Edizione n° 5386

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Incapsulati nell’amianto

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
7 Maggio 2010
Manfredonia //

fibre_amianto
fibre_amianto
L’AMIANTO o asbesto, insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli, con resistenza al calore e la sua struttura fibrosa che lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma con accertata nocività per la salute. Le polveri di amianto, respirate, provocano infatti l’asbestosi, nonché tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare. Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: teoricamente l’inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un’esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle. L’amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre la miscela cemento-amianto – il cui nome commerciale era Eternit, presente nelle citate tubature del bacino Alti Fondali- per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni; come materiale per l’edilizia, tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie, nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto, nelle vernici e parti meccaniche, ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. L’impiego dell’amianto è fuori legge in Italia dal 1992. La legge n. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti l’estrazione e la lavorazione dell’asbesto, è stata la prima ad occuparsi anche dei lavoratori esposti all’amianto. All’art. 13 essa ha introdotto diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo. In particolare, tale beneficio è stato previsto: per i lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dalla durata dell’esposizione (comma 6); per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione (comma 7); per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai 10 anni (comma 8). In seguito alla normativa indicata, nel 1995 venne stabilita una procedura amministrativa che vedeva coinvolto l’INAIL per l’accertamento dei presupposti di legge per il riconoscimento dei predetti benefici previdenziali. In particolare, l’INAIL procedeva all’accertamento dei rischi presso lo stabilimento del datore di lavoro tramite la cosiddetta CONTARP (Consulenza Tecnica di Accertamento dei Rischi Professionali); sulla base della mappa del rischio così predisposta e dei curriculum professionali dei lavoratori, venivano quindi rilasciati agli stessi gli attestati dell’eventuale periodo di avvenuta esposizione all’amianto. Tale procedura è stata sostanzialmente confermata con decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, adottato ai sensi dell’art. 47 della legge n. 326 del 2003, che ha anche ridotto la rivalutazione contributiva al 25%, e stabilito che il beneficio è utile solo ai fini della misura della pensione e non più, quindi, anche per la maturazione del diritto. Prima degli anni ottanta, tuttavia, i curriculum non erano archiviabili in formato digitale, e nel settore marittimo il cambio di bandiera di molte compagnie è stato causa di difficoltà nel recuperare gli attestati di servizio; inoltre, con la rottamazione delle navi finivano al macero anche gli archivi. In assenza di una CONTARP, il singolo lavoratore può però incontrare serie difficoltà nel documentare in sede amministrativa la propria esposizione all’amianto, dovendo pertanto ricorrere spesso ad un accertamento giudiziale. Tuttavia, per effetto delle modifiche introdotte dalla citata legge n. 326 del 2003, la domanda all’INAIL per il rilascio dell’attestato è stata sottoposta ad un termine di decadenza di 180 giorni decorrenti dall’entrata in vigore del citato decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, scaduto inutilmente il quale l’azione giudiziaria non è più proponibile. Le zone con mortalità da amianto più elevata sono la provincia di Gorizia (Monfalcone) e Trieste nel nord est, gran parte della Liguria, Genova e soprattutto La Spezia e la provincia di Alessandria nel nord ovest, Massa Carrara, Livorno e Pistoia al centro, Taranto a sud, in Sicilia a Siracusa con lo stabilimento Eternit. Sono quasi tutte zone costiere con cantieri navali e porti. L’unica provincia non costiera è quella di Alessandria, dove è situato Casale Monferrato, sede per circa 80 anni della più grande fabbrica di cemento-amianto della Eternit.Dal 1992 al giugno 2005, le domande presentate per andare in pensione usufruendo del beneficio di legge, sono state circa 71000 in Liguria (1 ogni 20 abitanti). I numeri sono sensibilmente più alti se confrontati con quelli del vicino Piemonte, la seconda regione più colpita in Italia, che ha circa 43000 domande (1 ogni 100 abitanti – Wikipedia). Oggi nel 70/80% delle tubature dell’Acquedotto Pugliese sarebbe stata rilevata la presenza di fibre di amianto.

IL PROGETTO NEL BACINO ALTI FONDALI DI MANFREDONIA – L’accordo procedimento fa riferimento alle legge 166 del 2002 fa riferimento (giusto decreto Mit 3838/3539 del 3 giugno 2004), giusto accordo procedimento del 29 novembre 2005 tra l’ex sindaco di Manfredonia Paolo Campo e il direttore generale per le infrastrutture della navigazione marittirima interna. Il responsabile unico dei lavori è stato individuato nell’ingegnere Giovanni Spagnuolo, l’ufficio della direzione dei lavori all’ingegnere Giuseppe Di Tullo (anche coordinatore per l’esecuzione della sicurezza). Importo del progetto: 3.500.000 di euro, importo contratto lavori 2.703.204,84. Impresa esecutrice la Dalena Ecotrand srl, sp 172 per Alberobello, Putignano (BA) iscrizione Soa: Soatem, direttore tecnico Giuseppe Angelo Dalena. Progettazione esecutiva: ingegnere Vincenzo Trassari di Napoli. Ditte subappaltatrici: Cogit, costruzioni generali italiane Spa, di Brindisi. Importi lavori subappaltati: 796mila euro. Partenza lavori: 22 dicembre del 2008, termine dopo 281 giorni (ottobre 2009). La progettazione preliminare-esecutiva è stata affidata alla ditta Ati Microlab srl di Manfredonia– con coordinatore Med Ingegneria di Ferrara (che ha curato anche il progetto definitivo dei lavori del Porto Turistico di Rodi Garganico). Chiesto parere per le opere anche a Provincia di Foggia, ARPA (un prelievo è stato fatto, su richiesta, dai tecnici dell’ente ambientale di Foggia) i sindacati, la Spesal, dirigente dottor Antonio Nigri.

NEL PROGETTO PRELIMINARE – PONTONE con lughezza fuori tutto 11,40m, larghezza max 4,01 (..) 2 persone di equipaggio (..) dotato di gru (..) con prezzo comprendente gli oneri relativi alla mano d’opera, ai materiali di consumo (..) 400 unità per 1000 euro: totale 400.000 euro; 4 operatori subacquei con assistenti di superficie (..) nel prezzo sono comprese, oltre alle retribuzioni personali, anche la dotazione di tutte le attrezzature professionali e di immersione, spese di trasferta (..) impiego operatori fino a garantire di rimanere entro la curva di sicurezza (..) 277 unità per 1000 euro: totale 277.000 euro; rimozione camicia in amianto semicilintrica dello spessore di 3 cm, previo trattamento con impregnante sulla superficie esterna ed in corrispondenza delle giunzioni (..) nel prezzo sono compresi l’impregnante (..) e quant’altro necessario per operare secondo quanto disposto dalla legge 257/92 e s.m.l. (..) 518 quantità per 251,40 euro: 130.225,20 euro; e ancora trasporto e conferimento a discarica di amianto in discarica ovunque localizzata: 518 unità per 270 euro (139.860,00); rimozione e conferimento a discarica di inerti di riempimento camicia in malta cementizia per una distanza fino a 60 km (…) per dare il lavoro finito secondo la regola d’arte (..) 957 quantità per 147,13 euro, totale 140.803,41 euro; trattamento superficiale pali d’acciaio con sabbiatura di tipo subacqueo e successivo rivestimento epossidico senza solvente (…) totale 173.606,40; trattamento superficiale della parte emersa effettuato con sabbiatura e rivestimento minimo di 1,5 mm, totale 152.790,00; incapsulamento amianto comprendente pulizia delle parte immersa dalle incostrazioni dovuta ad alghe e molluschi (…) totale 845,922,00; incapsulamento amianto per parte emersa (..) pulizia della parte emersa, rivestimento (..) totale 312.196.50. Complessivamente, per il totale computo e progetto (205.776,92): 2.572.403,51 euro (computo metrico estimativo, 11 novembre del 2005).

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