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FUNERALI L’addio commosso a Giulia Cecchettin, il papà Gino: “Grazie per questi 22 anni”

Migliaia a Padova, presente anche il ministro Nordio.

LEGGI ANCHE //  Turetta in carcere con un “angelo custode”. In cella c’è la tv, potrà seguire i funerali di Giulia
AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Dicembre 2023
Attualità // Prima pagina //

PADOVA- Una folla commossa ha salutato il feretro di Giulia Cecchettin al termine dei funerali celebrati nella Basilica di Santa Giustina a Padova.

Migliaia di persone all’interno e all’esterno della basilica si sono strette al dolore della famiglia della ventiduenne uccisa dal fidanzato Filippo Turetta.

“Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare”, il messaggio letto di papà Gino in chiesa. Tanti i giovani e gli studenti presenti.

Un forte applauso, grida, campanelli e chiavi scosse verso il cielo hanno salutato la bara bianca al termine del rito funebre. Un applauso e palloncini bianchi a forma di cuore hanno salutato l’uscita del feretro di Giulia anche dalla chiesa di Saonara dove si è tenuta la parte privata della cerimonia funebre.

Gino Cecchettin – stretto ai figli Elena, in lacrime, e Davide – ha atteso che il feretro entrasse nel mezzo funebre e a piedi si è diretto verso il cimitero dove Giulia sarà sepolta vicino alla madre, scomparsa un anno fa. “Guardo il cielo e ti vedo in mezzo alle stelle, che fai a metà di un gelato con la mamma.

Prima o poi ci rivedremo, lo prometto, ma fino a quel momento so che sarai con me, perché sei il mio angelo custode, perché in fin dei conti lo sei sempre stato”. E’ il saluto di Elena alla sorella.

DIRE

IL MESSAGGIO DI PAPA’ GINO
“Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare”. Questo l’auspicio di Gino Cecchettin durante il suo messaggio.

“Mia figlia Giulia era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma.”, ha aggiunto.

Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Com’è può essere successo a Giulia?”. “Ci sono tante responsabilità – ha detto – ma quella educativa coinvolge tutti.

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Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”. E infine ha aggiunto: “Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”. Un lungo applauso ha accolto la fine del saluto di Gino Cecchettin. Una volta arrivato al banco della prima fila, ha abbracciato e stretto forte i due figli.

Ai funerali la stretta di mano e l’abbraccio tra il ministro Carlo Nordio e Gino Cecchettin, durante lo scambio del segno di pace. Il padre della giovane vittima ha poi ricevuto l’abbraccio di altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente del Veneto Luca Zaia, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani, oltre ad altre personalità della politica, e amici della famiglia. Nordio ha salutato anche i fratelli di Giulia.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato Giulia Cecchettin: “Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione”, ha detto Mattarella, alla cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale.

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L’omelia: “l sorriso di Giulia ci mancherà. Chiediamo la pace per il cuore di Filippo”

“Il sorriso di Giulia mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia; mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è divenuto caro”. Lo ha detto il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, nell’omelia dei funerali di Giulia Cecchettin che si celebrano nella Basilica di Santa Giustina a Padova. “Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni.

Le accogliamo in noi come quel germoglio di cui parla il profeta. Perché desideriamo insieme attendere la fioritura del mondo nel quale finalmente anche i nostri occhi saranno beati”, ha sottolineato il vescovo. “Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre. Per sette lunghi giorni abbiamo atteso, desiderato e sperato di vedere e sentire cose diverse.

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Ed invece ora siamo qui, in molti, con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime e con gli orecchi bisognosi di essere dischiusi ad un ascolto nuovo” ha detto ancora il vescovo di Padova, affermando che servono ora “parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non restare intrappolati dall’immane tragedia che si è consumata, per ritrovare anche solo un piccolo spiraglio di luce”.

Occorre cambiare la cultura che porta a compiere atti di abuso e sopraffazione, ha detto monsignor Claudio Cipolla. “Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell’altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili”, è l’appello del vescovo

Monsignor Claudio Cipolla rivolge un pensiero anche a Filippo Turetta, in carcere con l’accusa di avere ucciso la sua ex fidanzata. “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia”, ha detto il vescovo nell’omelia.

Fonti verificate: ANSA //

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