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Carmen Palma “Il giornalismo mi insegna ad essere una persona migliore”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Ottobre 2019
Attualità // Cultura //

StatoQuotidiano compie dieci anni. Un lasso di tempo relativamente breve, se si pensa a quanto in fretta gli anni trascorrono sotto i nostri occhi. Per una ragazza di soli ventiquattro anni come me, tuttavia, dieci anni rappresentano circa metà della sua esistenza. A quattordici anni non avevo ancora il permesso dei miei genitori di iscrivermi a Facebook, le mie ricerche online si limitavano ad argomenti prettamente scolastici o a spulciare i fan forum di band e giovani attori, ma ricordo bene che StatoQuotidiano è stato uno dei primi portali a cui ho avuto accesso per il mondo dell’informazione.

“E’ stato uno dei primi portali a cui ho avuto accesso per il mondo dell’informazione”

Non capivo molto di politica, credevo che Massimo D’Alema fosse il nome di qualche attorunculo di una fiction Rai anni ’90, non me ne intendevo tantissimo di cronaca e mi divertivo a guardare i video dei nostri concittadini, quelli un po’ ingenui e arrabbiati, quelli che insomma conosciamo tutti. Tuttavia, cominciavo anche a capire quanto fosse importante tenersi al passo, studiare la nostra comunità e imparare a conoscere pienamente la sua mentalità, i suoi meccanismi interni, tutti i suoi pregi e difetti. In questo, Stato Quotidiano mi è sempre stato utile: le realtà virtuali dei giorni d’oggi, del resto, altro non sono che un microcosmo della nostra società viste attraverso una lente d’ingrandimento, dove ogni comportamento  –dalle notizie diffuse ai commenti e le condivisioni – ci racconta tanto del mondo in cui ci troviamo.

“Manfredonia (e con essa la Capitanata intera) ha bisogno di uno spazio dove l’informazione sia una cosa seria”

Crescendo ho sviluppato sempre più senso critico, ho allargato il mio bagaglio culturale, ho imparato a confrontarmi con il pensiero degli altri e ad affrontare l’ignoto, fino a quando ho sentito dentro di me il bisogno di usare anche la mia voce. Non c’è bisogno di raccontare qui quando, come e perché ho deciso di cominciare a scrivere, né sta a me, giovane ultima arrivata, fare un’analisi di cosa è successo in questi dieci anni, di come è cambiata l’editoria e di quale strada essa stia prendendo. Quello che so, però, è che Manfredonia (e con essa la Capitanata intera) ha bisogno di uno spazio dove l’informazione sia una cosa seria, dove le voci di tutti siano le benvenute senza pregiudizi ma siano accolte anche l’intelligenza e la moderazione. Spesso ho visto fare l’esatto opposto: sterili discussioni, sterili prese di posizioni, opinioni urlate senza un briciolo di controllo del proprio narcisismo. Ho sempre pensato che sia un peccato sfruttare così male uno spazio del genere, che spesso non siamo così diversi da quella classe dirigente che critichiamo così tanto.

La democrazia ci offre libertà infinita e noi siamo in grado di rovinare perfino quella. Ecco, forse è per questo che ho scelto di diventare giornalista: perché anche io come tutti ho bisogno di osservare il mondo, e anche io ho tante cose da dire, sento un fiume di parole sgorgare dalla mia testa ogni mattina non appena mi sveglio e questa voglia non si placa fino a quando non torno a dormire, ma il giornalismo mi impone l’autocontrollo, l’apertura al diverso, mi impone dei limiti che spesso, noi semplici utenti online, non sappiamo mantenere.

Si potrebbe dire che il giornalismo mi insegna ad essere una persona migliore? Sì. E quella stessa voglia di dialogo educato e intelligente, quella sete di conoscenza e curiosità verso i fatti del mondo, cerco di trasmetterla agli altri con la mia scrittura. Io non so se ci riesco, non sta a me deciderlo. So solo che è questa l’unica forma di giornalismo che voglio e mi batterò sempre per uno spazio che mi dia la possibilità di esprimere me stessa e le mie capacità.

In questi anni si dice spesso che dietro un cattivo giornalista c’è un cattivo lettore: io credo che spetti ai giornalisti il compito di guidare l’utente nel mondo dell’informazione, offrire al pubblico i giusti mezzi per usufruire delle notizie in maniera ottimale e dare sempre il meglio, a prescindere. Ecco perché spazi del genere non vanno sottovalutati. Non dobbiamo farlo noi del settore e nemmeno i lettori.

“Spetta ai giornalisti il compito di guidare l’utente nel mondo dell’informazione”

In questi due anni a Stato Quotidiano ho avuto modo di fare nuove esperienze, conoscere tante persone, fare anche cose che non mi piacciono e ho odiato fare, ma a cui sentivo di dover dire sì per vocazione. Ci sono stati anche momenti duri e sì, ho avuto anche io la mia dose di commenti infelici. Sarebbe stupido dire che questi non mi abbiano fatto alcun effetto, perché sono umana anche io, ma senz’altro mi hanno dato la spinta per portare in campo nuove idee, senza mai tradire ciò che sono e ciò che penso. Ho cercato di portare del mio in una realtà già avviata e la sua ampia fetta di pubblico e, spero, di aver lasciato un’impronta positiva, qualsiasi sia il mio futuro.

Buon compleanno Stato!”

A cura di Carmen Palma,

laureanda, prossima giornalista iscritta nell’albo professionale della Puglia

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