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ORRORE Autista di scuolabus nel Salento condannato a 9 anni: abusi su sei ragazzini. Alcuni li portava nel suo garage

L’inchiesta scattata quando il padre di un ragazzo, per caso, ha trovato sul cellulare del figlio una chat con frasi esplicite

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AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
7 Febbraio 2024
Attualità // Prima pagina //

LECCE – Nove anni di reclusione per l’autista 48enne di un bus privato utilizzato per il trasporto di studenti, finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale.

L’uomo era stato arrestato lo scorso gennaio. Secondo quanto accertato dai carabinieri, coordinati dal pm Luigi Mastroniani, l’uomo avrebbe sistematicamente adescato i ragazzini di 14 e 15 anni, che accompagnava in un liceo del basso Salento, e li avrebbe costretti a compiere atti sessuali, baciandoli sul collo e palpeggiandoli nelle parti intime.

In alcune circostanze gli episodi si sarebbero verificati anche a casa sua, dove l’uomo avrebbe convinto le sue presunte vittime a recarsi.

Avrebbe anche inviato messaggi su whatsapp a sfondo sessuale. Messaggi che avrebbe poi chiesto di cancellare.

La sentenza

La sentenza di condanna è stata emessa dal Tribunale di Lecce in composizione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino).

Il pm, Luigi Mastroniani, aveva invocato 6 anni di reclusione. I genitori di una delle presunte vittime si erano costituiti parte civile con l’avvocato Gabriella Mastrolia: hanno ottenuto una provvisionale sul risarcimento del danno pari a 50mila euro. L’uomo è difeso dall’avvocato Fabrizio Mangia.

http://www.lasicilia.it/
http://www.lasicilia.it/ (IMMAGINE D’ARCHIVIO)

Le denunce

Sono sei le presunte vittime e altrettanti i capi d’accusa. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2016 e il 2022. Il primo a denunciare è stato il padre di un minorenne che aveva scoperto che il figlio riceveva messaggi whatsapp dal contenuto particolare: «Ciao amore», e tante altre frasi non propriamente delicate. «Io – c’era ancora scritto – la mia amicizia te la sto dando con molta fiducia, e quando c’è qualcosa che non va preferisco che la dici a me prima di dirla a casa».

Da qui i carabinieri hanno acquisito gli elenchi di coloro che usufruivano del trasporto privato, anche da una chat di gruppo che era stata attivata per comunicazioni di servizio.

Tutti hanno confermato che l’uomo avrebbe rivolto «continue lusinghe e adulazioni nei confronti dei ragazzi» e che avrebbe avuto l’abitudine di palpeggiare le parti intime.

ANSA

Sono stati ascoltati i diretti interessati, in un’audizione protetta con l’ausilio di una psicologa.

Sono emersi racconti dettagliati. Di incontri a casa, di atteggiamenti improvvisamente mutati, di una vicinanza non gradita cercata dal 49enne e in alcuni casi respinta dai destinatari delle attenzioni.

La ragione per cui alcuni di loro, i più timidi, avevano accettato alcune «situazioni», era la naturale simpatia che l’autista avrebbe suscitato: «Lui – racconta un ragazzino – è simpatico con tutti, con il suo comportamento riusciva a coinvolgermi, perché io mi sedevo al primo posto.

Ora mi siedo un po’ più dietro, proprio per questa situazione. Passando un po’ di tempo sono entrato pure io nel circolo dei fidati».

Il gip Laura Liguori che aveva disposto l’arresto ai domiciliari sottolineava che che l’indagato aveva «l’abitudine di toccare molti degli studenti che quotidianamente salivano sull’autobus da lui condotto.

Secondo quanto rilevato, il conducente del bus avrebbe «blandito gli studenti, spesso esercitando pressioni, o comunque con richieste insistenti di incontri».

Fonti verificate: quotidianodipuglia.it //

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