolare nei cinque anni precedenti di una concessione fonte prevalente di reddito personale o per chi assume un certo numero di lavoratori del concessionario uscente. Penalità invece per chi gestisce altri lidi sul territorio, in modo da evitare concentrazioni.

«La Commissione europea accoglie con favore la decisione odierna dell’Italia sul caso delle concessioni balneari – ha dichiarato la portavoce della Commissione europea Johanna Bernsel -.

Ciò fa seguito a scambi costruttivi attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sul quadro legislativo della riforma delle concessioni balneari italiane alla luce del diritto dell’Ue, con una soluzione completa, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni».

La partita tuttavia non è ancora chiusa. «La Commissione non ha preso alcuna decisione formale in questa fase nel contesto della procedura di infrazione – continua Bernsel -.

Si valuterà il decreto legge adottato dalle autorità italiane, alla luce dell’intesa comune.

Fonte: ilrestodelcarlino

Rimarremo in stretto contatto con le autorità italiane per quanto riguarda le misure di attuazione e l’effettivo completamento della procedura di gara e rinnovo per tutte le concessioni esistenti, entro i tempi concordati». Poche ore prima del via libera, l‘eurodeputato Pd, Matteo Ricci aveva bocciato in toto il provvedimento.

«Dal governo l’ennesimo rinvio sulle concessioni: prendono in giro i balneari, bloccano gli investimenti, creano il caos negli enti locali – aveva sottolineato – e portano ancora una volta l’Italia verso una procedura di infrazione UE. E tutto questo solo perché non si ha il coraggio di affrontare una questione andata ormai troppo oltre».

Critico sul tema anche Carlo Salvemini, l’ex sindaco di Lecce, attuale capo dell’opposizione, autore del ricorso dal quale è nata l’intera questione, con l’ormai famosa sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato decadute le concessioni al 31 dicembre 2023.

DIRE

«“L’adunanza plenaria ritiene che, scaduto il termine del 31 dicembre 2023, tutte le concessioni in essere dovranno considerarsi prive di effetto”. Questo il principio intangibile – ha precisato Salvemini- affermato dal massimo organo della giustizia amministrativa italiana e che questo Governo tratta alla stregua di una sorta di organo consultivo del quale si può anche non tenere conto quando le lobby fanno sentire la propria voce nel pretendere quanto loro promesso in campagna elettorale».

Negativo anche il giudizio del Codacons che parla di «rinvio alle calende greche della soluzione del problema, dimostrando di non saper affrontare adeguatamente la questione – afferma il presidente Carlo Rienzi-. Una proroga che, se confermata, violerebbe non solo le disposizioni dell’Ue, ma anche le recenti decisioni del Consiglio di Stato, prolungando una insostenibile situazione di illegittimità che non fa onore al nostro Paese.

Con la conseguenza che, fino al 2027 e in presenza di una condizione di illegalità sul fronte delle concessioni balneari, chiunque potrà occupare le spiagge senza chiedere alcun permesso ai gestori dei lidi».

Lo riporta quotidianodipuglia.it

2 commenti su "Ok a legge sui stabilimenti balneari. L’accordo con Bruxelles: proroghe fino al 2027"

  1. Il governo Italiano nella sua storia solo una volta ha usato il pugno di ferro, non guardando in faccia a niente e nessuno, con il covid ( sbagliando completamente tutto, senza azzeccarne una, dai lockdown, mascherine, vaccinazione ecc.) Se usassero la stessa determinazione della pandemia, con quel accanimento e cattiveria senza pietà per nessuno, per colpire le varie lobby, criminalità, evasione fiscale, corruzione ecc. Saremmo senza ombra di dubbio la prima potenza nazionale al mondo.

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