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Isole Tremiti, ricerca petrolio Petroceltic: interrogazione di europarlamentari. Gli atti, le proteste dei comitati

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
9 Aprile 2010
Capitanata //

Ricerca Petrolio Petroceltic Elsa, immagine d'archivio (www.pesa.com.au)
Ricerca Petrolio Petroceltic Elsa, immagine d'archivio (www.pesa.com.au)
Isole Tremiti – UNA interrogazione scritta alla Commissione Europea da parte di cinque parlamentari europei (Tatarella, Matera, Baldassarre, Patricello e Silvestris) per scongiurare “l’eventuale rischio idrogeologico” che potrebbe essere prodotto dagli interventi che la societa’ olandese Petroceltic Elsa nella ricerca di petrolio nell’Adriatico, in particolare nella zona situata a soli 4 km dall’arcipelago della riserva marina delle Isole Tremiti. Come stabilito dalla Giunta regionale pugliese, la società in questione è in attesa infatti dell’autorizzazione del Ministero dell’ambiente italiano per l’avvio delle ricerche, ma gli eurodeputati pugliesi e molisani citati hanno fatto comunque richiesta scritta alla Ce chiedendo un parere in merito alla “‘compatibilita’ delle autorizzazioni richieste con la tutela del mare, della fauna e della flora marina, dell’ambiente, nonche’ della riserva naturalistica delle isole Tremiti; in particolare, quali iniziative di vigilanza intenda assumere a tutela del Patrimonio naturalistico dell’Unione”.

MATERA: A RISCHIO L’INTERA AREA – Fra le altre richieste rivolte alla Ce dai parlamentari “l’invito al Ministero dell’Ambiente a valutare con le opportune cautele le richieste della societa’, per il rispetto di “tutte le normative nazionali e comunitarie a tutela dell’ambiente marino”. ”Mettere a rischio tutto questo in una zona, quella delle Isole Tremiti, che solo pochi mesi fa ha visto lo spiaggiamento di ben 7 capodogli potrebbe rappresentare per noi tutti un prezzo troppo alto”, ha detto l’europarlamentare Barbara Matera.

NO DEL COMITATO PER LA TUTELA DEL MARE AL PETROLIO ALLE ISOLE TREMITI – “In merito alle ultime notizie circa la nuova richiesta di autorizzazione per la ricerca di petrolio al largo delle Isole Tremiti da parte della società irlandese Petroceltic, riguardo alla quale la Regione Puglia ha già espresso parere negativo non vincolante e su cui a breve si pronuncerà il Ministero dell’ Ambiente, ultimata la procedura per la valutazione di impatto ambientale, si comunica che nell’ultima seduta il Comitato per la tutela del mare del Gargano ha espresso ad unanimità il proprio parere contrario. L´area interessata comprenderebbe il tratto di mare compreso tra i laghi di Lesina e di Varano e le Isole Tremiti per una superficie di 528 chilometri quadrati con un’attività iniziale di studi geologici esplorativi del sottosuolo minerario attraverso prospezioni sismiche che generando onde sonore potrebbero, peraltro, essere la vera causa dello spiaggiamento dei sette capodogli proprio sulla costa antistante le Isole Tremiti. Gli eventuali esiti positivi delle prospezioni sismiche darebbero il via alla perforazione del fondo marino fino a 4000 metri di profondità con la costruzione di infrastrutture petrolifere lungo le linee costiere pugliesi con gravi danni per l’ambiente, la fauna e la flora marina e gravi ripercussioni per l’economia turistica e per lo sviluppo sostenibile del territorio; fattori negativi che motivano il fermo no del Comitato per la tutela del mare del Gargano”, conclude il Presidente del Comitato per la tutela del mare del Gargano Michele Eugenio Di Carlo.

IL PARERE SFAVOREVOLE DELLA GIUNTA PUGLIESE – Come già comunicato, la Giunta regionale pugliese aveva espresso il proprio parere sfavorevole di compatibilità ambientale relativamente al permesso di ricerca di idrocarburi denominato “d489 B.R.-EL” al largo delle coste pugliesi“. Su proposta dell’assessore all’Ecologia, Introna, la Giunta regionale pugliese aveva espresso parere sfavorevole già lo scorso 2 febbraio, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale, per il progetto di ricerca idrocarburi al largo delle Isole Tremiti proposto dalla Petroceltic Elsa Spa. La Giunta ha deliberato dopo il parere del Comitato Regionale VIA che ha analizzato gli impatti delle fasi di indagine e delle fasi di perforazione del pozzo contenuti nello Studio di impatto ambientale che “appare non puntuale”, senza adeguato inquadramento dello sfruttamento del litorale adriatico su vasta scala e a pochi chilometri dalla costa, nonchè “a poca distanza dal parco nazionale del Gargano e dalla riserva delle Isole Tremiti“.

IL PARERE TECNICO il parere tecnico dei tecnici della Regione – La ricerca è stata proposta dalla Petroceltic Italia S.r.l., con sede legale alla Via Paola n. 24, int. 7 a Roma,da realizzarsi al largo delle coste della Regione Puglia (Isole Tremiti) e Regione Molise (Termoli). Con nota prot. n. 10967 del 22.09.2009 l’Ufficio V.I.A. e Politiche Energetiche della Puglia richiedeva all’Ufficio Parchi e RR.NN., presso l’Assessorato all’Ecologia il parere di competenza relativamente alla Valutazione di Incidenza; con nota prot. n. 11042 del 25.09.2009 il Servizio Ecologia invitava la società proponente a depositare gli elaborati concernenti l’intervento proposto presso gli altri enti interessati dall’intervento in argomento e cioè “l’amministrazione comunale delle Isole Tremiti e l’amministrazione provinciale di Foggia”. Con la stessa nota invitava i predetti enti ad esprimere il parere di competenza in merito. Con nota prot. n. 3647 del 09.03.2010 l’Ufficio Parchi e RR.NN. “…considerati…gli impatti diretti e indiretti su habitat e specie d’interesse comunitario presenti nelle suddette aree al elevato valore naturalistico…” esprimeva parere negativo ai fini della sola valutazione di incidenza. Nella seduta del 24 marzo 2010 il Comitato Regionale V.I.A., esaminata la documentazione progettuale, “considerato il parere espresso dall’Ufficio Parchi e RR. NN., preso atto che alla data del presente provvedimento non risultano pervenuti i pareri del’amministrazione comunale delle Isole Tremiti e l’amministrazione provinciale di Foggia“, rilevò che “l’area in istanza è ubicata nell’off-shore medio adriatico, al largo del tratto di costa compreso tra il Lago di Lesina e quello di Varano, subito ad Ovest delle Isole Tremiti, e occupa una superficie di526,8 km2“, che “la distanza dalla terraferma è di circa 7,8 km mentre dista circa 4 km dalle Tremiti. La profondità del mare va da un minimo di 40 metri fino ad un massimo di 150 metri“. Inoltre, “l’area interessata dalle operazioni al momento è quella interamente coperta dal perimetro del permesso, in quanto solo dopo una prima valutazione della vecchia sismica, da acquistare dal precedente operatore nell’area, si potrà avere un quadro dettagliato su cui concentrare la futura esplorazione“.

LO SPIAGGIAMENTO DEI CETACEI NELLA FOCE VARANO – A seguito del recente spiaggiamento di sette capodogli spiaggiati sul litorale della Foce Varano (venerdì 11 dicembre tra Cagnano Varano e Ischitella, i quali, stretti in uno specchio d’acqua poco profondo, sono morti asfissiati per lo schiacciamento del diaframma) e per gli effetti che “tali indagini possono avere sulla componente fauna”, i tecnici regionali hanno consigliato pertanto di “porre particolare attenzione e cura negli studi di impatto ambientale, anche al fine di individuare le più idonee forme di mitigazione“. Difatti, “il comportamento delle specie marine di fronte a disturbi di vario genere, incluse le onde acustiche generate dall’air-gun, presenta ancora grosse incognite“. Questo un ulteriore motivo che ha spnto i tecnici pugliesi a bocciare il piano della Petroceltic “visto dunque che forti rischi sussistono, come indicato anche dagli studi menzionati dal proponente, il principio di precauzione impone che prima di intervenire su sistemi dedicati e complessi, vi sia la più totale certezza della mancanza di danni”.

CONCLUSIONI DEL COMITATO REGIONALE VIA- “Nonostante le metodiche di ricerca proposte generino forme riconosciute di inquinamento, gli elaborati presentati si fondano su dati approssimativi non supportati da verifiche e valutazioni condotte con il necessario grado di approfondimento”. Lo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Petroceltic appare infatti “applicato all’area in esame senza la necessaria conoscenza del sito interessato (direttamente o indirettamente) manifestando evidenti limiti che non permettono una esaustiva valutazione degli impatti sugli habitat e le specie di interesse comunitario che le attività proposte comportano”. Il progetto inoltre non sottenderebbe “una visione globale delle caratteristiche e delle evocazioni dell’ambiente marino e della costa pugliese, né tiene conto delle politiche ambientali, produttive e di sviluppo (soprattutto turistico) che la Puglia, le istituzioni locali e la collettività insediata perseguono con determinazione“. Del resto, la Petroceltic, si legge nella relazione regionale, “offre un quadro solo parziale del suo proponimento, evitando di inquadrare l’intervento in una prospettiva più ampia, che è quella di sottoporre a sfruttamento il litorale adriatico su vasta scala e a pochi chilometri dalla costa, in una zona di alto valore naturalistico e turistico” (a poca distanza dal Parco Nazionale del Gargano, dall’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, dal SIC e dalla ZPS) e in caso di esiti positivi, in modo permanente. Lo scopo finale della Petroceltic, infatti, “consiste nella installazione lungo tutto il litorale adriatico pugliese di infrastrutture petrolifere destinate a restare in attività per decenni a venire, con tutti i rischi ed i danni che ne conseguono (vedi Fig.1 Progetto Esplorativo)”. Difatti “è datata 2 febbraio 2010 la DGR n. 271 che esprime parere sfavorevole di compatibilità ambientale per un progetto concernente il permesso di ricerca idrocarburi proposto dalla medesima ditta in oggetto ed adiacente al progetto cui il presente parere si riferisce, il quale, tra l’altro è situato ad una distanza anche inferiore“. Si ricorda, infine, che “La valutazione ambientale che deve accompagnare l’approvazione di un progetto definitivo di opera pubblica, necessita di una valutazione unitaria dell’opera (…); mediante la sottoposizione ad VIA di porzioni di opera e l’acquisizione, su iniziative parziali e, perciò stesso, non suscettibili di apprezzamento, circa i livelli di qualità finale, di una pronuncia di compatibilità ambientale” viene irrimediabilmente viziata da difetto di istruttoria l’attività dell’Amministrazione a causa della “sostanziale elusione delle finalità perseguite dalla legge” (Cons. St., V, 16 giugno 2009, n.3849).

PER QUANTO CONCERNE LO SPIAGGIAMENTO DEI CAPODOGLI – “In data 10.12.2009 si è verificato in Puglia lo spiaggiamento di nove capidogli, sette dei quali non sono riusciti a riprendere il largo e sono stati ritrovati morti o in fase agonica. L’esame necroscopico è stato eseguito dal prof. Sandro Mazzariol, dell’università degli Studi di Padova, espero e coordinatore scientifico dell’Unita per la Necroscopia di grandi cetacei piaggiati. Nella relazione provvisoria del 15.01.2010 il prof. Mazzariol evidenzia che “L’evento dello spiaggiamento di 7 capodogli lungo le coste italiane è un evento eccezionale . I rilievi necroscopici suggeriscono un quadro patologico acuto/subacuto, ovvero la causa dello spiaggiamento deve essere cercata in un evento recente”. In particolare, i sospetti sono attualmente legati alla possibilità che abbiano agito “agenti biologici e fenomeni di tossicità, da valutare all’esito delle diverse indagini avviate presso gli istituti di ricerca coinvolti“. Inoltre, la “sindrome embolica riscontrata (con presenze di bolle di gas nel sangue ed in altri tessuti ), se confermata dalle analisi in corso, indurrebbe a ricercare eventuali connessioni con “eventi causali quali sonar o terremoti subacquei”. Dal momento che tali ipotesi hanno formato “oggetto di approfondimento mediante indagini laboratoristiche e che dalle stesse potrebbe emergere –oltre ad uno stato di particolare vulnerabilità dei cetacei legato ad intrinseche condizioni patologiche – un ruolo causale o concausali di attività che perturbano l’ambiente marino (quali l’utilizzo del’air-gun per le prospezioni geofisiche), si ritiene indispensabile l’esecuzione di approfondimenti sulla scorta delle risultanze analitiche e dei pareri e contribuiti acquisiti dal MATTM a seguito dell’evento in esame”. Pertanto si ritiene che “il MATTM non possa esprimersi definitivamente sulla istanza di V.I.A. in mancanza degli approfondimenti di cui sopra.

LA PETROCELTIC ELSA è controllata al 100% dalla società irlandese Petroceltic International PLC, che è quotata sull’Alternative Investment Market della Borsa di Londra e nell’IEX della Borsa irlandese. La Società svolge attività di ricerca di idrocarburi in Italia dal 2005. Attualmente, Petroceltic Elsa è titolare e operatore di quattro permessi di ricerca e titolare di altri tre permessi di ricerca. In questi ultimi tre, gli operatori sono Vega Oil ed Eni. Inoltre, Petroceltic Elsa ha nove istanze esclusive per permesso di ricerca e due istanze in concorrenza, delle quali Petroceltic Elsa è operatore di tutte tranne una. Il portafoglio è concentrato su un “oil play” nell’Adriatico Centrale e su un “gas play” nella Valle del Po (aggiornamento al 7 maggio 2008). Permessi di ricerca in terraferma: 6 titoli per complessivi 1.609,56 Kmq, permessi di ricerca nel sottofondo marino: 1 titolo per 50,67 Kmq, presente come contitolare 1, per area kmq 50,67, B.R268.RG.

PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SULLA PETROCELTIC ELSA E SULLA DELIBERA REGIONALE VEDI ANCHE Ricerca idrocarburi,bocciato Piano Petroceltic

1 commenti su "Isole Tremiti, ricerca petrolio Petroceltic: interrogazione di europarlamentari. Gli atti, le proteste dei comitati"

  1. Buona sera sono un fochino x 10 anni o lavorato con la S.I.A.G una societa di ricerche minerarie…ora sono in ricerca di lavoro certo di un vostro contatto porgo distinti SALUTI

  2. Ho lavorato per OGS di Trieste in società con GEO SPACE di Houston a Bari dove elaboravamo le registrazioni dei microfoni che rilevavano la risposta dei fondali di tutte le nostre coste a cariche esplosive, pre elaborazioni presso istituto di fisica di Bari su ibm 360/65. Parliamo di anni 67-70. Conosco almeno un’altra persona che vi ha lavorato prima di me. Questi nuovi sondaggi sono solo mangiatoia a scapito di un ambienta già compromesso. spero in un seguito mi sento voce nel deserto

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