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ZES, si complica il via libera per Puglia e Basilicata

AUTORE:
Nino Sangerardi
PUBBLICATO IL:
9 Dicembre 2017
BAT // Editoriali //

La Regione è pronta per la realizzazione del Piano Strategico delle Zes, ma per noi 30 chilometri quadrati non sono sufficienti, perchè siamo l’unica regione italiana insieme con la Sicilia, ad avere due porti Core, e cioè porti strategici nella rete transeuropea“.Parole dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico pugliese, Michele Mazzarano, a conclusione della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta a Roma per discutere lo schema di Dpcm(decreto presidenza consiglio dei ministri) sulle Zone economiche speciali.

“Siamo favorevoli alla richiesta di procedere velocemente alla istituzioni delle Zes – spiega Mazzarano– così come abbiamo condiviso tutte le proposte e le integrazioni al Dpcm avanzate in sede di Conferenza Stato-Regioni. Tuttavia i criteri adottati dal Governo per individuare la dimensione delle superfici delle aree da destinare a Zone Economiche Speciali rischiano di non soddisfare le attese della Puglia che dovrà dividere tra due porti gli stessi ettari ottenuti dalle altre Regioni con un solo porto. Per meglio comprendere le nostre ragioni, basti pensare che il solo sito industriale di Brindisi ha uno sviluppo costiero di 30 chilometri quadrati”.

Lo schema del Decreto presidenziale individua come criteri la superficie territoriale e la densità demografica regionale, senza tener conto di ulteriori fattori.

Tali criteri non misurano né la condizione di svantaggio competitivo della Regione interessata, né le sue potenzialità di sviluppo da associare alla istituzione di una ZES. Non si tiene invece conto del dato infrastrutturale complessivo in cui la Regione versa – centrale in ordine alla possibilità di connettere la Zes con gli sbocchi di mercato- né del tessuto economico locale e nè del livello di benessere, misurabile banalmente con gli stessi criteri adottati dall’Unione europea (Pil procapite).

Nel Dpcm non si tiene inoltre conto delle specificità della Puglia che deve operare su un doppio versante: da un lato quello Adriatico che comprende un territorio vasto dal Salento al Gargano e due grandi porti come quello di Bari e quello di Brindisi, dall’altro quello ionico che dovrebbe farsi carico della vicina Regione Basilicata, con la quale probabilmente condividerà una ZES facente capo al Porto di Taranto.

“Appare necessario rivedere i criteri utilizzati – conclude Mazzarano – riconoscendo le specificità di ciascuna Regione e prevedendo criteri diversi per le Regioni che dispongono di due porti strategici del Sud Italia”.

Pertanto la vicenda Zes diventa strettamente politica(meglio, politicante tenuto conto della lite aperta da Regione Puglia e Comune di Taranto, per la questione Ilva, versus il Ministro dello Sviluppo Carlo Calenda,visto il tiepido interesse dei Pittella & Co. per la possibile Zes appulo-lucana a fronte dell’inesistente potere contrattuale in seno ai vertici politici materani),stante la lunga campagna elettorale italica che si concluderà a marzo-aprile 2018, e l’incredibile scomposizione e composizione e estinzione e nascita di aggregazioni partitocratiche dentro e fuori il Governo gestito da Paolo Gentiloni Silveri.

Mala tempora currunt.

(A cura di Nino Sangerardi, 09 dicembre 2017)

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