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Sangalli: “le Torri cadranno ma sicurezza per il forno. Noi in chiusura? Fra 15 anni”

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
8 Ottobre 2011
Manfredonia //

Lavori nell'Isola 5, a metà settembre saranno demolite le due torri di Prilling. Verifiche per inquinamento (Ph: ST)
Manfredonia – “SE le torri non sono cadute è per i timori di Sangalli. Ma dopo la riunione del 13 cadranno definitivamente”. “Quello che non sappiamo è se i timori dell’imprenditore siano veri o se l’azienda sia prossima alla chiusura”. Questo mentre la stessa azienda precisa come la “Sangalli Vetro avrà un ciclo vita in parallelo al forno di produzione”. Con forno “installato nel 2002 e con previsioni di circa 14/15 anni”. E dopo ? “La possibile costruzione di un nuovo impianto”. E dunque “lo sviluppo delle produzioni per altri 14 anni”.

Una notizia nella notizia, nella notizia. Interpretabili anche in questo modo gli sviluppi per la caduta delle due torri di Prilling a Manfredonia, nell’Isola 5, area ex Enichem. Così ascoltando le parti interessate, che a differenza del direttore di stabilimento della Sangalli Vetro dr. Giuseppe Dacchile, sono volute rimanere “totalmente anonime”. Queste per ora le certezze: la fase propedeutica dei lavori – con lo spianamento del terreno e precedentemente con la demolizione dei basamenti in cemento presenti sul suolo. La metolodogia di abbattimento delle torri (tramite escavatore telecomandato, senza operai, con un raggio di caduta di circa “100 metri” e con indicazioni preliminari alla base dei manufatti – grosse ics rosse, pari al 50% della circonferenza – con caduta cd ad albero), la decisione dopo l’accoglimento delle misure di sicurezza (dunque all’indomani della prossima riunione del 13) e la riunione appunto del 13 ottobre nella sede della Syndial di Manfredonia. Infine, come ultima certezza, i timori dell’imprenditore veneto Giorgio Sangalli per le ripercussioni delle vibrazioni – derivanti dalla caduta delle torri – sul liquido del forno utilizzato dall’azienda per la produzione del vetro.

La vicenda. Si fa riferimento alla “seconda fase” dei lavori di demolizione delle opere civili nell’Isola 5, area ex Enichem di Manfredonia, con particolare riferimento alle famigerate due torri di Prilling Torri di Prilling: totem, simbolo-simulacro della passata industrializzazione nell’area periferica di Manfredonia (ma in agro di Monte Sant’Angelo).


Focus lavori. Le motivazioni del no alla dinamite
Della demolizione delle due torri di prilling (di 16 per 65 e 19 per 70 metri di diametro per altezza, utili, con il petrolchimico era in funzione, per la solidificazione dell’urea liquida, dopo che nei cestelli granulometrici delle torri – tramite tubazioni – si solidificava per uscire sotto forma di sfere e da qui – tramite fori – nuovamente negli impianti attraverso nastri trasportatori fino ad arrivare nei magazzini) se ne discute da mesi. I “lavori di demolizione delle opere civili connesse agli impianti ammoniaca urea già demoliti, siti nell’Isola 5 all’interno dello stabilimento Syndial”, DIA prot.6502 del 14.06.2011, sono partiti ufficialmente lo scorso 7 luglio 2011, dopo la riunione propedeutica del 14 giugno e le fasi di accantieramento del 23 giugno 2011. Si era parlato di “isolamento” delle torri, della demolizione tramite dinamite. A riguardo due le tesi in discussione: da una parte un progetto approvato ma con diniego (per l’utilizzo della dinamite) tanto dell’Asl quanto del Prefetto di Foggia; da un altro lato la negazione della possibilità di demolizione delle torri tramite materiale esplodente. “Nessuno lo ha mai presentato nè ha mai avanzato tale pretesa” rivela una fonte attendibile. Su strutture intelaiate e con la presenza di cerniere tra pilastro e trave, considerato il manufatto monolitico, l’utilizzo della dinamite avrebbe originato una mancata implosione – in base a questa seconda tesi di pensiero – e non ci sarebbe stato l’abbattimento per caduta. Una fase di demolizione dunque “tecnicamente improponibile” e che avrebbe previsto lo sgombero dell’intera area.


Le opere di bonifica.
Nell’agosto 2009 l’ex giunta Campo aveva comunicato “l’evacuazione di tutti i rifiuti prodotti dallo scoppio del 1976”, e il completamento entro l’anno (2009) delle operazioni nelle altre isole, dopo una Conferenza di servizi convocata a Roma dal Min. dell’Ambiente. Nell’Isola 14 sarebbero stati depositati tutti i rifiuti (compresi residui di arsenico) provenienti dalla esplosione dell’impianto nel 1976. Con la 14 fu sequestrata al tempo dalla Magistratura anche l’isola 5. Per il completamento della bonifica della falda “l’impegno assunto dal Ministero è quello di proseguirla e portarla a termine entro i prossimi 5 anni”, disse nel 2009 l’ex assessore all’ambiente, attuale ai lavori pubblici, Salvatore Zingariello.


La riunione del 5 ottobre nell’aula riunioni della Syndial. Le tensioni fra le parti. I timori dell’imprenditore veneto.
Ma nonostante la partenza a luglio e l’annunciata demolizione a metà settembre, l’attesa è ora per il prossimo 13 ottobre, dopo una prima riunione svoltasi già il 5 dello stesso mese. Una riunione nell’aula riunioni di Syndial, alla presenza di Sangalli (presente l’imprenditore, il responsabile della sicurezza Castigliego, il responsabile della manutenzione Salvemini, il responsabile della produzione Campo). Il responsabile della sicurezza e coordinatore dei lavori, ingegner Domenichino Bisceglia. L’ingegnere G.Marsala, il geotecnologo prof. Ruggero Quarta. Il Comune di Monte Sant’Angelo, con il vice sindaco, avvocato M.Ferosi e il dirigente dell’ufficio all’urbanistica Giampietro Bisceglia, oltre il dottor A.Nigri dell’Asl/Spesal (con sede nella stessa area ex Enichem). Il direttore del Consorzio Asi (titolare dei suoli nell’area) Ricci Valerio e Gino Lauriola, sindacalista della Cgil, con iscritti nell’azienda Sangalli. Infine per la Syndial l’ingegnere Picozzi, professionisti di Manfredonia e responsabili delle ditte appaltatrici. L’esito della riunione: da uno studio di dati geotecnici (tramite l’emersione di determinati valori rilevati sull’osservazione della precedente caduta di una ciminiera sempre nell’Isola 5) i responsabili dei lavori avrebbero desunto un modello matematico dal quale partire per verificare le ripercussioni derivante dalla caduta delle 2 torri di Prilling, e valutare pertanto il livello di vibrazioni che potrebbero determinarsi. Le preoccupazioni principali (con “toni accesi” in primis fra il sindacalista Cgil ed alcuni dei responsabili dei lavori, anche ditte appaltatrici) sarebbero state espresse da Sangalli, intesa come azienda: questo a causa della presenza (si è ipotizzato a circa 200/300 metri) del forno di produzione aziendale. Un forno installato nel maggio del 2002, fatto con mattoni refrattari e con una vita d’esercizio pari a circa 14/15 anni. Secondo una tesi il forno di produzione della Sangalli al momento della costruzione deteneva uno spessore di circa 40 centimetri. “Uno spessore oggi ridotto a circa 10.” Il forno, come confermato da un’altra fonte, sarebbe stato protetto, proprio a seguito della riduzione dello spessore determinatosi nel tempo per l’usura, con una calotta di metallo. “Ma la funzionalità del forno in ogni modo resta compromessa”, dice un’altra fonte che è voluta rimanere anonima. Nel corso della riunione è stato illustrato il preogetto dell’ingegnere dr. Marsala, le prove effettuate per determinare gli effetti della caduta, da parte del prof. Quarto e le misure di sicurezza stabilite e previste dall’ingegnere D.Bisceglia. In ogni modo l’imprenditore Sangalli, come il sindacalista della Cgil, non avrebbe nascosto la propria “preoccupazione” per gli effetti che si andranno a determinare con la caduta delle due torri, che si ricorda sono di 16 per 65 e 19 per 70 metri di diametro per altezza. Il dottor Nigri dello Spesal avrebbe espresso un proprio malumore per l’indizione della riunione soltanto il 5 ottobre, “con progetti e piani già redatti”. In conclusione, come rivela una fonte, “sarebbero state accettate in larga massima le misure di sicurezza e la metodologia dei lavori”.

17 commenti su "Sangalli: “le Torri cadranno ma sicurezza per il forno. Noi in chiusura? Fra 15 anni”"

  1. In verità l’Azienda sta per chiudere e sta già portando materiale nell’azienda di San Giorgio. Alcuni operai inoltre stanno già concordando una buona uscita per andar via prima.Apriamo gli occhi: se fra 2 anni deve entrare in funzione, in sostituzione di quello vecchio ,un altro forno con lavori per circa 35 milioni di euro, dovremmo iniziare a vedere qualcosa di quei lavori o sbaglio? Spero solo che non dovremmo rincorrerli fino in Veneto far riportare quella zona come era prima!

  2. La Sangalli in chiusura Cazzate !! La verità è che si vuol mascherare l’abbattimento delle torri su di un terreno che non è stato ancora caratterizzato (possibile presenza di arsenico) e tenuto sotto sequestro dalla magistratura fino a qualche mese fa, con false notizie riguardanti la Sangalli.

  3. caro piero e stefano…………….non vi cullate ha ragione paolo ,vedrete sta per chiudere la sangalli,altro che chiacchiere.

  4. Se vi riferite alla Manfredonia Vetro vi sbagliate di grosso , uno stabilimento del genere non si chiude, al massimo si vende o se ne fanno altri oltre a quello di Manfredonia. Infatti la Sangalli ne ha fatto un’altro a Udine e forse ne farà un terzo. Forse vi riferite ad altro della Sangalli.

  5. Per la redazione certo che la persona dell’articolo che ha voluto rimane anonimo sicuramente non lavora alla manfredonia vetro perchè stanno scritte un sacco di cavolate che riguardano l’aspetto tecnico del forno. Se avete necessità di conoscere gli aspetti tecnici della manfredonia vetro non rivolgetevi ai salumieri, senza nulla togliere ai salumieri.

  6. mi dispiace ma Sangalli non è cosi scemo da continuare a spendere soldi all’interno dello stabilimento per poi chiudere guarda copertura parcheggio operai in pannelli solari impianto omat copertura zona uffici in pannelli solari copertura raccolta acqua in pannelli solari impianto eolico una pala già installata il nuovo impianto per il vetro coatizzato ovvero vetro a bassa emissione e il nuovo deposito della soda tutti investimenti fatti nell’ultimo anno sarebbe da matti e che il dott. Sangalli è preoccupato per la stabilità del forno non dimentichiamo che li si produce il vetro italiano con la qualità più alta noi operai della Sangalli dovremmo preoccuparci solo del fatto che dall’abbattimento delle torri potrebbe essere messa a repentaglio la ns salute non tutti sanno quanta polvere possa causare l’abbattimento delle torri e cosa ci sia in realtà nel terreno dove le torri cadranno non dimentichiamo il 26 settembre 1976 allora senza retroscena sulla chiusura della Sangalli cerchiamo di attuarci che non vengano abbattute le torri ma demolite come hanno fatto per i camini della centrale Enichem perchè sarebbe dannoso non solo per i lavoratori della Sangalli che ci lavorano ma anche per i cittadini di Manfredonia se con l’abbattimento si alzassero sostanze nocive e ricordiamoci che nelle vicinanze c’è un centro commerciale

  7. La verità è che l’azienda che ha commissionato l’bbattimento delle torri è calabrese e poco gli importa di imquinare ulteriormente il territorio. L’abbattimento della torre a caduta d’albero costa poco questa l’unica verità, mentre il metodo utilizzato per i camini della centrale è sicuramente una tecnologia più avanzata è richiede qualche settimana di lavoro e chiaramente più soldi che la mosmode non ha alcuna intenzione di spendere. Mi domando dove sono gli ambientalisti di manfredonia, biancalancia etc,? Forse sono solo interessati a operazioni a cui si può attingere qualcosa…..?

  8. a sentir parlare qualcuno di voi mi domando: ma quanti tecnici che abbiamo qui a manfredonia,sapete tutto voi, sangalli che chiude, operai che concordando una buona uscita per andar via prima,l’Azienda sta per chiudere e sta già portando materiale nell’azienda di San Giorgio, adienda demolitrice calabrese,ma la volete smettere di gettare fango su tutto. condivido quello che ha detto massimo riguardo la Sangalli,e a chi fa il prof. voglio precisare che il primo appalto di demolizione fu dato ad una ditta di crotone, e la ditta che ha abbattuto le torri e che sta ultimando la demolizione è di PADOVA.Vergognatevi a saper solo sparlare di tutto

  9. Di sicuro i due amici :Minghia e Paolo sono senza dubbio 2 personaggi che non vivono in stretto contatto con la vita lavorativa di chi la dentro ci lavora.Per tale motivo non li posso biasimare,a minghia poi suggerirei di cambiare nikname,per come si presenta è chiaro intravedere una personalita fortemente disturbata…chissa per quale motivo.Paolo probabilmente avra avuto qualche delusione o non so di quale natura tale da fargli esprimere giudizzi ed opinioni di sua probalile distorta interpretazione.Un consiglio a entrambi….prima di scrivere certe castronerie documentatevi come si deve,sono certo che farete piu bella figura.

  10. Per anonimo, se le cose non se sai “salle”. La ditta che ha commissionato la demolizione alla ditta di padova è la mosmode azienda di crotone di cannavale giuseppe. E’ quest’ultima che al momento deve gestire lo smantellamento e sempre quest’ultima ha affidato all’azienda di Padova la demolizione secondo le specifiche modalità più economiche. Non fare di tutt’erba un fascio perchè tu fai parte dell’erba che le cose non le sa

  11. Faccio solo una domanda a chi sa Le cose come stanno visto che secondo qualcuno noi non le sappiamo: mi dite come mai se fra due anni occorre sicuramente sostituire il forno nè si sa nè si vedono lavori che ci possano far capire la sua sostituzione? Penso che se qualcuno deve fare lavori da una trentina di milioni si preoccuperà almeno due anni prima!Si accettano risposte solo da esperti

  12. caro paolo le domande meritano risposte se poste in maniera inteligente il rifacimento del forno è un lavoro limitato a un tempo breve e a uno spazio limitato in quanto nascerà esattamente nel posto dove è ora a qst punto il materiale sarà preso appena si saprà la morte certa dell’attuale forno è la programmazione dei lavori che sono già a buon punto ma una cosa te la devo ricordare la questione non è ne il forno nuovo ne quanto ne come si farà ti è e ci deve riguardare tutti e qnt dico tutti intendo una popolazione che spazia dai manfredoniani ai montanari che l’abbattimento così come programmato potrebbe causare una quantità alta di polveri nell’aria dannose sia per il territorio che per la popolazione concentrati su questo

  13. Caro Massimo a me sembra che il DOTT. SANGALLI è più preoccupato delle sollecitazioni al terreno che per le esalazione delle polveri dei suoi operai e della popolazione. Io penso che creare gruppi,comitati del solito “NO” sia sbagliato; rimandare invece la questione ai tecnici dell’arpa e ai tecnici interessati nell’operazione sia la cosa più saggia.

  14. Paolo mi spiace smentirti Sangalli spende fior di quattrini per la sicurezza dei lavoratori ovviamente è nel suo interesse farlo oltre che nell’interesse dell’operaio ovviamente ti voglio ricordare che l’imprenditore ha il dovere di preservare la salute del lavoratore ottenendo cosi un maggior profitto e sangalli è un’IMPRENDITORE come lui se ne trovano pochi ti ripeto un’altra cosa le torri giù con demolizione preservando l’interesse e l’incolumità della Sangalli, operai, cittadini che quotidianamente frequentano quella zona e le due cose sono compatibili vedi demolizione dei due camini centrale Enichem

  15. Caro Paolo che il dott. Sangalli non si preoccupa dei suoi operai questo e’ falso io ci lavoro da 14 anni e penso proprio di poterlo dire cosi’ come i miei colleghi,concordo pienamente con Massimo per quanto riguarda il rifacimento del forno e tra un paio di anni si comincera’ a pensare all’acquisto dei materiali visto che sono migliaia i pezzi che arriveranno comprarli ora vorra’ dire togliere vetro dal magazzino e metterci mattoni,e questo non e’ possibile.

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