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stAZIONIAMOCI, Rfi (dopo mesi) risponde: “attività a scopo commerciale”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
6 Maggio 2011
Cronaca //

Gruppo ragazzi stAZIONIAMOCI di Cerignola (ST)
Cerignola – “CON riferimento alla nota a margine, si comunica che, pur condividendo le finalità di codesta Amministrazione Comunale, il progetto presentato prevede nel suo ambito lo sviluppo di diverse attività che, seppur svolte a fini sociali ed equo solidali, restano comunque attività di tipo commerciale. Tali attività non risultano coerenti con le finalità previste dai contratti di comodato stipulati da RFI per i quali i beni concessi devono essere destinati unicamente a fini istituzionali e/o di carattere sociale e di pubblico interesse e, comunque, no-profit. Tuttavia, alla luce di quanto sopra, si propone di valutare l’ipotesi di regolamentare l’utilizzo dei beni richiesti non già con un contratto di comodato ma con una locazione da avviare nei modi d’uso aziendali. Distinti saluti, Roberto Pagone

Questo è il contenuto della missiva consegnata dal Sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo, nelle mani dei ragazzi di stAZIONIAMOCI durante l’incontro avutosi Mercoledì 4 Maggio. In poche parole: il progetto è stato respinto. La lettera è stata protocollata l’8/10/2010 e dopo 7 mesi di silenzio, nonostante le costanti chiamate e sollecitazioni del gruppo stAZIONIAMOCI, il primo cittadino di Cerignola si ricorda finalmente di renderla nota e consegnarla ai ragazzi, ma solo dopo un’ulteriore proposta di incontro da parte di questi.

Le motivazioni della non approvazione del progetto a scopo sociale e che mirava alla riqualificazione della Stazione di Cerignola Campagna, colpiscono il punto ristoro, ritenuta “attività di tipo commerciale”. A questo punto facciamo un passo indietro e ricordiamo quali iniziative e attività erano presenti nel progetto stesso: un bar equo e solidale, una piccola edicola/libreria del viaggiatore, un info-point turistico, un centro di connettività sociale, un piccolo laboratorio tessile per donne ex-detenute, un punto di ristoro con piatti tipici cerignolani. In più, a tutto questo si sarebbe dovuto affiancare la gestione della biglietteria, della sala di attesa, dei servizi igienici e di un servizio di mobilità sostenibile (bici elettriche). Questi ultimi punti (escluso la mobilità sostenibile) rientrano in quei servizi essenziali che una stazione dovrebbe includere nell’offerta per i viaggiatori, ma che nello scalo cerignolano purtroppo latitano. “Noi ci chiediamo come mai tutto questo ritardo nella consegna della lettera, ma soprattutto contestiamo la motivazione”, spiega Pietro Fragasso a Stato. “La loro spiegazione è assolutamente non veritiera. Gestire con una cooperativa sociale un bar che offre prodotti equo e solidali non significa diventare ‘capitalisti’ ma reinvestire gli utili nell’attività stessa. Il nostro scopo è quello dell’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate – aggiunge Pietro – e questo mi sembra coerente con il nostro progetto, con quello che ci hanno richiesto nella riunione di bari, ma assolutamente discordante con il contenuto di questa lettera”. La possibilità di poter usufruire i locali della stazione in comodato d’uso fu avanzata proprio dai dirigenti di Rfi che con questa lettera sembra vogliano fare un passo indietro.

Ad un certo punto la lettera dice :‘[…] i beni concessi devono essere destinati unicamente a fini istituzionali e/o di carattere sociale e di pubblico interesse e, comunque, no-profit’ – continua stizzito Pietro – e allora qualcuno mi spieghi cosa ci facevano centinaia di persone durante l’evento del 2 settembre; se non è pubblico interesse questo!”. Rete ferroviaria italiana, respingendo la possibilità dell’utilizzo gratuito dei locali per i primi due anni, propone la ‘locazione da avviare nei modi di uso aziendali’ . “Se vogliono dei soldi da noi, lo dicano pure apertamente, ma non si inventino questa motivazione”, chiosa il membro del gruppo che non ci sta a fermarsi a questo primo ostacolo e chiede di avere un ulteriore incontro con coloro che hanno respinto la richiesta per poter dare delucidazioni e per avere la giusta motivazione del deciso no. Intanto si vocifera che ci sia un imprenditore intenzionato ad investire nella zona. Il privato sembra voglia aprire un bar all’interno del locale ove la stessa attività era già presente alcuni anni fa e che poi, travolta dalla crisi, abbassò le saracinesche una volta per tutte. Sarà stata la proposta di questo impavido imprenditore a far cambiare idea ai vertici di Rfi?


VincenzoMaurantonio@libero.it

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