FOGGIA – Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune di Foggia, approvato nel 2018 dal Consiglio comunale, sarà aggiornato, ma senza troppi sconvolgimenti.
Parola dell’assessore all’Urbanistica Giuseppe Galasso, invitato ad una riunione dedicata al Pums della Commissione Ambiente e Territorio presieduta da un altro ingegnere, Giovanni Quarato.
“Non è vetusto ed è un documento che è stato redatto in maniera estremamente approfondita, quindi rappresenta una buonissima base di lavoro”, osserva il tecnico della Giunta Episcopo.
Come tutti gli strumenti programmatici, però, richiede una periodica revisione. Anche solo le nuove ciclovie urbane realizzate con i fondi del Pnrr o di prossima cantierizzazione, ridisegnando la rete ciclabile, comportano un “modesto adeguamento del Pums”.
Con tutta probabilità, entreranno nel Piano da rivisitare anche le Zone 30, argomento di stringente attualità, che l’assessore considera uno dei principali aspetti da indagare.
Sono state oggetto anche di una mozione a firma dell’ex candidato sindaco civico Nunzio Angiola, da cui, però, secondo l’ingegnere, traspare un “appello generico”, che non trova la sua condivisione, almeno in quella forma.
“Non siamo nelle condizioni di poter dire che Foggia diventa una Città 30”, avverte. La normativa, infatti, “stabilisce che le Zone 30 devono essere chiaramente giustificate con una motivazione”.
Opera una distinzione tra Zone 10, 20 e 30. In linea di massima, dove i marciapiedi sono ridotti ed è difficile transitare per i pedoni si possono immaginare le Zone 30, secondo il ragionamento di Galasso.
“I Quartieri Settecenteschi potrebbero diventare una Zona 30 – ha detto l’assessore -, perché caratterizzati da marciapiedi molto stretti, dove presenti, ed è una zona che non può essere pedonalizzata”. L’argomento richiede “una disamina più attenta e specifica”.
Altra questione affrontata su sollecitazione dei consiglieri componenti della commissione, in particolare di Claudio Amorese (FdI), è stata l’implementazione delle isole pedonali.
L’assessore dice sì ad altre pedonalizzazioni, con un’attenzione particolare alla cosiddetta ‘testa di cavallo’, vale a dire il centro storico, ancora più nello specifico piazza Mercato, dove sussiste, però, il problema dei parcheggi. Le “pedonalizzazioni stop e go”, invece, non lo convincono: “Non hanno avuto grande successo nei comuni”, fa notare. È il caso del Quartiere Ferrovia: “Sarebbe una pedonalizzazione di facciata”.
Si è parlato anche di nuove rotatorie e il consigliere di Italia del Meridione Pasquale Cataneo (che aveva già affrontato, tra gli altri, i grandi temi della seconda stazione e dell’elettrificazione della Foggia-Manfredonia) ha rispolverato l’idea delle sponsorizzazioni.
A tal proposito, se per l’assessore Galasso la rotatoria di via Vittime Civili è “un esempio virtuoso a metà”, perché mancano gli inviti a immettersi e il triangolo, spazio salvagente, trova “veramente bella” l’area a verde realizzata da Siem tra viale Michelangelo e viale Ofanto. Lo considera uno dei punti più belli di Foggia: “Ben vengano – ha detto – interventi di quel tipo”.
Il riammagliamento dei Rioni Diaz e Martucci con il centro, simboleggiato da un sovrappasso pedonale immaginato nel Pums, che unisce i due quartieri a tutti gli effetti residenziali con il boschetto della Villa Comunale, è stato segnalato dal consigliere di Con Antonio Pio Mancini, che ha sollecitato un eventuale studio di fattibilità.
Progetto “molto ardito” secondo l’assessore, almeno in quella formulazione, ma non esclude di studiare altre ipotesi di collegamento.
Lo stesso dicasi per la ‘green zone’ che dovrebbe collegare i Campi Diomedei con la piscina scoperta. Impossibile, però, chiudere via Galliani perché “strada strategica per decongestionare il centro”.
In materia di parcheggi, l’assessore sembra pronto a rimaneggiare alcune ipotesi e spunta anche per Foggia l’idea del Park and ride.
Sulle cosiddette tre corsie, non sono tutti d’accordo. Qualcuno avrebbe preferito un “corridoio verde”. L’idea dell’assessore, invece, è di ridurre le corsie effettive da 8 a 4, salvaguardando la sosta su entrambi i lati solo sulle laterali, che diventerebbero una sorta di complanare, su cui spostarsi tramite rotatorie.
Allargando lo spartitraffico per allontanare le auto dalle radici che sollevano l’asfalto, le due corsie centrali sarebbero solo percorribili, mentre sulle laterali si transiterebbe in una direzione di marcia con i parcheggi. Naturalmente, la sosta andrebbe riorganizzata, per non perdere stalli.
Il cambiamento è già in atto, fa notare l’ingegner Galasso, anche perché il dissesto causato dalle radici degli alberi costringe gli automobilisti a spostarsi a centro strada: “Da anni, in diversi punti, viene utilizzata a due corsie”.